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Anie/Gifi: V Conto Energia punitivo per il solare

Secondo Valerio Natalizia, presidente Anie/Gifi, il Quinto Conto energia mette a rischio le imprese e migliaia di posti di lavoro

Scritto da il 19 novembre 2012 alle 8:30 | 2 Commenti

Anie/Gifi: V Conto Energia punitivo per il solare

Photo: Valerio Natalizia, presidente di GIFI


Il nuovo Conto energia non ha soddisfatto praticamente nessuna delle numerose associazioni di categoria che rappresentano il mondo del fotovoltaico nazionale, che temono pesanti ripercussioni per lo sviluppo del settore nel suo complesso. Ne abbiamo parlato con Valerio Natalizia, presidente di Anie/Gifi, aderente a Confindustria.

Qual’è il giudizio complessivo di Anie/Gifi sul quinto Conto energia? Quali sono secondo voi i punti più critici?

Il quinto conto Energia rappresenta secondo noi una legge punitiva per tutta l’industria fotovoltaica italiana. A nostro avviso lo strumento più contestato di questo decreto è senza ombra di dubbio il registro per gli impianti sopra i 12 kW (con alcune piccole eccezioni). Sarebbe stato sufficiente alzare questa soglia a 200 kW. Nonostante la Commissione Europea, le Regioni, le imprese e le associazioni si siano schierate compattamente contro questa misura, i ministri firmatari non hanno voluto interpretare il fotovoltaico come motore dello sviluppo del Paese, bloccando di fatto il mercato e causando la ulteriore perdita di migliaia di posti di lavoro. Con il quinto Conto energia molte aziende che fino ad oggi hanno seriamente investito capitali sono costrette a ridimensionare drasticamente il personale e ridurre gli investimenti, a scapito non solo del Sistema Paese ma anche delle casse dello Stato.

Secondo voi quanto – realisticamente – potrà restare in vigore il quinto Conto energia prima del raggiungimento della soglia di 6,7 miliardi di euro di spesa annua?

Un dato di fatto è che, prima della partenza del sistema, circa 150 milioni di euro sono già stati “erosi”. Per poter dare una risposta accurata bisogna aspettare l’esito del primo registro che si chiuderà il 19 settembre (data successiva alla chiusura in redazione di questo numero di Tekneco, ndr). A quel punto potremo verificare quali impianti saranno incentivati con la prima tornata e quali impianti, pur avendo tutti i requisiti, resteranno esclusi e quindi dovranno ripresentare domanda per il secondo registro. Una stima cautelativa potrebbe comunque essere quella della seconda metà del 2013.

Ritenete possibile che lo Stato possa finanziare ulteriormente il solare una volta terminati i fondi del quinto Conto?

Credo che sia un’ipotesi da non escludere, magari con forme diverse rispetto all’attuale sistema.

Quali investimenti rimarranno economicamente remunerativi? Che tipo di strategia adotteranno in tal senso i vostri associati?

Credo che dal punto di vista della remunerazione tutte le tipologie d’impianto resteranno interessanti, specialmente considerando il rischio praticamente nullo e l’affidabilità nel costruire un impianto fotovoltaico. Purtroppo però, come già detto, l’accesso agli incentivi sarà maggiormente complicato per gli impianti sopra i 12 kW. Particolarmente interessante è, comunque, il meccanismo incentivante che prevede un premio alle installazioni fotovoltaiche in sostituzione di amianto. Inoltre, il bonus per l’autoconsumo già previsto nel quarto Conto energia introduce un ulteriore stimolo all’uso efficiente dell’energia, che potrebbe avere sviluppi tecnologici interessanti anche dal punto di vista dell’accumulo. A tal proposito a novembre abbiamo in programma un seminario proprio sull’accumulo dell’energia durante il quale analizzeremo lo stato dell’arte sia dal punto di vista tecnologico che di mercato e ricerca.

Negli anni scorsi le associazioni di categoria, a ogni nuova modifica dei sistemi incentivanti, hanno sempre lanciato allarmi per lo stato di salute del settore che, invece, ha poi sempre macinato risultati record. Perché questa volta potrebbe andare diversamente?

Per rispondere a questa domanda vorrei far parlare i fatti. Tra il 2011 e il 2012 solo le nostre aziende associate sono state costrette a licenziare alcune migliaia di persone, oppure hanno fatto ricorso sistematicamente alla cassa integrazione. Quindi da un lato abbiamo uno sviluppo insostenibile e disordinato del mercato, causato da cambi repentini della normativa. Dall’altro abbiamo una filiera che si vede costretta a ridurre il personale per far fronte agli stop & go del mercato, a loro volta provocati dalla mancanza assoluta di una pianificazione ragionata e sensata della strategia energetica. I modi e i tempi del quinto Conto energia non sono assolutamente adeguati ad accompagnare il settore verso la grid parity.

A proposito di grid parity; in un vostro recente studio avete dimostrato che la Sicilia ha praticamente raggiunto la parità di costo con le fonti fossili. In quanti anni anche il resto dell’Italia raggiungerà questa condizione?

Secondo le nostre stime, con una incentivazione adeguata, in Italia avremmo potuto raggiungere la grid parity in modo graduale per tutti i segmenti di mercato verso la fine del 2014. Per quanto riguarda la Sicilia, il problema principale è rappresentato dalla burocrazia che allunga i tempi delle autorizzazione aumentando di fatto i costi. Inoltre, con il quinto Conto energia i prezzi dei componenti fotovoltaici hanno subito una diminuzione accelerata generando una grid parity “artificiale” e soprattutto l’indebolimento della filiera con la conseguente scomparsa di molte aziende.

Qual è, invece, la vostra posizione relativamente all’accusa di dumping rivolta da diverse aziende europee nei confronti dei produttori cinesi?

Come Anie/Gifi siamo sempre stati a favore del libero mercato, con regole certe che garantiscano la concorrenza tra i diversi paesi e quindi tra i diversi produttori di tecnologie. Questo, a nostro avviso, accelera il raggiungimento della piena competitività del settore attraverso economie di scala che aiutano l’intero mercato. Solo nel caso in cui queste regole certe e la normale lealtà commerciale vengano meno sarebbe auspicabile un forte intervento da parte dell’Ue. In tal senso vediamo in modo positivo ogni azione volta a verificare in modo obiettivo il rispetto di tali regole.


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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