Politiche comunitarie
2020: avanza l’Europa delle rinnovabili
Eurostat ha fatto il punto sugli obiettivi Ue in materia di rinnovabili al 31 dicembre 2012, certificando i progressi delle energie verdi. L’Italia è tra i Paesi leader
Il traguardo del 2020 appare a portata di mano, anche se alcuni Paesi sono ancora molto distanti dal raggiungimento degli obiettivi comunitari. È quanto evidenzia la rilevazione annuale di Eurostat, l’istituto di statistica del Vecchio Continente, che ha fatto il punto sullo stato degli obiettivi Ue in materia di energie rinnovabili al 31 dicembre 2012. La buona notizia è che ormai le fonti pulite coprono il 14,1% dei consumi energetici europei, circa l’1% in più rispetto al dato di fine 2011, una crescita che fa ben sperare nel raggiungimento di quota 20% entro il 2020.
L’altro aspetto positivo è che l’Italia è uno dei Paesi in cui si è registrato uno degli sviluppi maggiori a partire dal 2004. Dal 5,7% del 2004 si è arrivati al 6,5% nel 2007, per poi arrivare al 10,6% nel 2010, al 12,3% nel 2011 e, infine, al 13,5% nel 2012. Considerato che il target nazionale è del 17%, manca solo un 3,5% per raggiungere definitivamente l’obiettivo. Più che dalla parte elettrica (eolico e fotovoltaico), il nostro Paese è chiamato a ulteriori progressi soprattutto nel settore trasporti.
Ritornando alla scala europea, Eurostat evidenzia come solo tre nazioni – Svezia, Bulgaria ed Estonia – abbiano già raggiunto gli obiettivi 2020. I paesi ‘più verdi’ in termini assoluti sono la Svezia (record Ue con il 51%, superando con otto anni di anticipo il target del 49%), la Lettonia (35,8%), la Finlandia (34,3%) e l’Austria (32,1%). L’Estonia è stata la prima a raggiungere in anticipo l’obiettivo 2020 nel 2011 (rinnovabili a 25,2% nel 2012), seguita poi nel 2012 anche dalla Bulgaria (16,3%). Al momento, invece, il raggiungimento degli obiettivi comunitari appare abbastanza difficile per Malta (1,4% consumi coperti da rinnovabili contro un target al 2020 del 10%), Lussemburgo (3,1% con un target dell’11%), Gran Bretagna (4,2% con 15%) e Olanda (4,5% del 14%). Il Regno Unito, comunque, potrebbe mettere a segno nei prossimi anni un vero e proprio exploit e risalire la china, grazie agli investimenti nell’eolico offshore.
Dallo studio Eurostat si scopre invece come la Germania, considerata la capofila della rivoluzione verde continentale, abbia numeri inferiori rispetto all’Italia (12,4% fabbisogno coperto da energie verdi). Complessivamente, però, il raggiungimento dei target al 2020 per l’Ue a 27 appare alla portata e, per questo motivo, il dibattito è ormai incentrato sulla strategia per il 2030.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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