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Sbilanciamenti, il Consiglio di Stato annulla le delibere

Sono state accolte le tesi degli operatori del mondo delle rinnovabili. Nei prossimi mesi l’Autorità per l’energia dovrà emanare nuove norme in materia

Scritto da il 13 giugno 2014 alle 8:45 | 0 commenti

Sbilanciamenti, il Consiglio di Stato annulla le delibere

Le fonti intermittenti non possono essere programmabili, perlomeno non secondo le disposizioni vigenti sino a oggi. È quanto ha deciso il Consiglio di Stato che, respingendo gli appelli dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico, ha annullato definitivamente le delibere nn. 281 e 493 del 2012 in materia di sbilanciamenti  l’Autorità per l’energia. Ma cosa sono gli sbilanciamenti? L’Aeeg, all’inizio del 2013, aveva stabilito che i produttori di elettricità con le fonti rinnovabili dovessero pagare i cosiddetti “oneri di sbilanciamento”, ossia i costi che il gestore della rete deve sostenere per sanare le differenze tra il programma di immissione e la produzione oraria effettiva di un impianto.

La generazione degli impianti da fonti pulite, dunque, sinora doveva essere programmata e prevista dai proprietari degli impianti, sulla base dello storico e delle previsioni meteo. Una decisione che non è andata mai giù agli operatori del settore, in particolare al mondo dell’eolico, che hanno dovuto di fatto accantonare somme consistenti (per i grandi gruppi anche qualche milione di euro) . Invece la sentenza definitiva ha stabilito che gli oneri di sbilanciamento, così come concepiti, sono da annullare in quanto ritenuti discriminatori per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili non programmabili.

Il Consiglio di Stato, ha aggiunto inoltre che: “la riscontrata discriminazione non può ritenersi superata in ragione della previsione di apposite franchigie, atteso che le stesse, come si afferma negli stessi provvedimenti dell’Autorità, non sono differenziate in ragione della tipologia di fonte”. Soddisfazione è stata espressa dalle principali associazioni di categoria: “Un grande risultato per tutto il settore in generale, e per la nostra associazione in particolare – ha commentato Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili -. Il percorso è stato lungo e non privo di ostacoli, ma l’importante è che finalmente sia stato posto rimedio ad una disciplina ingiustamente lesiva degli interessi dei produttori di energia pulita”.

L’Anev, invece,  ha ribadito la propria disponibilità a contribuire a una soluzione equilibrata che responsabilizzi gli operatori senza discriminarli. Perché, in effetti, appare chiaro che, comunque, nei prossimi mesi l’Autorità per l’energia – che si era spesa tantissimo sul tema – emanerà un nuovo provvedimento in materia, anche se corretto sulla base della sentenza del Consiglio di Stato. L’auspicio degli operatori è, infatti, che l’Aeeg “introduca meccanismi equi e calibrati sulla specificità delle singole fonti e che tenga conto delle difficoltà a effettuare previsioni affidabili di immissione in rete”.


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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