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Inquinamento dell’aria killer in Italia. Migliaia le morti premature

Inquinamento atmosferico

Aria killer in Italia, migliaia le morti premature per PM 2,5, NO2 e O3

Pubblicato il rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente. Il triste primato dell’Italia

Scritto da il 01 dicembre 2015 alle 9:04 | 0 commenti

Aria killer in Italia, migliaia le morti premature per PM 2,5, NO2 e O3

In Europa e in Italia si respira una brutta aria. A certificarlo è l’Agenzia europea per l’ambiente (Aea) con il rapporto 2015 “Air quality in Europe” edito il 30 novembre, giorno che coincide con l’apertura della Cop di Parigi.

Nel documento sono stati pubblicati i dati ufficiali aggiornati sulla qualità dell’aria nel vecchio continente e non sono certo confortanti. I “killer” presi in esame sono il microparticolato (PM 2.5), il biossido di azoto (NO2) e l’Ozono (O3). L’inquinamento atmosferico – spiega il report  - detiene il primato tra i fattori ambientali che conducono alla morte oltre a causare l’incremento dell’incidenza di malattie respiratorie e cardiovascolari e il cancro.

Tra i numeri riportati, il dato più eclatante è il triste primato delle morti in Italia per ognuna delle tre classifiche registrate. Secondo i dati (che afferiscono al 2012) sono stati ben 59.500 i decessi nostrani prematuri dovuti al PM 2.5, ben 21.600 per i livelli di biossido di azoto (attribuiti per lo più agli scarichi dei veicoli diesel) e 3.300 per l’ozono.

L’area più a rischio per gli sforamenti sulle micropolveri è la pianura Padana. Se si tiene conto dei livelli dell’OMS – che registra come soglia limite 10 microgrammi per mq invece dei 25 indicati nei livelli UE – le città Italiane che registrano tale sforamento ammontano a ben 73 secondo i dati di Mal’aria 2015 di Legambiente che registrano i calori medi 2013.

Nonostante i continui miglioramenti degli ultimi anni – ha commentato il direttore esecutivo dell’Eea, Hans Bruyninckx – “l’inquinamento atmosferico continua ad incidere sulla salute generale degli europei, riducendo la loro qualità e speranza di vita”. Come sottolineato dal Direttore ciò si traduce anche, in termini economici, in un aumento delle spese mediche e la riduzione della produttività a causa dei giorni di lavoro persi per malattia.

L’elenco dei danni da inquinamento atmosferico registrati dal rapporto si estende, inoltre, alle piante e agli ecosistemi.

I dati dell’agenzia, secondo Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente ella Camera – devono essere “un ulteriore stimolo a ridurre le emissioni puntando su rinnovabili, efficienza energetica e mobilità sostenibile” e devono considerarsi come una spinta “a sostenere seriamente una decisa riduzione delle emissioni di CO2 al vertice Onu sul Clima inaugurato proprio oggi a Parigi”.


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L'autore

Letizia Palmisano

Giornalista dal 2009, esperta di tematiche ambientali e “green” e social media manager. Collabora con alcune delle principali testate eco e scrive sul suo blog letiziapalmisano.it. È consulente sulla comunicazione 2.0 di aziende ed eventi green e docente di social media marketing. In 3 aggettivi: ecologista, netizen e locavora (quando si può).


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