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Natura e agricoltura per un futuro sostenibile | Tekneco

tutela della biodiversità

Natura e agricoltura per un futuro sostenibile

Decolla “Life Fa.re.na.it. - Fare rete natura in Italia”, un progetto europeo per valorizzare la natura protetta in ambito agricolo

Scritto da il 28 febbraio 2013 alle 8:31 | 0 commenti

Natura e agricoltura per un futuro sostenibile

Per comunicare il valore non solo della difesa della biodiversità ma della sua importanza per l’agricoltura tradizionale e biologica in queste zone, è partito il progetto europeo Life Fa.re.na.it. – Fare rete natura in Italia, che interesserà tutte le aree Natura 2000 italiane.

Si tratta di un progetto finanziato dalla Commissione Europea con il programma Life a cui partecipano CTS, Ispra, Comunità Ambiente, Coldiretti e Regione Lombardia. L’informazione e la sensibilizzazione delle istituzioni hanno come obiettivo la formulazione di nuovi PSR (Programmi di Sviluppo Rurale), che prendano maggiormente in considerazione le aree Sic e Zps, soprattutto come siti per esperienze agricole pilota, nuove tecniche di coltivazione sostenibile, preservazione della biodiversità e produzione di energia da fonti rinnovabili e pulite.

Sotto la protezione dell’Unione Europea ci sono, infatti, nel nostro Paese oltre 6 milioni di ettari, il 21% del territorio nazionale. Molte di queste zone sono tutelate per valori naturalistici che sono stati conservati da attività umane tradizionali: è il caso dei pascoli di alta quota, dove la biodiversità (a cominciare dalla presenza di specie in via di estinzione) è garantita dalla pastorizia tradizionale.

Queste aree, che vanno sotto il nome di siti di interesse comunitario (Sic) e zone di protezione speciale (Zps), potrebbero dare un contributo sensazionale in termini di riduzione di gas serra. Trentaquattro milioni di tonnellate all’anno è l’impegno di riduzione delle emissioni di CO2 in Italia. Ben il 7% di quest’obiettivo potrebbe essere raggiunto solo riconvertendo completamente ad un’agricoltura naturale tutti i campi coltivati nelle aree protette della Rete Natura 2000.

«Una gestione più sostenibile delle attività agricole nelle aree Sic e Zps – ha spiegato il presidente Ispra De Bernardinis, presentando i dati elaborati dall’Istituto – porterebbe a fissare nei suoli dei campi delle aree Natura 2000, circa 2,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno, pari al 50% delle emissioni annuali dell’industria cartaria italiana e a oltre il 90% di quelle della manifattura del vetro. Per dare un’idea della grandezza di questi numeri, è utile ricordare che nel solo anno 2011, il nostro Paese ha emesso 433 milioni di tonnellate di anidride carbonica. L’adozione di pratiche di agricoltura biologica comporta una serie di benefici ambientali, tra cui la mitigazione dei cambiamenti climatici, la protezione da eventi climatici estremi ma anche, come fortemente voluto dalla Ue, l’affermazione di un’economia sostenibile».

Secondo Stefano Di Marco, vicepresidente del CTS, «Per far partire in tutta Italia la protezione della natura e dell’ambiente di scala continentale, occorre accrescere la conoscenza e la fiducia di chi vive e lavora nelle aree Sic e Zps. Il progetto Fa.re.na.it. ha messo al primo posto le esigenze degli abitanti e dei produttori ed ha aperto una strada nella direzione di un riconoscimento del valore ambientale ed economico dell’agricoltura sostenibile nelle aree Rete Natura 2000».

«Gli agricoltori e le aziende agricole che operano all’interno di un sito Natura 2000 – aggiunge Toni De Amicis di Coldiretti – sono determinanti per la tutela della biodiversità e il successo di questa rete europea. Ci auguriamo che con la nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, si tenga adeguatamente conto di questo aspetto e che conseguentemente gli agricoltori possano attingere a vari strumenti finanziari europei, in relazione al loro ruolo di gestori del territorio rurale e al loro indispensabile contributo alla conservazione della diversità delle specie vegetali ed animali».

«La Rete Natura 2000 – spiega Laura Pettiti del ministero dell’Ambiente – è una realtà di protezione e di produzione di servizi ecosistemici di rilevanza europea ma ancora poco conosciuta in Italia. E particolarmente poco valore si è dato finora alla presenza nella rete di aree cambiate in modo positivo dall’attività umana: ad esempio i campi tradizionali delle montagne appenniniche o i grandi pascoli alpini, che possono e devono continuare a conservare equilibri naturali unici».

«Nelle aree Natura 2000 in Italia – conclude Luigi Servadei del ministero dell’Agricoltura – oltre un terzo del territorio è occupato da attività agricole o di pascolo. Queste zone hanno contribuito e continuano a contribuire attivamente al mantenimento della biodiversità specifica e, se gestite in modo naturale, alla fissazione della CO2. Oggi, lo sviluppo delle aree rurali passa anche attraverso il rafforzamento dell’integrazione tra politiche agricole e politiche ambientali a livello comunitario, nazionale e a livello locale. Si tratta di mettere a regime questa collaborazione e coinvolgere prioritariamente i protagonisti della produzione di risorse primarie e della conservazione sul territorio, a partire da agricoltori e allevatori».


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L'autore

Marco Gisotti

Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).


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