In arrivo il Minibiogas
Sabato 26 giugno, inaugurazione ufficiale del primo impianto Minibiogas Lilliput.
Il 26 giugno, in provincia di Vicenza, verrà inaugurato il primo prodotto di Minibiogas Lilliput. Brevettato dalla Bluenergycontrol, è un impianto di piccola taglia (tra i 25 e i 50 Kw di potenza) che sfrutta i reflui delle aziende zootecniche e le biomasse agricole per produrre energia elettrica e termica.
All’evento parteciperanno Marco Fiorese, amministratore delegato di Bluenergycontrol, e Martino Cerantola, titolare della AgriFloor, l’azienda presso cui si svolgerà l’inaugurazione ufficiale. Sarà un’occasione per fare il punto sull’andamento del settore energetico in agricoltura e per illustrare le potenzialità del minibiogas.
Il biogas si ottiene dalla fermentazione anaerobica (in assenza di ossigeno) di biomasse, come le deiezioni animali e le produzioni vegetali di vario tipo. «Le aziende agricole potenzialmente interessate al settore in Italia sono, secondo i dati Istat 2007, più di 30.000», scrive Marco Fiorese. E «nonostante ciò, nel nostro Paese , gli impianti a biogas a digestione anaerobica alimentati con matrici agricole sono meno di 300 (indagine Aper 2009)», aggiunge. Ma a causa della grande dimensione degli impianti e del loro costo elevato, questa tecnologia è poco diffusa in Italia poiché sostenibile per lo più da grandi aziende (poche nel nostro Paese) o da consorzi di aziende agricole.
E Lilliput è stato progettato proprio per rispondere alle esigenze delle piccole medie aziende italiane che «vogliono “tutto fatto in casa”, ossia in una politica di filiera corta desiderano gestire in autonomia la loro produzione di energia alimentata tranquillamente dai loro reflui o scarti aziendali», spiega Fiorese. Non solo. L’impianto può essere installato in 2 mesi con una semplice DIA (Dichiarazione di Inizio Attività) e, non essendo necessaria nella maggior parte dei casi l’autorizzazione unica regionale, i tempi di autorizzazione sono molto veloci. In più, con la recente tariffa omnicomprensiva, ogni Kilowattora di energia elettrica prodotto viene pagato 0,28 euro per 15 anni. Il che si traduce in reddito sicuro per l’azienda e riduzione al minimo dei tempi di ammortamento dell’investimento. E, non ultimo, per risolvere il problema dell’impatto paesaggistico e ambientale, l’impianto ha la forma di una casetta all’interno di una tenuta agricola.
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L'autore
Gabriella Longo
E' laureata in comunicazione e multimedialità. Si occupa di ambienti multimediali per l'apprendimento. Segue l'evoluzione della tecnologia, in particolare nel suo rapporto con la divulgazione e con il racconto del mutamento della nostra società.
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