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Energia e Ambiente

Rinnovabili ed ecosostenibilità, l’Italia si muove

Da uno studio GE e Handelsblatt Research Institute l’Italia è terza per i progressi compiuti negli ultimi 5 anni nel settore energetico e della sostenibilità

Scritto da il 11 giugno 2014 alle 10:00 | 0 commenti

Rinnovabili ed ecosostenibilità, l’Italia si muove

Photo: Isofoton.es


Molte luci, ma anche ombre per l’Italia dal punto di vista dell’energia e dell’ambiente. Lo attesta uno studio comparativo internazionale di General Electric e dell’istituto tedesco Handelsblatt Research Institute incentrato sulla transizione energetica. Il confronto è stato fatto tra 24 Paesi OCSE e BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) e prende in analisi l’espansione delle fonti energetiche rinnovabili e la sostenibilità ambientale, l’efficienza economica e la sicurezza delle forniture energetiche. La graduatoria paragona i progressi dei Paesi nel corso degli ultimi cinque anni. Di passi in avanti il Belpaese ne ha fatti eccome: infatti, sale sul podio, in terza posizione per i progressi compiuti negli ultimi 5 anni nel settore energetico e della sostenibilità. Le ombre sono note: l’Italia ha ancora prodotto il 70% della sua elettricità da combustibili fossili e, per quanto riguarda l’energia primaria, la percentuale sale all’86%. S’intravede ancora luce quando nel rapporto si evidenzia che l’Italia abbia fatto segnare la migliore prestazione assoluta, per dinamismo, nella produzione di energia eco-compatibile specialmente grazie al grande impulso quanto a energia solare; il rapporto non manca inoltre di segnalare che le condizioni climatiche del Belpaese presentano un notevole potenziale di ulteriore sviluppo proprio di energia solare ed energia eolica.
Ma non c’è solo l’Italia nell’analisi: anzi, lo spazio dei protagonisti se lo contendono i Paesi scandinavi ai vertici nella transizione energetica: se nella classifica delle prestazioni è la Svezia, seguita da Norvegia e Danimarca (oltre ad Austria e Svizzera terzi a pari merito) a salire sul gradino più alto, il regno danese occupa invece la vetta della graduatoria “dinamica”, seguita da USA e, appunto Italia (insieme all’Ungheria). Ma se il fatto che i Paesi scandinavi, occupino tali posizioni «non è sorprendente» si afferma nello studio, dato che «hanno da tempo promosso le fonti di energia sostenibile e sono considerati pionieri della rivoluzione energetica globale», l’Italia si mette in luce ancora una volta, per esempio, quale primo Paese industrializzato ad aver abbandonato l’energia nucleare dopo l’incidente di Chernobyl «e tale aspetto è stato rafforzato anche nel 2011, quando il Paese ha deciso ancora una volta ha deciso di non tornare all’energia atomica». Sempre secondo l’indagine, l’Italia ha quasi raggiunto uno degli obiettivi prefissati per il 2020, generando il 17% del suo fabbisogno energetico lordo da fonti rinnovabili. Tuttavia, analizzando l’attuale posizione del Paese in merito alla riduzione delle emissioni di CO2 e all’aumento della quota di fonti di energia rinnovabili, il nostro Paese si colloca in fascia media, piazzandosi nono su 24 Paesi.


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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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