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Energia e clima: ecco la strategia

Il coordinamento FREE ha presentato la proposta della Sec Strategia energetico-climatica, al posto della Sen che vorrebbe il ministro Calenda

Scritto da il 27 gennaio 2017 alle 8:00 | 0 commenti

Energia e clima: ecco la strategia

Essere strategici con l’energia. Non parliamo del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump che se dovesse essere coerente con ciò che ha detto in campagna elettorale vedrebbe solo i fossili, ma dell’Italia che ha varato il percorso di una nuova strategia energetica che dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, affrontare lo scenario energetico futuro, anche alla luce dell’Accordo di Parigi. Il governo, però, sembra che abbia altre intenzioni e ha “incaricato”, attraverso il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, una società esterna di consulenza privata leBoston Consulting group che oltretutto avrebbe un palese conflitto d’interessi visto che lavora per Terna e Snam. Il coordinamento FREE, però non ci sta e ha lanciato la Sec, Strategia energetico-climatica che dovrebbe sostituire la Sen. «Chiederemo al presidente del consiglio e al ministro dello Sviluppo economico – spiega il presidente del Coordinamento Free, GB Zorzoli – di essere fin d’ora coinvolti e chiamati a partecipare all’annunciata stesura della Strategia energetica nazionale».

La Strategia alternativa punta sulla condivisione attraverso un processo preliminare di consultazione, un orizzonte temporale al 2050 e delle indicazioni operative al 2030, per ottenere una crescita sostenuta dell’energia da fonti rinnovabili, in modo da coprire il 100% della domanda nel 2050.«A me la sigla Sec, Strategia energetico-climatica, piace. Mi piace questa combinazione tra energia e clima; è un binomio inscindibile. – ha detto il presidente dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico Guido Bortoni – Ogni strategia deve essere anche un’azione, un’iniziativa attiva non può fermarsi a una semplice ‘omelia’, che non considera tutta la parte di strumentazione necessaria, di politiche pubbliche che permettano di passare dagli obiettivi alle azioni. Invece bisogna mettere in campo tutta una serie di strumenti per passare da una Strategia che non sia soltanto voluta ma che abbia anche un’azione concreta».

Il documento prodotto da Free, dal titolo“Una strategia energetico climatica per l’Italia”, passa in rassegna gli esempi delle consultazioni preliminari che si sono svolte in Germania, Francia, Gran Bretagna per definire strategie energetico-climatiche condivise, che puntano ad obiettivi di lungo periodo e il coordinamento chiede che si avvii un processo partecipativo, simile a quello degli altri paesi, che si concluda in tempi ragionevoli, dando chiare indicazioni al governo sui percorsi di decarbonizzazione in grado di modernizzare l’economia ed evitare investimenti inutili.

«La Strategia energetica non è un giocattolo del passato. È una Strategia complessiva. Condivido il fatto che questa possa esser fatta solo se diventa Strategia del governo. Non possiamo rifare gli errori del passato. – ha detto il presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci – Tra le cose fondamentali della Sec, c’è quella di far capire che questa è una prospettiva economica vincente. Ed è qui la sfida. Anche perché ricordiamoci che in Usa c’è un signore che si chiama Trump, a cui bisogna dimostrare che questa economia e più forte e c’è la responsabilità del governo ma anche dei cittadini perché alcune politiche, anche se buone, se poi vengono fatte male si frenano dei settori importanti. Serve un segnale chiaro del governo ma anche da parte di istituzioni, imprese e società civile».

Free si è soffermata, nella sua analisi, su sei settori dove è necessario intervenire per raggiungere gli obiettivi di una vera e propria Strategia energitico-climatica: agricoltura, industria, centri urbani, patrimonio forestale, territorio sostenibile, infrastrutture e alla fine del documento Free chiede: «una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio, auspicabilmente sotto la responsabilità di un sottosegretario con questa delega».

«Chiediamo a Calenda di abbandonare strategie fossili ritagliate su grandi player. Serve una strategia energetica nazionale che guardi alle rinnovabili. La tradizionale Sen, la Strategia energetica nazionale, non è sufficiente, né per il nostro Paese, che da una strategia genuinamente rinnovabile potrebbe trarre enormi benefici, né per garantire gli impegni assunti a livello internazionale con gli accordi di Parigi – ha detto il deputato di Possibile Pippo Civati – Chiediamo di conseguenza a Calenda, anche alla luce della consulenza richiesta alla Boston Consulting Group per la revisione della Sen di abbandonare strategie fossili ritagliate sugli interessi dei grandi player dell’energia per avviare un confronto pubblico che porti all’elaborazione di una Sec – Strategia energetica climatica – così come già avviene in altri Paesi europei».

E la Strategia Energetico-Climatica (SEC), per Free, deve avere come caratteristiche:

1)      essere il più possibile condivisa, grazie a un approfondito processo preliminare di consultazione;

2)      avere come orizzonte temporale il 2050 e indicazioni operative al 2030;

3)      definire gli obiettivi e le azioni settoriali coerenti con il quadro strategico complessivo, massimizzando le reciproche sinergie.

Tre passaggi fondamentali per adeguare l’Italia a uno scenario energetico, e climatico, in continuo cambiamento nel quale le rinnovabili stanno assumento sempre più il ruolo delle protagoniste.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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