La green economy inizia dalla bioeconomia

Esperti di tutta Europa si sono visti a Dublino per cominciare a programmare quale futuro ci aspetta grazie alla bioeconomia, vale a dire un’economia che sia ecologicamente e socialmente sostenibile.

Un giro d’affari niente male, che già oggi è stimato in 2.000 miliardi di euro e che dà lavoro a oltre 22 milioni di persone, circa il 9% di tutti gli occupati Ue.

La bioeconomia riguarda l’agricoltura, la silvicoltura, la pesca, la produzione alimentare e alcuni settori della chimica, delle biotecnologie e del mondo dell’energia. Include la produzione sostenibile di risorse biologiche rinnovabili e la loro trasformazione, così come il trattamento dei rifiuti in bioprodotti, biocarburanti e bioenergie.

Secondo la Commissione europea i diversi settori della bioeconomia possono portare una ventata di innovazione in un mucchio di altri settori: ovviamente in agronomia come nelle scienze alimentari, ma anche nelle nanotecnologie o nello sviluppo delle telecomunicazioni.

In attesa che questa rivoluzione dia i frutti sperati, nel frattempo già da marzo entrerà in funzione l’osservatorio Ue per misurarne i progressi e le ricadute. Il progetto durerà tre ani e raccoglierà tutti i dati dei mercati, l’evoluzione delle politiche comunitarie, nazionali e regionali, i trend degli investimenti. Il tutto convergerà nel 2014 in un portale web che servirà anche per divulgare i casi di eccellenza e le esperienze più significative.