Riqualificazione: una partita dove vincono tutti

La ristrutturazione edilizia è un affare per tutti, fisco, utenti e sistema Paese. L’importo totale della ristrutturazione edilizia anche ai fini energetici è stato al 31 dicembre 2012 – pari a 128 miliardi di euro in quindici anni. Questo è ciò che emerge da uno studio realizzato dal Centro studi Cna e dal Cresme che evidenziano il fatto che di questa cifra 60 miliardi sono stati investiti dal 2007 a oggi, gli anni della crisi, e hanno evitato la caduta del settore delle costruzioni.

Entrando nel dettaglio si nota che 35 miliardi sono quelli legati all‘incentivazione del 36%, ora al 50%, e nove miliardi sono quelli relativi gli interventi di riqualificazione energetica che godono degli incentivi del 55%. E l’incentivazione è stata un mossa vincente anche per le casse dello Stato.

Se da un lato, infatti, il mancato gettito è stato di 31,7 miliardi, spalmanti in arco temporale di dieci anni circa, sul fronte delle entrate si sono avuti ben 49,5 miliardi dovuti a Iva per lavori, materiali, spese tecniche; Ires per imprese e tecnici; Irpef e oneri sociali sulle attivitá dei lavoratori e dall’emersione in nero; ricadute sull’economia, per un totale attivo di 17 miliardi il cui flusso di cassa si è generato nello stesso anno dell’investimento. Un risultato, quindi, che dovrebbe aver convinto anche la Ragioneria dello Stato.

E ora il pericolo per le casse dello Stato sarebbe il fermo degli incentivi. «Se calcoliamo i ratei a valere su interventi giá effettuati e che saranno portati in detrazione nei prossimi anni fiscali, il saldo potenziale per l’erario risulta negativo per 3,5 miliardi”. Ma questo – precisa la Cna – accadrebbe soltanto nel caso in cui si annullassero completamente, fin da luglio 2013, i provvedimenti di incentivazione e, di conseguenza, non si potesse piú contare sui gettiti aggiuntivi provenienti dalla produzione e dal lavoro sospinti dalle agevolazioni». «In pratica, gli incentivi fiscali – prosegue la nota della Cna – hanno garantito allo Stato oltre un miliardo di utili all’anno a partire dal 1998, ma se le detrazioni dovessero arrestarsi il 30 giugno, nei prossimi nove anni lo Stato dovrebbe sostenere una spesa di circa due miliardi all’anno».

Lo studio traccia anche il profilo del mercato della riqualificazione e degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che vale, secondo Cna e Cresme 115,4 miliardi su un mercato edilizio che nel complesso, investimenti in impianti per le energie rinnovabili compresi, “fattura” 187,9 miliardi.

Il recupero edilizio e la riqualificazione energetica sono quindi una base importante che a fronte di una diminuzione del 44% delle nuove realizzazioni dal 2007, pur pagando la crisi, sta mantenendo le posizioni ed è diventata di fondamentale importanza per l’edilizia italiana.