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SOSTENIBILITA' AMBIENTALE

“Aria pulita” in Europa

L’Ue ha approvato un nuovo pacchetto di politiche per ridurre l’inquinamento atmosferico. Previsto un netto impatto positivo anche sull’economia

Scritto da il 09 gennaio 2014 alle 8:30 | 0 commenti

“Aria pulita” in Europa

Il prezzo da pagare a causa della cattiva qualità dell’aria è superiore in termini di vite umane a quello dovuto agli incidenti stradali, ed è quindi la principale causa ambientale di decessi prematuri nell’Ue. La cattiva qualità dell’aria ha un impatto anche sulla qualità della vita, in quanto causa asma e problemi respiratori.

La Commissione europea ha preso atto del problema ed ha adottato, a metà dicembre, nuove misure per ridurre l’inquinamento atmosferico. Il pacchetto di politiche in materia di aria pulita rappresenta un aggiornamento della legislazione esistente e punta a ridurre ulteriormente le emissioni nocive.

In particolare, sono questi i tre filoni seguiti: l’istituzione di limiti nazionali di emissione più rigorosi per i sei inquinanti principali; una proposta per una nuova direttiva intesa a ridurre l’inquinamento da impianti di combustione di medie dimensioni, come quelli che forniscono energia a edifici appartenenti a uno stesso isolato o a edifici di grandi dimensioni, nonché piccoli impianti industriali; infine un nuovo programma “aria pulita” per l’Europa, con misure volte a garantire il conseguimento a breve termine degli obiettivi esistenti e, per il periodo fino al 2030, il raggiungimento di nuovi obiettivi per la qualità dell’aria; il pacchetto include anche misure di sostegno per ridurre l’inquinamento atmosferico, con particolare riguardo al miglioramento della qualità dell’aria in città, per sostenere la ricerca e l’innovazione e per promuovere la cooperazione internazionale.

Rispetto a uno scenario invariato da oggi al 2030, si stima che il pacchetto “aria pulita” possa evitare 58.000 decessi prematuri, salvare dall’inquinamento da azoto una superficie di ecosistemi pari a 123.000 km² (pari a oltre la metà della Romania) e una superficie di zone protette Natura 2000 pari a 56.000 km² (superiore a quella della Croazia), salvare dall’acidificazione 19.000 km2 di ecosistemi forestali.

I vantaggi per la salute, da soli, consentirebbero alla società di risparmiare dai 40 ai 140 miliardi di euro in esternalità e si otterrebbero benefici diretti nell’ordine di circa 3 miliardi di euro grazie all’incremento di produttività della manodopera, a minori costi sanitari, all’aumento delle rese agricole e a minori danni agli edifici.

Secondo le stime della Commissione europea, la proposta contribuirà anche a creare l’equivalente di circa 100.000 ulteriori posti di lavoro, perché grazie al minor numero di giorni lavorativi persi si registrerà un incremento in termini di produttività e competitività; si stima che la proposta avrà un impatto netto positivo sulla crescita economica.


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L'autore

Stefania Marra

Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.


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