rigenerazione urbana
La rigenerazione urbana passa, anche, per l’autorecupero
Roma si appresta a varare un piano d'autorecupero da inserire nel processo di rigenerazione urbana
Arriva a Roma l’auto rigenerazione urbana, pratica attraverso la quale è possibile recuperare pezzi importanti di territorio urbano a costo zero per le finanze pubbliche. Il meccanismo è semplice si identificano degli edifici pubblici che la Pubblica Amministrazione non è in grado di utilizzare in maniera adeguata e li si assegna, con precisi vincoli, a enti o cittadini che in cambio del comodato d’uso li ristrutturano a proprie spese.
«In questi mesi abbiamo effettuato un attento lavoro di verifica dei beni inutilizzati, sottoutilizzati o male utilizzati da Roma Capitale negli anni passati. – afferma il vicesindaco e assessore al Patrimonio di Roma Capitale Luigi Nieri – Abbiamo così individuato, ad esempio, alcuni edifici scolastici dismessi in diversi quadranti della cittá che intendiamo destinare, attraverso bandi pubblici, a progetti di autorecupero per rispondere in maniera concreta all’emergenza abitativa che in cittá ha ormai raggiunto proporzioni gigantesche. Attraverso progetti di rigenerazione potremo destinare questi edifici a edilizia sociale».
Oltre a ciò si sta completando il censimento comunale delle occupazioni cosa che consentirà, secondo Nieri, di stringere i tempi con la Regione per il Piano straordinario per l’emergenza abitativa nel Lazio.
«La Giunta regionale Zingaretti con questo piano ha messo a punto uno specifico programma per affrontare l’emergenza a Roma, con circa 200 milioni di euro che saranno messi a disposizione della Capitale da subito – prosegue Nieri – Altri strumenti utili ad affrontare concretamente l’emergenza abitativa che affligge la cittá riguarda il riuso degli spazi inutilizzati nei Piani di Zona, ma soprattutto la rigenerazione degli edifici che ci saranno concessi da Demanio dello Stato».
Durante alcuni incontri il Demanio dello Stato ha garantito alla Regione Lazio che in breve tempo si sarebbe definita la lista definitiva dei beni immobili, tra gli oltre cento richiesti da Roma Capitale per diversi progetti, saranno effettivamente disponibili. «Potremo così verificare quali beni sono riutilizzabili per creare nuova Edilizia Residenziale Pubblica. – aggiunge Nieri – Il primo esempio pratico relativo a questo discorso riguarda l’area di via del Porto Fluviale all’Ostiense, che a breve l’Agenzia del Demanio consegnerà a Roma Capitale».
Roma non è nuova a esperienze di autorecupero urbano. Negli anni ’90, infatti, furono stipuleti dodici accordi per autorecuperare immobili degradati. Ed è una storia di successo. I tecnici comunali incaricati di verificare i lavori, infatti, hanno verificato che i lavori erano stati fatti a regole d’arte, meglio che quelli ordinari e a un costo inferiore.
«La Regione Lazio disporrá quindi anche oggi gli interventi necessari ad avviare una tra le piú interessanti progettazioni di rigenerazione urbana, sociale e culturale della Capitale – conclude Nieri – Puntiamo tutto su rigenerazione, recupero e autorecupero. Interverremo densificando zone giá servite, senza creare nuovi quartieri e cattedrali nel deserto, tutelando l’Agro Romano e senza ulteriore consumo di suolo».
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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Marco Leone
scrive il 20 maggio 2014 alle ore 14:14
Un recupero condiviso, dal basso verso l'alto, insieme ai cittadini ed alle istituzioni, del patrimonio urbano e rurale. C'è chi già l'ha fatto in Italia: La rivalutazione dei fondi rustici promosso dalla Regione Piemonte, il crowdfunding promosso dal comune di Peccioli ( in Toscana ), la spinta di respiro europeo della regione Puglia nel riqualificare fondi urbani... Tornare a sentirsi parte fondamentale del tutto. Di questo si tratta.