Fonti pulite
La cogenerazione è la via maestra per l’efficienza
La produzione simultanea di elettricità e calore è in grado di ridurre il consumo di combustibili fossili e la produzione di gas a effetto serra
La cogenerazione, non è certo una tecnologia nuova ma in questo ultimo periodo sembra di nuovo tornata sulla cresta dell’onda, perché in grado di assicurare due degli elementi chiave della generazione energetica moderna: efficienza e prossimità al luogo di consumo. Come recita la definizione dell’Enea, con cogenerazione si intende il metodo con il quale si realizza il simultaneo utilizzo di elettricità e di calore.
A livello tecnico la cogenerazione non implica l’utilizzo di nuove tecnologie di conversione energetica: in generale un sistema cogenerativo è costituito da un impianto motore primo, da un generatore elettrico che, mosso dall’impianto motore, è in grado di produrre elettricità, e da recuperatori di calore (scambiatori di calore).
Con questa modalità, l’efficienza di utilizzo dei combustibili fossili può arrivare fino a oltre l’80%, con conseguenti minori costi per l’approvvigionamento e emissioni di inquinanti e di gas a effetto serra più limitate rispetto alla produzione separata di elettricità e di calore. Le centrali termiche per la produzione di energia elettrica, infatti, hanno, in generale, una bassa efficienza energetica: soltanto il 40-50% (fino al 55% negli impianti più moderni) dell’energia termica contenuta nei combustibili fossili viene trasformata in energia elettrica, mentre la restante quantità è dissipata nell’ambiente senza alcun utilizzo.
La cogenerazione, invece, presuppone proprio la possibilità di utilizzare il calore in prossimità del luogo stesso di produzione. In generale, infatti, trasmettere il calore a grande distanza non è tecnicamente realizzabile, a causa soprattutto dell’ elevata dissipazione che si avrebbe durante la trasmissione. Per questo motivo, gli impianti di cogenerazione sorgono di solito in prossimità di utilizzatori termici. Se il calore viene prodotto a temperatura relativamente bassa, sarà destinato a impieghi di tipo civile, come il riscaldamento di ambienti o il teleriscaldamento urbano. Se il calore prodotto è più “pregiato” (temperatura e pressione elevate), sarà utilizzato, sotto forma di vapore, in lavorazioni industriali.
La tecnologia che abbiamo descritto è abbastanza diffusa nel nostro Paese, secondo la stima ufficiale del ministero dello Sviluppo economico, che ha preso in considerazione i progressi della cogenerazione ad alto rendimento in Italia tra il 2004 ed il 2010. In questo periodo si è assistito a un cospicuo incremento (circa 3.000 MW, ossia circa il 40%) della potenza complessiva di cogenerazione. Più della metà del potenziale nazionale di cogenerazione ad alto rendimento – stimato complessivamente in almeno 17.000 MW – era perciò già in funzione alla fine del 2010.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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