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Il potenziale verde dell’Africa
Uno studio europeo analizza i possibili scenari di sviluppo delle rinnovabili nel continente e indica per ogni area le energie su cui conviene puntare
Il continente nero ha un enorme potenziale in termini di produzione di energia da fonti rinnovabili. Lo sanno bene gli investitori stranieri che già da un po’ di tempo stanno puntando gli occhi sull’Africa per lo sviluppo dei loro progetti. Ma quali sono le fonti più promettenti e come sfruttarle al meglio? Il Joint research centre (Jrc) della Commissione europea ha cercato di fare luce su questi aspetti con uno studio dal titolo “Renewable energies in Africa”, in cui si analizza il consumo energetico dell’Africa e il contributo delle diverse tecnologie verdi in base alle caratteristiche del paese. Il report presenta una serie di scenari sulla possibile diffusione del solare, dell’eolico, delle biomasse e dell’idroelettrico tenendo in considerazione la loro resa energetica, la redditività economica e la sostenibilità ambientale sulla base di vari fattori, come la presenza della rete elettrica, la densità di popolazione e il prezzo dei combustibili tradizionali.
In 600 milioni senza elettricità
Secondo i dati Oecd/Iea del 2010, quasi un miliardo e mezzo di persone nel mondo non ha accesso all’elettricità e l’85% di queste vive in aree rurali, mentre sono più di un miliardo quelle che non possono contare su reti elettriche affidabili. In Africa il numero di chi non ha accesso all’energia elettrica ha raggiunto i 600 milioni nel 2008 (dati Alliance for Rural Electrification elaboration/Iea) concentrati per la maggior parte nelle aree rurali. Proprio l’elevata percentuale di popolazione rurale, unita alla scarsa disponibilità economica, al basso consumo pro capite di energia e al fatto che la maggior parte di queste zone non sono raggiunte dalla rete elettrica, ha spinto le comunità a far uso delle fonti energetiche tradizionali, come la biomassa da residui agricoli e forestali e il carbone, per cucinare e riscaldarsi. Queste risorse, che soddisfano quasi il 60% dei bisogni energetici attuali, vengono però fatte bruciare in stufe e forni non adeguati, con la conseguenza di aumentare le emissioni di gas serra, la cattiva qualità dell’aria indoor e i problemi di salute. Si capisce quindi l’importanza delle energie rinnovabili in Africa.
Le mappe del Jrc
I ricercatori europei hanno messo insieme i dati sulla radiazione solare, sul vento, sulla biomassa da foreste, agricoltura e rifiuti e sulle fonti d’acqua e li hanno poi incrociati con quelli relativi alla disponibilità di infrastrutture, ai costi del combustibile fossile e del trasporto, per poter stimare per ogni regione il mix rinnovabile più conveniente. Nelle zone remote del paese, per esempio, dove la densità delle famiglie è bassa, qualsiasi investimento per ampliare la rete elettrica non può essere competitivo, sottolinea il rapporto.
Secondo i dati del Photovoltaic Geographical Information System (Pvgis) del Jrc, in molte parti dell’Africa un pannello fotovoltaico può produrre il doppio dell’elettricità di quello che produrrebbe nell’Europa centrale. Confrontato con l’estensione della rete elettrica e le mini-reti alimentate da diesel, il fotovoltaico nella forma di impianti stand alone e mini-reti risulta più competitiva nelle aree scarsamente popolate e non collegate alle strade principali. Nel Nord Africa a fare concorrenza alle fonti di energia rinnovabile è proprio il diesel, che è incentivato e venduto a prezzi economici. Nelle regioni sub sahariane, invece, la sfida è stata individuata dal rapporto nel miglioramento della sostenibilità e dell’efficienza delle tradizionali biomasse e lo sviluppo di un’alternativa a questa materia prima, attualmente sovrasfruttata. Le piccole centrali idroelettriche hanno ampie prospettive in Africa equatoriale data la grande presenza di fiumi e il fatto che la maggior parte delle famiglie vive lungo i corsi d’acqua. Considerando l’attuale infrastruttura di rete, l’energia eolica è la più sfruttabile su larga scala nelle zone settentrionali dell’Africa, in particolare sulla costa mediterranea, e nelle parti più meridionali del continente.
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L'autore
Roberta Pizzolante
Giornalista pubblicista dal 2005 e scrive di scienza, ambiente, energia, diritti umani e questioni etiche e sociali. Salentina di nascita, romana d’adozione, è laureata in Sociologia e ha un master in “Le scienze della vita nel giornalismo e nei rapporti politico-istituzionali” conseguito alla Sapienza. Fa parte della redazione di Galileo e Sapere e collabora con Le Scienze, Mente & Cervello, Terre di Mezzo street Magazine.
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