Grid parity
Le rinnovabili sono già competitive con le fossili
Secondo uno studio Irena, le fonti pulite sono la soluzione ideale per le centinaia di milioni di persone nel mondo ancora prive di elettricità
Le energie rinnovabili sono troppo costose: l’abituale ritornello dei detrattori di queste tecnologie è stato smentito, numeri alla mano, da un recentissimo rapporto di Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, che ha preso in esame i costi di produzione delle diverse fonti di generazione energetica.
In particolare, le rinnovabili sono già oggi il modo più economico per produrre elettricità per quelle centinaia di milioni di persone nel mondo (in particolare nei Paesi in via di sviluppo) che non sono ancora connesse alla rete. Le energie alternative, inoltre, sono diventate anche l’opzione meno costosa per estendere le forniture in quelle aree geografiche che possono contare su risorse adeguate, quali sole e vento.
L’analisi delle singoli fonti effettuata dall’Agenzia, però, riserva non poche sorprese. Irena, infatti, sembra puntare soprattutto sulla produzione di energia da biomassa: quando sono disponibili rifiuti agricoli o forestali a basso costo, i progetti più competitivi riescono a produrre elettricità a soli 0,06 dollari Usa per kWh.
Considerato che il costo di generazione dell’elettricità da combustibili fossili si aggira nei Paesi Ocse tra gli 0,06 e i 0.12 dollari per kWh – escludendo i costi di trasmissione e di distribuzione – risulta evidente come le biomasse si trovino già in una condizione di grid parity.
Ancora più elevate sono le performance dei più competitivi parchi eolici a terra, che sono in grado di fornire energia elettrica a soli 0.04 dollari per kWh. Discorso simile anche l’idroelettrico, che rimane attualmente la fonte pulita con maggiore capacità installata, che in molti casi assicura la più economica produzione di elettricità.
I dati sono invece meno significativi per il fotovoltaico che, nonostante il rapido sviluppo degli ultimi anni, presenta costi di generazione che tipicamente vanno dagli 0,16 ai 0,36 dollari per kWh, dunque ancora abbastanza distanti dalla grid parity. Meglio del fotovoltaico fa persino una tecnologia decisamente più sperimentale come il solare termodinamico, che presenta ormai costi di produzione di 0,14 dollari per kWh.
Tutti questi prezzi, sottolinea l’Irena, sono comunque destinati a scendere ulteriormente nei prossimi anni, mentre lo stesso non si può certo dire dei combustibili fossili, la cui tendenza al rialzo nel lungo periodo appare invece inevitabile.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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