Fonti pulite
Teleriscaldamento, troppi stop and go
A poche settimane dalle lodi dell’Autorità per la concorrenza, arriva un provvedimento del Governo Letta che lo penalizza
Un copione classico si sta ripetendo per l’ennesima volta in ambito energetico: una tecnologia è a parole blandita e auspicata da importanti relazioni o documenti programmatici. A stretto giro di posta, però, arrivano notizie di provvedimenti o decisioni che contrastano completamente con un’impostazione di sostegno e, anzi, in qualche modo ne ostacolano lo sviluppo. Il copione si è ripetuto tante volte in passato per fotovoltaico, eolico e persino per le rinnovabili termiche, disorientando non poco operatori e investitori del settore.
Questa volta è arrivato il turno del teleriscaldamento: come avevamo scritto nelle settimane scorse, l’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato aveva pubblicato i risultati dell’Indagine Conoscitiva sul settore. Un documento che analizza nel dettaglio l’eterogeneità del settore, il posizionamento di mercato del servizio rispetto ad altre modalità di riscaldamento alternative, evidenziando numerosi aspetti positivi dal punto di vista energetico e ambientale e sostanzialmente minimizzando i pericoli per la concorrenza.
In un Paese “normale”, la logica sarebbe quella di attendersi successivi interventi a favore di questa tecnologia. In Italia, invece, accade esattamente il contrario, complici anche i repentini cambi di Governo e l’eterogeneità della macchina amministrativa. Questa volta è il regalo è stato del Governo Letta, di cui ci è accorti soltanto con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, lo scorso 21 marzo. Il decreto governativo prevede la riduzione del 15% del credito di imposta a favore dei clienti allacciati alle reti di teleriscaldamento alimentate a biomassa, con l’aggravante di retroattività del provvedimento a far data dal 1° gennaio 2014.
Immediata è stata la reazione del presidente della FIPER Walter Righini: ”Siamo indignati da questo provvedimento retroattivo del Governo uscente, dalle sue modalità e dal segnale dirompente che produce in ambito montano. Infatti, riducendo il credito di imposta ossia lo sconto (articolo 2, comma 12, della legge 203/2008) applicato ai clienti finali allacciati a reti di teleriscaldamento e nel contempo non diminuendo nella medesima percentuale la componente fiscale sulle fonti fossili destinate al riscaldamento, si finisce per favorire l’impiego di questi combustibili anziché promuovere la filiera bosco-legno-energia in ambito locale”. Il finale è classico, ossia l’appello al (nuovo) Governo perché riveda il provvedimento. Ma troppi stop and go non possono che fare male al settore.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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