Tekneco #16 - Smart cities
L’ ecosistema urbano diventa più furbo
La domotica oltre la porta di casa: energia, trasporti, efficienza e tempo libero cambieranno il nostro stile di vita in città
Una volta cablata tutta l’abitazione, con sistemi integrati tra i vari tipi di climatizzazione e mentre il frigorifero dialoga con la lavatrice, ed entrambi interrogano l’impianto fotovoltaico per sapere quando c’è maggiore disponibilità d’elettricità, cos’altro può succedere? È semplice. La casa domotica diventa un pezzo, attivo, delle smart cities e può assumere un ruolo attivo nella gestione sia dell’energia, sia delle attività quotidiane, grazie alla sensoristica presente nelle abitazioni e grazie alla collaborazione con altre abitazioni o edifici. Le infrastrutture tecnologiche di telecomunicazione, infatti, possono far lavorare in maniera “intelligente” le varie unità, formando dei cluster energetici e non solo. Punto cardine di questo sistema è di sicuro la generazione distribuita essenzialmente da due fonti: il fotovoltaico e la micro cogenerazione, ma non è detto che in un prossimo futuro si vedano applicazioni come quelle del piccolo solare termodinamico. Ma restiamo all’oggi, che riguarda essenzialmente l’elettricità. Già il fotovoltaico e la microcogenerazione possono lavorare in “tandem”, fornendo elettricità in forma modulabile a seconda dei bisogni dei cittadini e con un alto grado di sicurezza e continuità. Ovviamente, questo tipo di generazione non può, se la si vuole sfruttare al meglio, rimanere confinata all’interno di un singolo edificio, ma deve essere ceduta, quando è in eccesso, all’esterno, alla rete in generale, oppure ai propri vicini, siano altri edifici residenziali o piccole imprese. E qui entra in gioco la gestione dell’information tecnology, in parallelo con la gestione della potenza. In un cluster energetico, infatti, si dovranno gestire esigenze diverse come quelle delle famiglie, il cui picco relativo al consumo elettrico è, al netto del raffrescamento estivo, concentrato all’inizio e alla fine della giornata, mentre quello delle imprese riguarda le ore centrali. Una serie di consumi “programmati” o, meglio, “programmabili” come quelli legati alle lavatrici/asciugatrici potranno essere gestiti in blocco, come se fossero un’unica utenza, in un momento di bisogno della rete interna al cluster, così come per brevi periodi si potranno disconnettere condizionatori e frigoriferi. Il tutto per dare una grande flessibilità alle reti interne che, in questa maniera, riusciranno a gestire al meglio l’intermittenza delle rinnovabili e la relativa imprevedibilità dei consumi. Tutto ciò è possibile con le odierne tecnologie, ma grandi potenzialità potrebbero arrivare dallo sviluppo della mobilità elettrica, che potrà essere utilizzata anche come un enorme dispositivo d’accumulo diffuso. Le autovetture, infatti, nelle città sono utilizzate al massimo per un paio d’ore al giorno, dopodiché, anche nel caso dell’elettrico, il resto del tempo sono ferme, magari attaccate alla rete. In questa fase le batterie dell’auto possono fornire servizi alla rete sia sotto il profilo della potenza, che della qualità del servizio elettrico. L’architettura sarà resa possibile proprio dall’information tecnology che è in grado, visto che lo fa già ora con Internet, di gestire decine di migliaia di dispositivi diversi.
In questo quadro, però, c’è chi perde. O meglio potrebbe perdere se non innova. Sono le utility energetiche che vedranno, in realtà lo vedono già ora e i principali analisti finanziari hanno già lanciato l’allarme, perdere importanti fette di mercato se non avvieranno importanti ristrutturazioni del loro business che oggi è fondato su una logica di mercato vecchia e basata su una dialettica unidirezionale tra il fornitore d’energia e l’utente finale. La soluzione per le utilities, e non solo, sarebbe quella di trasformare il proprio business da quello della fornitura d’energia a quello della fornitura di servizi legati alla gestione dell’energia, anche se in questo quadro le cose non sono così semplici. Da un lato, infatti, i sistemi gestionali si stanno sempre più evolvendo, mentre per quanto riguarda l’aspetto finanziario, indispensabile per chi vuole operare sul larga scala con la funzione di Energy Saving Company (ESCo) al fine di fornire servizi “chiavi in mano” a 360 gradi, i problemi legati all’accesso al credito potrebbero “tagliare le gambe” ai soggetti più piccoli, che spesso sono quelli più dinamici e innovativi. Lo sviluppo delle tecnologie, ma sopratutto l’ideazione di utilizzi innovativi, sarà di sicuro un elemento che influenzerà, in positivo e in negativo, i modelli di business. I contatori elettrici intelligenti dotati di schede Sim simili a quelle dei telefonini consentiranno di acquistare energia a condizioni predefinite, esattamente come si fa con i cellulari, e permetteranno di cambiare all’istante fornitore, in base alla convenienza, magari anche oraria. E chi produce elettricità da fotovoltaico, per ora negli Usa, può far decidere in automatico a un tablet, istante per istante, se sia più conveniente usare l’elettricità prodotta per azionare la lavatrice oppure cederla alla rete, il tutto in base al prezzo di mercato che il dispositivo è in grado di leggere. Insomma anche la gestione finanziaria dell’energia, sia in entrata, sia in uscita, potrà venire automatizzata in base alle personalizzazioni volute dall’utente che in questa maniera potrà muoversi agevolmente in un mercato ritenuto fino ad ora complesso e ad appannaggio dei soli esperti.
I prezzi in discesa, sia degli impianti di produzione energetica diffusa, sia dei sistemi domotici, faciliteranno dinamiche di questo tipo, riducendo le barriere d’ingresso e anche i tempi per l’affermazione di questi fenomeni si accorceranno. Non bisogna dimenticare, infatti, che in soli cinque anni, dal 2007 al 2012, sono stati installati oltre 500mila piccoli impianti fotovoltaici da famiglie e piccole e medie imprese, mentre sul fronte delle telecomunicazioni abbiamo uno dei più alti tassi di penetrazione, circa i telefoni cellulari prima e gli smartphone ora, del mondo. Il tutto con ostacoli e barriere di ogni tipo, con legislazioni caotiche e restrittive per quanto riguarda le rinnovabili e l’assenza quasi totale di banda larga per ciò che attiene alle telecomunicazioni.
L’aspetto energetico sarà, con ogni probabilità, l’apripista di un fenomeno che si preannuncia di più vasta portata. La gestione digitale della vita quotidiana, infatti, sta aprendo scenari impensabili fino a pochi anni fa, migliorando anche la gestione di pratiche consolidate come quelle del car sarin, che dopo anni di stasi sta esplodendo proprio grazie alla possibilità di renderlo “liquido”, ossia di prendere e lasciare l’auto dove si vuole, eliminando i parcheggi di scambio, introdotto dall’Information Technology mobile. Sempre in tema di mobilità, con una serie di App sul proprio cellulare è possibile verificare il passaggio di mezzi pubblici, la disponibilità di taxi e auto a noleggio e anche d’effettuare car pooling, condividendo le spese di viaggio. E il prossimo passo sarà quello della cosiddetta “internet of the things” nel quale il dialogo sarà tra gli oggetti e all’utente saranno presentati i risultati finali. Le auto elettriche, per esempio, propongono al conducente in automatico sia i percorsi più efficienti sul fronte energetico, sia le soste con possibilità di ricarica, mentre sono allo studio “parcheggi intelligenti” in grado di comunicare la propria disponibilità di posti, ma la domotica delle cose non si limiterà solo a energia e trasporti. Tutto il lato della logistica è già stato rivoluzionato, si pensi ai droni di Amazon che hanno cambiato radicalmente gli acquisti, mentre anche il lavoro e la formazione si stanno trasformando attraverso piattaforme sempre più “smart” che consentono modalità di fruizione innovative che consentono usi dal lato utente impensabili fino a pochi anni fa. La cosa interessante è che in tutte queste innovazioni il dato ambientale è sempre presente e la salvaguardia delle risorse e il risparmio di energia sono centrali, a dimostrazione della pervasività degli elementi “green” all’interno di tutte le attività che si rinnovano.
Ci troviamo in una situazione dove la società italiana sembra essere più ricettiva dei decisori per quanto riguarda energia e telecomunicazioni. Un quadro che non potrà durare a lungo, pena una ulteriore perdita di competitività dell’intero sistema Paese.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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