osservatorio ambiente
Laghi da salvare: ecco quali sono i principali problemi
I dati raccolti dalla Goletta dei Laghi dimostrano che la situazione negli anni non è migliorata
L’Italia è la prima meta indiscussa delle vacanze degli italiani. A ciò si somma peraltro l’attuale situazione internazionale, che ha convinto la stragrande maggioranza dei concittadini a rimanere all’interno dei confini. La prima scelta ricade, come ogni anno, sulle località di mare, in montagna o in prossimità dei laghi.
Per questo motivo Legambiente da anni monitora la qualità delle acque costiere navigando lungo la penisola con Goletta Verde (che proprio in questi giorni sta finendo il monitoraggio lungo le coste italiane) e, dal 2006, anche attraverso il progetto della Goletta dei Laghi (il cigno azzurro) per analizzare i laghi presi d’assalto tutto l’anno e in particolar modo d’estate.
Il cigno azzurro 2016 ha “viaggiato” lungo 12 laghi realizzando 101 campionature. Purtroppo il 50% ha registrato sforamenti dei limiti di legge con la presenza di batteri di origine fecale, registrando un sostanziale conferma dei dati raccolti nelle edizioni precedenti.. Tra le novità di quest’anno vi è stata l’introduzione del monitoraggio delle microplastiche in acque lacustri che ha registrato il prelievo di 100 campioni in 22 ore di trainata su 108 km di navigazioni percorsi. Così commentano da Legambiente:
“Il nostro monitoraggio continua ad evidenziare ancora troppi scarichi non depurati che finiscono nelle acque dei laghi, alcune situazioni sono note da tempo. Chiediamo un maggior impegno e collaborazione per risolverle”.
Problemi che “sfociano” nei laghi ma che nascono da terra. Per questo nella campagna lacustre del cigno azzurro sono stati coinvolti anche i territori circostanti con attività di informazione e sensibilizzazione anche su temi quali il consumo di suolo e modelli di sviluppo spesso insostenibili nelle aree circostanti i laghi.
Andando ad analizzare in dettaglio l’operato, i parametri indagati dal laboratorio mobile della Goletta dei Laghi hanno riguardato la ricerca di batteri di origine fecale con le metodologie indicate dal Decreto del Ministero della Salute del 30 marzo 2010, che riporta, nello specifico, la “definizione dei criteri per determinare il divieto di balneazione” e dal dlgs 116 del 2008, la cui presenza rappresenta un indicatore di scarichi civili non depurati. Nelle analisi della Goletta dei laghi vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che si trovano lungo le rive dei laghi, punti spesso segnalati dai cittadini attraverso il servizio SOS Goletta.
Specificano da Legambiente:
“Il campionamento puntuale effettuato dall’associazione non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma ha l’obiettivo di individuare e denunciare gli scarichi non depurati che ancora oggi minacciano l’ecosistema lacustre e a volte anche la stessa balneazione”.
Il monitoraggio della presenza delle è stato realizzato utilizzando il protocollo fino ad oggi eseguito solo nei mari. È fondamentale ricordare come, secondo i dati della comunità scientifica internazionale, la plastica rappresenti tra l’80 e il 90% dei rifiuti dispersi in ambiente marino e costiero. La produzione mondiale di materie plastiche supera 280 milioni di tonnellate annue e si stima che aumenti del 4% l’anno.
“Con gli studi sta crescendo la consapevolezza che anche le acque dolci non sono immuni da questo problema e che, trasportate da corsi d’acqua e scarichi, le microplastiche sono sempre più presenti anche nei laghi: un’altra minaccia a cui sono sottoposti questi sistemi semi chiusi, che potrebbero risentire maggiormente della presenza di rifiuti, ma soprattutto delle microparticelle che da questi si originano”
precisano dal cigno azzurro.
È possibile consultare i risultati online sia della goletta dei laghi che della goletta verde all’indirizzo:http://www.legambiente.it/golettaverde-map/
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L'autore
Letizia Palmisano
Giornalista dal 2009, esperta di tematiche ambientali e “green” e social media manager. Collabora con alcune delle principali testate eco e scrive sul suo blog letiziapalmisano.it. È consulente sulla comunicazione 2.0 di aziende ed eventi green e docente di social media marketing. In 3 aggettivi: ecologista, netizen e locavora (quando si può).
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