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Per tagliare del 10% la bolletta delle Pmi si interverrà sulle rinnovabili
Oltre al decreto spalma incentivi sono allo studio interventi sui Seu e sugli oneri di sbilanciamento
La riduzione della bolletta elettrica delle Pmi passerà anche per lo spalma incentivi per le rinnovabili, ma non solo: la conferma è arrivata ieri dal Ministero dello Sviluppo che, nel corso dell’assemblea di Assoelettrica, ha reso note le modalità con cui vuole ridurre del 10% le bollette delle piccole e medie imprese. L’obiettivo è agire su più fronti per arrivare a regime (nel 2015) a una bolletta più leggera e più equa per le Pmi.
In particolare le misure proposte dal ministero sono volte ad aiutare: 1) I consumatori collegati in media tensione (circa 105.000 clienti per un consumo annuo complessivo pari a circa 96 TWh) che non godono delle agevolazioni previste per le imprese ‘energivore”. 2) I consumatori collegati in bassa tensione con potenza impegnata > 55 kW (ca. 170.000 clienti con consumo annuo pari a circa 17-20 TWh). Alcune delle misure proposte produrranno un gettito che andrà a beneficio di tutte le utenze elettriche. Tanto che, secondo il piano del Ministero, saranno possibili risparmi sulla bolletta elettrica a regime stimabili in circa 1.900-2.900 milioni di euro su base annua.
Ma come saranno ottenuti questi risparmi? Tutti sono favorevoli a minori spese nell’energia, ma nel programma del Governo ci sono misure su cui gli operatori delle rinnovabili hanno già promesso battaglia. La più importante riguarda la spalmatura obbligatoria degli incentivi per gli impianti fotovoltaicidi potenza superiore ai 200 kW. In poche parole, si propone di allungare obbligatoriamente il periodo di incentivazione di questi impianti da 20 a 25 anni senza riconoscere alcun tasso di interesse. Il gettito previsto è di 700-900 milioni di euro, dunque quasi la metà del totale, quindi appare difficile che il Governo Renzi possa fare grandi concessioni su questo punto.
La novità, poi è che, oltre allo spalma incentivi, ci sono altri due provvedimenti in arrivo destinati a incidere sul comparto rinnovabili: i titolari di Riu, Seu e Seseu attualmente esentati dal pagamento degli oneri di sistema sull’energia prodotta ed auto consumata verranno chiamati a contribuire una quota parte degli oneri (inizialmente circa il 10%) crescente nel tempo, per un gettito previsto di 100-150 milioni di euro. Considerato che proprio il mancato pagamento di questi oneri di sistema costituisce il vero vantaggio per questi sistemi di autoproduzione, è facile capire quanto questa misura potrebbe incidere negativamente.
Altra formula è il pagamento degli oneri di sbilanciamento da parte dei produttori da fonti non programmabili , per un gettito previsto di 100 milioni di euro. Considerato che, in realtà, questi oneri già si pagano da inizio 2013, è probabile che il Governo pensi a un innalzamento. Probabilmente non ci sarà molto tempo per discutere ulteriormente: secondo quanto dichiarato da Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico, la riforma sarà varata già nelle prossime settimane.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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