Polimeri eco-friendly
Bioplastica, dalla chirurgia all’ecologia
Da oggi l'acido poliglicolico (PGA), usato in medicina per le suture, entra nell'industria degli imballaggi e rivela resistenza e capacità di tenuta stagna
Photo: Ali Harlin, ricercatore VTT
L‘acido poliglicolico o poliglicolide (PGA) è un polimero biodegradabile noto dal 1954 ma per diversi anni inutilizzato perché fra le sue proprietà vi era quella di degradarsi abbastanza in fretta. Per questo, dal 1962, in poi è stato usato con successo in medicina nelle suture riassorbibili. Oggi, in tempi di bioplastiche, questo composto vive una nuova stagione di vitalità.
Un’azienda finlandese, specializzata in ricerca e sviluppo di nuove tecnologie, la VTT, ha infatti sviluppato una tecnica per migliorare significativamente le qualità delle bioplastiche per il packaging. La nuova generazione di polimeri “bio” non solo viene considerata “eco-friendly” ma dimostrerebbe anche di avere parecchie qualità superiori comparate con le plastiche tradizionalmente usate per il confezionamento. Secondo il VTT sarà presto possibile rimpiazzare completamente il petrolio con risorse naturali rinnovabili.
«Le plastiche provenienti da fonti naturali sono un passo più vicine alla bioeconomia – spiega Ali Harlin del VTT –. La nuova generazione di imballaggi in plastica riduce non solo la dipendenza dalle risorse fossili, ma offre anche qualità superiori rispetto ai tradizionali packaging».
Secondo la VTT, infatti, questo polimero darebbe maggiore forza e al calore agli imballaggi in plastica migliorandone anche la tenuta stagna. Le bioplastiche a base di PGA sarebbero quindi fra il 20 e il 30 per cento più forti delle plastiche in acido polilattico (quelle, per esempio, ottenute dal mais) e in grado di resistere a temperature di 20 gradi superiori. Sembrerebbe, però, essere più fragile di queste, anche se, assicurano i ricercatori finlandesi, la biodegradabilità potrà essere regolata a piacimento.
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L'autore
Marco Gisotti
Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).
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