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Energia alternativa

Energia dai rifiuti, l’apporto della frazione organica

In Italia crescono gli impianti di digestione anaerobica dei rifiuti “umidi”: un’opportunità green di creare energia

Scritto da il 02 luglio 2014 alle 9:00 | 1 commento

Energia dai rifiuti, l’apporto della frazione organica

Photo: Paul Gillet


Waste to energy, ossia la spazzatura non va più vista come un rifiuto, ma come una risorsa preziosa: si calcola che da ogni sacchetto gettato ogni giorno nel cassonetto potenzialmente contiene 2.200 kilocalorie, che equivalgono all’energia prodotta da più di un litro di benzina.
Come riuscire però a convertire la spazzatura in energia? Tra le strade praticabili e green vi sono i biodigestori (per lo più anaerobici), che permettono di trasformare in energia (e compost) la frazione organica dei rifiuti (Forsu).
Proprio in tema di scarto organico, ricorda il Consorzio Italiano Compostatori (CIC), per quanto riguarda il numero di impianti di digestione anaerobica, negli anni 2005-2011 sono aumentati di 7 volte, arrivando nel 2011 a registrare 27 impianti che trattano rifiuto organico.
Tra i più recenti esempi, il “Progetto Biodigestori” del Gruppo Hera, con la realizzazione di un impianto di biodigestione anaerobica in ognuna delle 5 province in Emilia-Romagna in cui gestisce il ciclo rifiuti, con una produzione prevista di energia elettrica rinnovabile pari a oltre 32 milioni di Kwh annui. Da citare anche i risultati sopra le stime in Umbria per il biodigestore a Nero Montoro (frazione di Narni) della GreenAsm (joint Venture di TerniEnergia e ASM Terni), dove sono stati prodotti oltre 4 milioni di kWh di energia rinnovabile e trattate più di 29 mila tonnellate di frazione organica dei rifiuti solidi urbani.
Invece, tra le aziende che realizzano impianti specifici è da segnalare la altoatesina BTS Biogas, il principale costruttore di impianti di biogas in Italia, che ha realizzato la linea di impianti, “Waste to POWER”, per produrre energia utilizzando rifiuti organici al 100% che conta su un sistema di pretrattamento in grado di separare i rifiuti, garantendo un grado e una qualità estremamente elevata del materiale organico separato e rendendo possibile l’utilizzo di materiali altrimenti non utilizzabili per la digestione anaerobica. Un impianto BTS Biogas di questa linea stato recentemente completato nel Mantovano, della potenza di 1 MW, cui vengono conferite 3500 tonnellate l’anno di Forsu proveniente da scarti organici di cucine, mense e dalla raccolta differenziata dei cittadini.


Commenti

È stato inserito 1 commento.

  • gianpaolo bizzotto
    scrive il 07 luglio 2014 alle ore 16:33

    Leggo l'interessante articolo:Energia dai rifiuti, l'apporto della frazione organica e volevo segnalare che a quanto mi risulta il primo impianto di grossa dimensione e ben funzionante in Italia che trattava il rifiuto umido ricavandone molta energia elettrica in sistema anaerobico è stato costruito a Bassano del Grappa (Vi) e in funzione dal 2004. Impianto che non voleva nessuno e che godeva di un contributo molto interessante del Ministero dell'Ambiente. Questo impianto tra tantissime critiche di alcunii politici ed amministratori locali che avrebbero optato per un inceneritore, è stato decisamente voluto dal sottoscritto allora Sindaco per due mandati della Città di Bassano del Grappa, tramite la società partecipata Brenta Servizi spa. Mi fà enorme piacere vedere che altre realtà locali, purtroppo solo al Nord e Centro Italia, abbiamo scelto questa tecnologia. Grazie.

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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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