normativa
Al via i nuovi incentivi sulle rinnovabili
Il Governo ha varato i decreti che cambiano l’incentivazione per il fotovoltaico e le altre fonti pulite elettriche, con qualche novità
Al termine di un tormentone lungo quattro mesi e anche di più, alla fine il Governo ha varato gli attesi decreti che riformano i sistemi di incentivazione sulle rinnovabili elettriche. Il testo definitivo sembra rispettare le previsioni della vigilia: l’Esecutivo ha accolto alcune richieste di modifica avanzate da associazioni di categoria ed enti locali, ma l’impianto complessivo della riforma già delineata lo scorso aprile non è stato stravolto.
Secondo il Governo i Decreti pongono le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile delle energie rinnovabili, allineando gli incentivi ai livelli europei e adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato delle tecnologie. Le principali modifiche introdotte rispetto alla versione originaria riguardano l’ampliamento del budget di spesa, per un totale di 500 milioni di euro annui – pari a ulteriori 10 miliardi di euro di spesa su 20 anni – suddivisi tra fotovoltaico (200 milioni in più, per un totale di 6,7 miliardi di euro annui di sostegno statale) e altre fonti (300 milioni aggiuntivi, per complessivi 5,8 miliardi).
Per quanto riguarda il nuovo Conto energia fotovoltaico, non sono previsti periodi transitori: il sistema entrerà in vigore 45 giorni dopo il superamento (previsto a breve) della soglia di 6 miliardi di incentivi. In compenso sarà introdotta una forte semplificazione delle procedure per l’iscrizione ai registri; in più saranno esentati dai registri gli impianti a concentrazione, quelli innovativi e di proprietà di Amministrazioni pubbliche, oltre a quelli in sostituzione di amianto fino a 50 kW. Fuori dai registri anche gli impianti tra i 12 e 20 kW che richiedono una tariffa ridotta del 20%.
Importante anche l’introduzione di bonus per le installazioni fotovoltaiche realizzate in sostituzione di coperture in amianto e per quelle con preponderante uso di componenti europei.
Meno novità, invece, per le altre rinnovabili elettriche: definito comunque un incremento dei sussidi per alcune specifiche tecnologie che presentano una forte ricaduta sulla filiera nazionale e la rimodulazione dei termini di pagamento dei certificati verdi; confermata anche la priorità di accesso al registro per gli impianti realizzati dalle aziende agricole.
Insomma, il contenuto della riforma potrà piacere o meno ma, finalmente, dopo mesi di incertezza, gli operatori delle rinnovabili hanno una base da cui ripartire.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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giuseppe
scrive il 21 luglio 2012 alle ore 02:12
Rinnovabili,perchè i politici stanno massacrando le energie rinnovabili? chi spalleggiano? Non vogliono che si creino posti di lavoro nnonostante la crisi,con l'unico settore trainante della nostra Italia. a che sporco gioco stanno giocando? Poi dicono che spendono circa 70 milioni di euro x pagare l'energia fossile(inquinante) all'estero. Si vergognino stanno rovinando l' Italia e il benessere degli ITALIANI.