Riqualificazione energetica
Obiettivo edifici efficienti
Gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici sono strategici per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea
Photo: Ingresso del parco scientifico-tecnologico Kilometro Rosso situato a 3 km dal centro di Bergamo
Finestre a doppi vetri, pompe di calore, teleriscaldamento, fonti rinnovabili. La strada verso l’efficienza energetica italiana passa da queste soluzioni. In una parola, dalla riqualificazione degli edifici. Tutti gli interventi destinati ad abbattere i consumi di case, uffici e scuole e migliorarne le prestazioni energetiche sono infatti considerati strategici per raggiungere gli obiettivi minimi del “Pacchetto 20-20-20” fissati dall’Unione Europea: meno il 20% di emissioni di anidride carbonica, più 20% di usi finali di energia da fonti rinnovabili e più 20% di efficienza energetica entro il 2020.
Ma la strada maestra tracciata da Bruxelles non è solo un’occasione per l’ambiente. Secondo un’indagine commissionata da Ros, presentata in occasione della Fiera Expoedilizia 2012 e condotta su un campione di 301 imprese di costruzioni, per lo più piccole, molte aziende vedono nella riqualificazione e nell’efficientamento energetico un driver di crescita per uscire dalla crisi. Il 67,8% degli intervistati ha dichiarato di aver eseguito nel 2011 interventi di riqualificazione o ristrutturazione per i propri clienti apportando migliorie con la coibentazione (55,5%), la sostituzione di infissi (29,2%) e l’installazione di pannelli fotovoltaici o solari termici (23,6%).
Un enorme potenziale di efficienza
In Europa il settore dell’edilizia è responsabile per circa un terzo dei consumi energetici totali. Il problema tocca in modo particolare l’Italia dove il 70% degli edifici è poco performante dal punto di vista energetico perché costruito prima del 1980.
Secondo i dati 2010 dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), il settore civile rappresenta circa il 40% del fabbisogno energetico nazionale e registra una crescita dei consumi progressiva: una abitazione italiana tipo esprime prestazioni molto basse con consumi annui, in termini di uso finale, che variano da 160 kWh per m² anno a oltre 230 kWh per m²/anno, a fronte di consumi inferiori tra il 30-60% a livello europeo. Ciò determina emissione di gas serra annuali decisamente superiori alla media europea.
Secondo i dati del Rapporto annuale sull’Efficienza Energetica (Raee) 2010 dell’Enea, in termini di impieghi finali gli usi civili (residenziale e terziario) incidono sul totale dei consumi italiani per il 35% (+4,1 rispetto al 2004) contro il 23% dell’industria, il 31% dei trasporti e il 2% dell’agricoltura.
Per questo l’Ue si è fatta promotrice di programmi, progetti e Direttive, come la 91/2002/CE (Energy Performance of Buildings Directive), la 32/2006/CE e la 31/2010/CE, che definiscono strumenti, criteri e soluzioni sull’efficienza energetica degli edifici esistenti e nuovi del settore civile. In particolare, con la direttiva del 2010, con il Piano europeo di efficienza energetica e con una nuova direttiva in cantiere, l’Ue impegna gli Stati membri a portare gli edifici a “consumi quasi zero” (Nearly Energy Zero Building), iniziando a dare il buon esempio con le proprietà pubbliche.
Parliamo di un patrimonio immobiliare vastissimo, da cui possono derivare non solo enormi risparmi energetici ma anche opportunità di crescita per il mercato. Ne è convinto Angelo Artale, Direttore Generale della Finco, la Federazione nazionale di settore di Confindustria che rappresenta le industrie dei prodotti-impianti-servizi ed opere specializzate per le costruzioni: “La presenza di misure di efficienza energetica obbligatorie per il settore pubblico servirà da volano per promuovere nel lungo termine la domanda di prodotti e servizi energetici efficienti, garantendo ai fornitori la possibilità di aumentare e programmare i propri investimenti”.
Le norme e gli incentivi
Per sfruttare appieno il treno dell’efficienza i soggetti della filiera, aziende comprese, devono destreggiarsi nel complesso e variegato quadro normativo che coinvolge Stato, Regioni e Comuni. In Italia l’efficienza energetica degli edifici è regolata dal Dlgs 192/05 e successive modificazioni, che ha recepito la 91/2002/CE, a cui si aggiungono il Dlgs 115/08 sui servizi energetici e il Dlgs 28/2011 sulle fonti rinnovabili. Negli ultimi anni un forte impulso è venuto dal sistema degli incentivi.
“Lo dimostrano gli ottimi risultati ottenuti con la detrazione del 55% sul raggiungimento degli obiettivi di riduzione previsti dal Piano d’azione per l’efficienza energetica, che ha dato respiro a un mercato in crisi incidendo non solo sul comparto costruzioni ma anche sull’industria italiana di componenti e materiali ad alta prestazione”, spiega l’architetto Gaetano Fasano dell’Unità Tecnica Efficienza Energetica (Utte) dell’Enea. Con la Manovra Salva Italia questo incentivo previsto dalla Finanziaria 2007, che riconosce detrazione d’imposta del 55% per 10 anni sul reddito delle persone fisiche (Irpef) o delle società (Ires) per le spese sostenute per lavori di adeguamento dei vecchi edifici (installazione di pannelli solari per produrre acqua calda, interventi sull’involucro, climatizzazione con caldaie a condensazione, pompe di calore o con impianti geotermici) è stato prorogato fino al 31 gennaio 2012. “È una misura importante perché dopo i primi anni di rodaggio l’utente ha cominciato a utilizzarla”, spiega Fasano. “I dati Enea parlano di oltre 400 mila domande inoltrate nel 2010 a fronte delle circa 230 mila degli anni 2007-2009”.
Le ricadute positive si sono viste anche sul fronte del mercato: “Il 2011 è stato un anno difficile per le aziende serramentistiche che continueranno a risentire della contrazione degli investimenti almeno fino al primo semestre del 2012”, aggiunge Angelo Artale della Finco. “Nonostante ciò si può affermare che le detrazioni fiscali del 55% hanno determinato, negli ultimi cinque anni, un reale sostegno a tale mercato in Italia. La consapevolezza della committenza, sia essa rappresentata da progettisti o da consumatori finali, ha compiuto un notevole processo di maturazione. Ha indotto una propensione all’acquisto di prodotti performanti che ha sostenuto una domanda altrimenti fiacca, determinando, per il comparto del serramento metallico, un rafforzamento dell’offerta di prodotti ad alto valore aggiunto”.
Se si vanno a guardare gli incentivi a favore anche del settore pubblico troviamo il meccanismo dei Certificati bianchi (o Titoli di efficienza energetica), che attestano la riduzione dei consumi di energia primaria derivanti da misure e interventi di efficienza energetica.
Proprio gli enti pubblici, in particolare quelli locali, secondo quanto emerso da un convegno organizzato a fine 2011 dal Tavolo Epbd2 con Enea e Federcasa, stanno subendo gli effetti della crisi e non hanno sufficienti mezzi per intervenire sul loro patrimonio immobiliare. “Bisogna agevolare le Pubbliche amministrazioni indicando chiaramente i soggetti da coinvolgere, come le ESCo, i finanziamenti disponibili, gli standard e le procedure da utilizzare per i capitolati e bandi di gara, le formule di garanzia. In tal senso la definizione di contratti con garanzia dei risultati, gli Energy Performance Contract, rappresenta un importante strumento per garantire al mercato l’efficacia degli interventi su cui ci si dovrà impegnare”, aggiunge Fasano.
Una boccata di ossigeno per queste realtà è arrivata con il Fondo Kyoto, che promuove investimenti sia pubblici che privati: sono 600 i milioni di euro che saranno distribuiti con la modalità del fondo rotativo, attraverso finanziamenti al tasso dello 0,50% annuo, per interventi di efficienza energetica, diffusione di mini impianti per la produzione di elettricità, calore e freddo, impiego di rinnovabili e promozione di nuove tecnologie.
Altre novità verranno anche dal decreto “Conto Energia Termico”, annuncia Fasano: “Dovrebbe essere emanato tra pochi mesi e darà la possibilità ai privati e agli enti pubblici di accedere ad agevolazioni abbastanza vicine al 55%, con interventi più incidenti a livello di involucri, impianti, componenti e con maggior attenzione alle prestazioni estive degli edifici. Ci dovremo aspettare poi il decreto ‘Sistema Casa Qualità’, attualmente in fase di affinamento presso l’VIII Commissione del Senato, che riguarda l’efficienza energetico ambientale degli edifici e farà riferimento ai disposti legislativi sulla Certificazione Energetica, per cui nel rilascio dei certificati in fase di interventi sul sistema edificio impianto e nuove realizzazioni andrà tenuto conto anche dell’impatto degli interventi sull’ambiente”.
Insomma, il quadro delle norme e degli incentivi è ampio e complesso e ad esso vanno poi ad aggiungersi le normative di ogni singola Regione. Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte e Puglia, per esempio, hanno recepito il Dlgs 192/05 stabilendo propri criteri, procedure, bandi e agevolazioni per l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati. Ma se da un lato questo adeguamento regionale rappresenta un fatto positivo, dall’altro rischia di generare molta confusione. “Sarebbe auspicabile un’armonizzazione tra i disposti di legge, uniformità di trattamento tra i cittadini e gli enti pubblici per dare al mercato regole certe e univoche, altrimenti per le aziende del settore diventa difficile operare”, conclude Fasano.
Un’opportunità di mercato
Dal canto loro gli operatori non hanno dubbi, la riqualificazione è un’occasione importante per il mercato. “Lo dimostra la crescente richiesta ed interesse, soprattutto da parte dei privati, nel voler ristrutturare edifici già esistenti a cominciare dalla sostituzione di vecchi infissi con quelli da noi proposti ad alta efficienza energetica e con l’applicazione di materiali isolanti alla struttura per rendere l’involucro altamente efficiente”, spiega Marco Signorini, amministratore di Ideal Energy Group, azienda marchigiana che mette a disposizione dei professionisti del settore e del mercato edile residenziale e pubblico soluzioni per migliorare la qualità degli edifici. “Questo consente di ridurre in modo drastico i consumi, dal 50 al 70%, e di ottenere una migliore efficienza energetica con forte risparmio sulle bollette e un aumento del valore dell’edificio anche in vista di una probabile vendita, per la quale è obbligatorio produrre la certificazione energetica”. Signorini riconosce anche il ruolo degli sgravi fiscali come traino del mercato e segnala una maggior attenzione sul tema, “tanto da rilevare nel caso della nostra azienda un aumento della richiesta da parte dei clienti di costruire secondo le regole della bioedilizia e della bioarchitettura. La nostra azienda offre anche servizi di consulenza sulle modalità di applicazione di questi interventi.
Infatti la riqualificazione energetica di un edificio non si ferma alle migliorie apportate all’involucro edilizio, ma vanno studiati e riprogettati anche gli impianti da integrare o sostituire a quelli esistenti cercando di evitare opere troppo costose ed invasive”.
Anche secondo Davide Colombo, responsabile Marketing operativo domotica e terziario di BTicino, tra i leader mondiali sul mercato delle apparecchiature elettriche in bassa tensione per installazioni in ambito civile, industriale e terziario, la riqualificazione è un’occasione di business, a condizione però che “ci sia maggior informazione verso i cittadini e gli enti pubblici, chiamati a svolgere gli interventi”, spiega Colombo. “Tanti edifici non sono dotati di infissi a doppio vetro, hanno caldaie e generatori di calore obsoleti e nessun sistema di regolazione del riscaldamento né di controllo dell’illuminazione. Se pensiamo ai grandi uffici, per esempio, regolare il riscaldamento in modo automatico consentirebbe un risparmio del 20-30% di energia”. In questo senso vanno i dispositivi di BTicino. Il sistema di termoregolazione, attraverso sonde regolabili in ogni stanza, permette di gestire in modo intelligente il profilo ottimale di temperatura in ogni ambiente, ricreando le massime condizioni di comfort senza spreco di energia ed evitando di riscaldare o raffrescare inutilmente zone che non si abitano.
I touchscreen permettono la visualizzazione dei consumi (elettricità, acqua e gas) e della produzione di energia e di acqua calda ottenute con impianti a pannelli fotovoltaici, tutte informazioni utili per ridurre gli sprechi. Molto importante è la parte di lighting managing. L’azienda ha installato un centinaio di sistemi per il controllo dell’illuminazione in edifici di medie e grandi dimensioni come palazzi, uffici, centri commerciali, scuole. “Secondo un nostro studio, il ritorno della spesa per l’installazione dei sensori per il controllo dell’illuminazione viene ammortizzato nel giro di 3/4 anni e consente di abbattere di molto i consumi”, continua Colombo. “In fatto di illuminazione, però, la normativa sul risparmio energetico delega alle singole Regioni. Per esempio, Lombardia ed Emilia Romagna hanno legiferato a riguardo, includendo il controllo dell’illuminazione nella certificazione energetica. Ma questa mancanza di uniformità crea difficoltà alle aziende che possono comunicare con i consumatori in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale”.
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L'autore
Roberta Pizzolante
Giornalista pubblicista dal 2005 e scrive di scienza, ambiente, energia, diritti umani e questioni etiche e sociali. Salentina di nascita, romana d’adozione, è laureata in Sociologia e ha un master in “Le scienze della vita nel giornalismo e nei rapporti politico-istituzionali” conseguito alla Sapienza. Fa parte della redazione di Galileo e Sapere e collabora con Le Scienze, Mente & Cervello, Terre di Mezzo street Magazine.
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