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Il green fa bene all’Italia

Presentato a Roma il rapporto GreenItaly 2014 di Unioncamere e della Fondazione Symbola. Il green dilaga tra le aziende italiane

Scritto da il 04 novembre 2014 alle 21:04 | 2 Commenti

Il green fa bene all’Italia

Una su cinque ce la fa ad adottare il green. Parliamo di oltre 341mila aziende, il 22%, infatti, hanno dal 2008 al 2014 usato tecnologie verdi per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2, dato che sale al 33% nell’industria manifatturiera. Questi i principali numeri del nuovo rapporto GreenItaly 2014 di Unioncamere e della Fondazione Symbola, presentato a Roma.

«Non usciremo dalla crisi come ci siamo entrati, non ci metteremo alle spalle questa tempesta perfetta se non cambiando e imboccando con convinzione la via della green economy, che è anche la strada maestra per contrastare i mutamenti climatici. – spiega Ermete Realacci presidente Fondazione Symbola – L’Italia deve affrontare i suoi mali antichi, che vanno ben oltre il debito pubblico e che la crisi ha reso ancora più opprimenti: le diseguaglianze sociali, l’economia in nero, quella criminale, il ritardo del Sud, una burocrazia spesso persecutoria e inefficace. Deve rilanciare il mercato interno, stremato dalla mancanza di lavoro, dalle politiche di rigore e dalla paura. E deve saper fare tesoro della crisi per cogliere le sfide, e le opportunità, della nuova economia mondiale. Scommettendo sull’innovazione, la qualità, la bellezza, la green economy, per rinnovare il suo saper fare, la sua vocazione imprenditoriale e artigiana. L’Italia, insomma, deve fare l’Italia».

Il green è un aspetto che potrebbe diventare strategico per l’Italia visto che a questo tipo d’investimenti si devono ben 101 miliardi di euro di valore aggiunto, il 10,2% dell’economia nazionale, al netto del sommerso.

«Che la cultura green non sia oggi più soltanto patrimonio di un piccola cerchia di illuminati. – sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – ma, al contrario, sia un orientamento che sta progressivamente conquistando gran parte dei nostri connazionali, è dimostrato dalla disponibilità, che quasi 8 italiani su 10 dichiarano, a preferire prodotti eco-sostenibili all’atto dell’acquisto. Un acquisto peraltro oggi sempre più oculato e attento, visto il permanere di una sostanziale crisi dei consumi. Questa semplice constatazione deve ancora di più valorizzare l’atteggiamento seguito dalle nostre imprese, che si rivelano campioni anche nel fare un diverso tipo di made in Italy, in cui il rispetto della nostra tradizione produttiva si sposa indissolubilmente con la tutela dell’ambiente e si coniuga con una idea di business anche eticamente positiva, oltre che vincente».

E si tratta di scelte che sono sempre più apprezzate dagli italiani visto che il 78% è disposto a spendere di più per prodotti e servizi eco-sostenibili, producendo così lavoro. In Italia, infatti, secondo Symbola ci sono tre milioni di green jobs, cifra che è destinata a salire nel 2014 visto che le assunzioni nel settore green arriveranno a 234 mila: il 61% della domanda di lavoro

«Forse è dalla green economy che può venire il vero Jobs Act – spiega Realacci – I settori che possono dare un maggiore contributo all’occupazione sono quelli in cui c’è una forte presenza di imprese green, come ad esempio nell’edilizia. E quindi bene la conferma degli ecobonus nella Legge di stabilità ma bisogna estenderli agli interventi antisismici. Una vera politica industriale non coincide col fare i conti con le crisi in atto, cosa che è anche necessaria, ma nell’avere un’idea di futuro. E il rapporto Unioncamere-Symbola fa vedere proprio quali sono i settori in cui l’Itali a è già in campo, in alcuni di questi c’è bisogno anche di un indirizzo politico più forte, come ad esempio nella chimica verde, in cui come brevetti oggi siamo i primi al mondo. Ma più in generale si tratta di aiutare questa idea comune d’Italia in cui cromosomi antichi si incrociano con le sfide del futuro e percepire anche la necessità di cambiare profondamente i consumi energetici, per fronteggiare i cambiamenti climatici, come una grande occasione di innovazione produttiva».


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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