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Investimenti

Rinnovabili, come cambiano le strategie dei grandi operatori

Le top 50 hanno continuato a investire nell’acquisizione di impianti. Ma ne controllano solo una piccola fetta su scala globale

Scritto da il 01 aprile 2014 alle 8:00 | 0 commenti

Rinnovabili, come cambiano le strategie dei grandi operatori

Il mercato mondiale delle energie rinnovabili resta estremamente frammentato. La conferma arriva dall’analisi dell’Irex International Report, recentemente rilasciato da Althesys.

Lo studio evidenzia, infatti, come le maggiori cinquanta società mondiali del comparto detengano complessivamente appena l’8,2% degli impianti verdi (potenza installata) installati nel pianeta e circa il 5,9% della generazione energetica. Certo, la percentuale degli investimenti che fanno a capo a queste aziende è un po’ più alta ma non elevatissima (15,9%). Insomma, nonostante da tempo si parli di un aumento della concentrazione nel settore, ossia del predominio di poche aziende, la realtà appare piuttosto diversa, almeno per il momento.

Ma chi c’è nella top 50? Trentadue di queste aziende sono produttori di componenti tecnologici (tra queste 20 del fotovoltaico, tra cui Yingli, Trina Solar, ecc), mentre 18 sono le vere e proprie società di generazione energetica. 26 società sono europee, 16 di Cina e Taiwan, 5 statunitensi, mentre l’unica italiana presente nell’elenco è Enel Green Power, come capita ormai da anni e a tutte le rilevazioni di questo tipo, data la ridotta dimensione degli altri operatori nazionali.

Lo studio Irex mette in luce cosa abbiano fatto queste società per superare la fase difficile che ha colpito il mercato mondiale delle energie rinnovabili. Tra 2012 e la prima metà del 2013 le top 50 del comparto hanno messo in atto 359 operazioni fra investimenti, acquisizioni, e accordi, per circa 83,3 miliardi dollari di investimenti, la maggior parte dei quali è stata destinata dai 50 maggiori operatori del settore a investimenti in nuova capacità produttiva, con 280 impianti per un totale di 30,1 GW (per quasi la metà eolica onshore) con un costo di 69,4 miliardi dollari. Altre leve strategiche avviate sono state la diversificazione internazionale su mercati emergenti, la razionalizzazione gestionale e l’innovazione tecnologica.

I risultati sembrano essere stati fruttuosi: «Analizzando le strategie dei migliori giocatori in campo- ha spiegato Alessandro Marangoni, amministratore delegato di Althesys –  si ottiene una interessante chiave di lettura delle tendenze del settore delle rinnovabili nel suo complesso. Nei primi mesi del 2014 abbiamo visto come queste scelte abbiano aiutato molte imprese a imboccare la via della ripresa: la maggiore efficienza, la riduzione della sovraccapacità e lo spostamento verso mercati caratterizzati da forti investimenti nelle energie rinnovabili stanno dando buoni risultati in termini di crescita dei ricavi e di ritorno alla redditività».


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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