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Le rinnovabili innestano le marce alte | Tekneco

Energie pulite

Le rinnovabili innestano le marce alte

Nel periodo 2011-2017 la Iea prevede una crescita superiore del 60% a quella dei 6 anni precedenti. Positivi anche i numeri dell’Italia

Scritto da il 14 novembre 2012 alle 8:30 | 0 commenti

Le rinnovabili innestano le marce alte

Adesso è ufficiale: le fonti rinnovabili sono attese a una grande crescita non soltanto nel lungo periodo, ma sul breve termine, ossia nei prossimi 5 anni. L’imprimatur non arriva da qualche fondazione legata all’ambientalismo militante ma dalla Iea, l’Agenzia internazionale dell’energia, la stessa che, sino alla catastrofe di Fukushima, spingeva per uno sviluppo della generazione nucleare e che, pochi mesi fa, ha delineato grandi prospettive per gas e carbone.

Una voce autorevole, insomma, ma comunque legata a un modo tradizionale di concepire l’energia, ha riconosciuto definitivamente le grandi potenzialità delle fonti pulite, dedicando uno specifico studio a queste tecnologie (Medium-Term Renewable Energy Market Report 2012).

I dati sono inequivocabili: nel periodo 2011-2017 la produzione di elettricità da fonti rinnovabili dovrebbe registrare una crescita di 1.840 TWh, quasi il 60% in più rispetto ai 1.160 TWh osservati tra il 2005 e il 2011, che pure è stato un periodo di sviluppo molto importante per il settore.

La produzione elettrica green globale passerà dai 4.540 TWh nel 2011 ai quasi 6.400 TWh nel 2017, per un tasso di incremento annuo del +5,8%. In termini di nuova potenza installata, sono attesi 710 GW di impianti rinnovabili da qui al 2017, di cui il 40% concentrato in Cina (270 GW), seguita dagli Stati Uniti con 56 GW e da India, Germania e Brasile con oltre 30 GW ciascuno.

Se, dunque, negli scorsi anni l’Europa era stata la capofila della rivoluzione energetica green, la leadership sembra destinata a passare ai Paesi emergenti. La Cina, in particolare, punterà su queste fonti per soddisfare la sua rapida crescita della domanda di energia elettrica, grazie anche a un’ampia disponibilità finanziaria. Ugualmente in India le esigenze di elettrificazione rurale (messe in luce anche dal disastroso blackout della scorsa estate che ha paralizzato il Paese) dovrebbe incoraggiare la produzione elettrica da fonti rinnovabili.

L’attesa ripresa economica degli Stati Uniti dovrebbe favorire le Fer mentre, al contrario, le difficoltà economiche di questi tempi dell’eurozona hanno spinto la Iea a modificare al ribasso le prospettive per il vecchio continente.

Per quanto riguarda l’Italia, in particolare, le previsioni del report sono in chiaroscuro: senza dubbio l’indebolimento della nostra economia e le difficoltà di accesso al credito freneranno la crescita delle fonti pulite nel nostro Paese che, infatti, non è considerato dalla Iea come uno dei mercati principali. Altre difficoltà sono rappresentate dall’eccesso di capacità produttiva che ormai caratterizza l’intero sistema elettrico nazionale, nonché dalla necessità di ammodernare le reti di trasmissione.

D’altra parte, però, l’aumentata competitività di alcune fonti (il solare in particolare dovrebbe raggiungere la tanto attesa grid parity) e gli obiettivi europei in materia, dovrebbero comunque spingere il comparto. La produzione di energia verde italiana dovrebbe così crescere di circa 34 TWh nei prossimi 6 anni, raggiungendo quasi i 120 TWh nel 2017, in evidente progresso rispetto agli 85 TWh di fine 2011.

Il contributo della principale fonte, il grande idroelettrico, resterà sostanzialmente stabile, mentre il solare conoscerà un ulteriore boom, aumentando da 10 a circa 30 TWh la propria produzione energetica. Aumenti meno consistenti ma comunque importanti per eolico e bioenergie, mentre resterà inalterato il contributo del geotermico. Questi numeri, tra l’altro, permetterebbero all’Italia di superare notevolmente i target europei in materia di rinnovabili, almeno per quanto riguarda la parte elettrica.

Ritornando all’analisi globale della Iea, il report mette in luce la rinnovata vitalità dell’idroelettrico tradizionale, anche in questo caso per effetto degli investimenti dei Paesi in via di sviluppo: questa fonte, secondo la Iea, vedrà mediamente 120 TWh di produzione aggiuntiva annua e manterrà così un ruolo predominante nel mix elettrico verde dei prossimi anni, generando il 70% circa di tutta l’elettricità rinnovabile nel mondo, un dato comunque in diminuzione rispetto al 2011 per effetto del grande sviluppo atteso per le vere e proprie energie alternative.

Tra queste, il ruolo di protagonista spetterà all’energia eolica (onshore e offshore), che dovrebbe fornire il maggiore contributo al mercato globale della produzione rinnovabile di energia elettrica nel 2017, con una percentuale del 16,7%. Nel 2011-17, l’energia eolica dovrebbe crescere in media di 100 TWh per anno (+15,6%), in buona misura (90%) per gli impianti a terra, che aumenteranno la propria capacità da 230 GW a oltre 460 GW.

Anche in questo caso la Cina dovrebbe svolgere un ruolo predominante, aggiungendo 104 GW nel periodo 2011-17. L’energia del vento onshore è vista dalla Iea come una tecnologia matura, sempre più competitiva con le alternative convenzionali. Più ridotta, nello stesso periodo preso in esame, la crescita dell’eolico offshore, destinato a esplodere probabilmente più nel lungo periodo. La capacità installata dovrebbe comunque passare dai soli 4 GW del 2011 ai 26 GW del 2017, sostenuta da generosi incentivi.

In seconda posizione le bioenergie, che dovrebbero rappresentare l’8,3% della produzione elettrica rinnovabile nel 2017. La generazione di energia da bioenergia, che comprende biomassa solida, biogas, biocombustibili liquidi e rinnovabili, rifiuti urbani, aumenterà in media di 37 TWh all’anno (+9,6%), portando la capacità installata dai 70 GW del 2011 ai 119 GW del 2017.

Soltanto in terza piazza, e molto distaccate, le diverse tecnologie per la produzione di energia dal solare, che dovrebbero fornire un contributo del 4,9% per la produzione da fonti rinnovabili. Ovviamente la parte del leone spetterà al fotovoltaico, la cui produzione dovrebbe crescere in media del 35 TWh all’anno (27,4%) e la capacità aumentare dai 70 GW del 2011 a ben 230 GW nel 2017.

Questo sviluppo dovrebbe essere guidato da Cina (32 GW), Stati Uniti (21 GW), Germania (20 GW), Giappone (20 GW) e Italia (11 GW). Molto più ridotti, invece, i numeri del solare a concentrazione, che dovrebbe comunque passare dai 2 GW di capacità totale nel 2011 agli 11 GW nel 2017. L’energia elettrica da fonti geotermiche, infine, rimarrà una piccola nicchia nella produzione da fonti rinnovabili, con una quota dell’1,4%, anche se è prevista in crescita costante nel medio periodo.


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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