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Roma

Per la rigenerazione urbana a Roma la tangenziale si tinge di verde

Un giardino pensile lungo due chilometri sostituirà le auto in una delle zone più congestionate di Roma

Scritto da il 27 maggio 2014 alle 9:00 | 0 commenti

Per la rigenerazione urbana a Roma la tangenziale si tinge di verde

Da strada, inquinante e impattante a livello acustico e paesaggistico a orto. Questa la filosofia del Progetto Pilota di Coltiviamo la città di Roma, che ha come obiettivo quello di trasformare il tratto di Tangenziale dismessa dalla Batteria Nomentana a Stazione Tiburtina in un giardino agronomico di nuova generazione. Un nuovo nastro verde di due chilometri di lunghezza per venti metri di larghezza.

«Nato nel II Municipio (ex III) – si legge in una nota di Cittadinanzattiva Lazio Onlus – Coltiviamo la città è il primo intervento previsto in riferimento all’adesione del Comune di Roma all’Agenda 21 della Carta di Aalborg». Il progetto è nato dalla proposta di due Associazioni, RES Ricerca Educazione Scienza e Coltiviamo e vuole, secondo le associazioni, essere la risposta romana al tentativo dell’Europa di promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nell’ambito di Horizon 2020. Il progetto più in generale, che è il risultato di tre anni di lavoro delle associazioni e dello Studio Sartogo Architetti in collaborazione diretta con il Municipio, vuole  intervenire in punti critici del territorio di Roma, nell’ottica di una riqualificazione ambientale in ogni Municipio con il beneficio della massima sinergia. La logica dello stesso è il principio per il quale l’ambiente è un bene collettivo, su cui i cittadini hanno diritto di prendere decisioni partecipate e condivise, e il primo intervento proposto come Progetto Pilota è il recupero della Tangenziale dismessa in un giardino agronomico.

Il giardino è diviso in decine di segmenti variabili, da 150 a300 metri, tra i quali ci saranno un albero per ogni neonato, il giardino dei meli, i giardini condivisi, didattici e familiari, i vitigni, con i vari segmenti che saranno gestiti da diverse associazioni. In Europa ci sono diversi casi di interventi analoghi come i Jardins partagés o i Community gardens che forniscono modelli associativi e a Roma è stato creato un “Regolamento sulla collaborazione tra i cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani” redatto da LABSUS – Laboratorio per la sussidiarietà.

I vantaggi di esperienze di questo tipo sono essenzialmente due. Il primo è quello di riqualificare, rigenerandolo, lo spazio urbano e la sua qualità di vita, mentre il secondo è quello di mettere in risalto l’identità forte di una cultura plurimillenaria che ha saputo sviluppare un patrimonio unico al mondo di saperi e sapori grazie al ruolo svolto dall’agricoltura nel preservare la biodiversità e il paesaggio.

«Segno forte e di continuità visiva nei suoi due chilometri, il Progetto si riallaccia alla nobile tradizione del giardino all’italiana, dalla villa romana al giardino medievale e rinascimentale e infine al giardino agronomico nato a villa Pamphili nell’800, di cui è stato adottato il nome che associa la bellezza del mondo organico alla qualità dei suoi prodotti. – proseguono i progettisti – Il giardino offrirà una sperimentazione innovativa delle tipologie d’intervento, dal monitoraggio ambientale all’uso delle fonti rinnovabili: la partecipazione delle eccellenze in campo scientifico e tecnologico ne farà un parco scientifico di tipo didattico in cui esplorare i fenomeni attraverso l’uso di elementi naturali, secondo le esperienze più all’avanguardia nel mondo in questo campo. Sarà affrontata la problematica generale di recupero e manutenzione della struttura esistente nonché della sua bonifica».


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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