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Efficienza energetica

Efficienza energetica: l’Europa decide di non decidere

L'assenza di obiettivi europei sull'efficienza è una mina vagante per l'industria che ha puntato sulla sostenibilità e la bioedilizia

Scritto da il 13 febbraio 2014 alle 8:30 | 0 commenti

Efficienza energetica: l’Europa decide di non decidere

Dopo la delusione seguita alla presentazione del Libro Bianco sull’energia nel quale gli obiettivi europei vengono ridotti sul fronte sia quantitativo, sia dell’efficacia arrivano le “precisazioni” di Paul Hodson, responsabile dell’Unitá di efficienza energetica della Ue rese note durante il lancio della roadmap per l’efficientamento degli edifici realizzata dall’Agenzia Internazionale per l’Energia.

«La ristrutturazione degli edifici per il raggiungimento del massimo livello di efficienza energetica è il cardine su cui ruotano le politiche dell’Unione per il conseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni e di risparmio energetico da raggiungere entro il 2030», ha affermato l’esponente dell’Unione europea.

Per Hodson la chiave di volta per il raggiungimento degli obiettivi risiede nella calibrazione ottimale delle tecnologie applicate ai progetti, dalla costruzione al teleriscaldamento avendo come fine ultimo l’eliminazione delle emissioni di carbonio. A conferma dal livello d’indeterminatezza che avvolge la questione il responsabile dell’Unitá di efficienza energetica della Ue ha sottolineato che: «non bisogna attendersi grandi eventi a cui demandare le politiche industriali e le prassi per raggiungere gli obiettivi d’efficienza quanto piuttosto una costante attivitá nelle piccole cose, nei comportamenti e nelle scelte da compiere nel quotidiano».

Il segnale, quindi, è quello che non ci si devono aspettare grandi cose sia dall’Unione europea, sia dagli stati membri in materia di politiche per l’efficienza energetica e nonostante ciò comunque Hodson ha concluso il suo intervento affermando: «Se si vuole che il riscaldamento globale sia tenuto entro il limite dei due gradi centigradi, il 40% del contributo al raggiungimento di questo obiettivo sará proprio dall’edilizia, da quella di nuova costruzione e dalle ristrutturazioni che devono essere incentivate e incoraggiate».

Da quest’ultima affermazione, quindi, appare chiaro quale sarà la logica dell’Unione europea: non porre vincoli, lasciando liberi gli stati di mettere, eventuali, incentivi sul settore delle costruzioni. Il tutto senza una visione chiara sia per quanto riguarda le politiche, sia le tecnologie sulle quali puntare. Insomma si è voluto evitare di impostare una riduzione della politica industriale sull’efficienza che potrebbe portare a risultati disastrosi.

Tenuto conto, infatti, che il processo per una maggiore efficienza energetica è già innestato sia da parte dell’utente finale, per il quale sempre più spesso i bassi consumi sono una questione imprescindibile, sia sul fronte delle aziende per le quali l’efficienza è una potente leva di mercato, il “non indirizzo” da parte dell’Europa si potrebbe tradurre in un disastro per le aziende europee.

In un momento di crisi, infatti, il cittadino potrebbe scegliere sistemi, materiali, componenti e impianti di produzione asiatica, specialmente in base al prezzo, cosa che non succederebbe se l’Europa non affossasse lo “zoccolo duro” delle imprese manifatturiere del settore, abdicando sia sul fronte delle politiche industriali, sia su quello delle prestazioni dei sistemi. E ad andarsene sarebbero i sistemi ad alto valore aggiunto, quali gli impianti e l’elettronica di controllo, mentre all’Europa rimarrebbe solo il mercato dei materiali di base, a minore marginalità, e caratterizzati da un’innovazione tecnologica più lenta.

Tutto ciò per favorire sul breve periodo le utilities produttrici d’energia che anzichè reinventarsi come “venditori d’efficienza” magari chiavi in mano, preferiscono continuare nel cosiddetto Business as usual, dimostrando anche una grande miopia poiché indipendentemente dalla provenienza della tecnologia i consumi sul lungo periodo sono destinati a scendere.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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