Costruire sostenibile
Edilizia: materiali naturali e tecniche innovative
La canapa è un materiale naturale e tradizionale, che sta mostrando nuove potenzialità grazie all’applicazione di tecniche edilizie innovative
Il termine “rinnovabile” in architettura ed in edilizia viene impiegato esclusivamente in termini energetici, ad indicare l’impiego di fonti naturali di energia come sole, vento, geotermia e biomassa.
Lo stesso aggettivo può essere usato in modo analogo e efficace per designare i materiali da costruzione che sono costituiti esclusivamente da materiali naturali, i quali non vengono “estratti” dal nostro pianeta ma crescono sulla sua superficie, consentendo di rinnovare una alleanza tra edilizia ed agricoltura nell’ambito della quale la natura va interpretata come una fabbrica di materiali.
La bioedilizia è diventata oggi un comparto produttivo capace di forti potenzialità in tema di ricerca ed innovazione tecnologica, che permettono ad esempio di impiegare sottoprodotti agricoli come paglia e canapa nella realizzazione di tecniche avanzate e dotate di straordinarie potenzialità costruttive.
Seguendo questa strada è possibile sfruttare un ampio patrimonio di conoscenze edilizie di cui la tradizione è portatrice e che negli ultimi decenni è stato letteralmente snobbato, realizzando sistemi edilizi innovativi adatti a soddisfare tutte le normative di riferimento.
Tra i materiali oggetto di riscoperta c’è la canapa, portatrice di una filiera agroindustriale che in Italia vanta una lunga tradizione e che oggi, grazie ad aziende tutte italiane come la Equilibrium di Lecco, è impiegata in tecniche innovative che hanno permesso di realizzare un “cemento” del tutto naturale (che si chiama appunto Natural Beton) combinando meccanicamente a temperatura ambiente truciolato vegetale di canapa con un legante a base di calce (la parte vegetale assolve la funzione di aggregato in sostituzione di ghiaia, pietrisco e sabbia), come mattoni prefabbricati biocompositi realizzati con gli stessi ingredienti.
Il legante a base di calce stabilizza la canapa proteggendola dalla possibilità di decomporsi, di incendiarsi o di essere aggredita da insetti o roditori e la rende capace, inoltre, di sanificare gli ambienti attraverso la sterilizzazione del vapore acqueo, ovvero dell’umidità, che può agevolmente uscire dal materiale.
Si tratta di prodotti particolarmente adatti per la bioedilizia, non solo in quanto composti di materiali rinnovabili e biodegradabili, ma anche perché sono interamente prodotti nel territorio nazionale, impiegando canapa italiana e lavorandola con la calce in un ex impianto per la produzione di blocchi in calcestruzzo della provincia di Bergamo.
Un buon esempio di come una edilizia innovativa realizzata con risorse prossime al luogo in cui si costruisce si possa rivelare anche uno strumento per lo sviluppo dell’economia e della cultura locale, come dimostra la storia di questa azienda che l’anno scorso è stata segnalata come una tra le prime 10 aziende del settore “servizi e prodotti innovativi” nell’ambito del Premio per lo sviluppo sostenibile anno 2012 promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da Ecomondo e che è tra le poche che nonostante la drammatica crisi del settore può vantare un fatturato in continua crescita.
Ciò che ha permesso questo trend, certamente “insolito” di questi tempi, è la produzione e la commercializzazione del prodotto di punta della Equilibrium, il Natural Beton, che risulta altamente isolante sia dal punto di vista termico che acustico e che offre una efficace regolazione dell’umidità all’interno dell’edificio.
Questo particolare “cemento” consente di costruire con materiali esclusivamente naturali murature esterne isolanti, impiegando casseri a perdere in magnesite e fibra vegetale, vespai areati, partizioni interne ad elevate capacità di isolamento acustico e di realizzare termointonaci da applicare su murature nuove o esistenti, anche se affette da problemi di umidità, muffe ed efflorescenze.
Tra gli esempi già realizzati in Italia con questo prodotto vi sono due edifici residenziali nel vicentino, uno dei quali è stato costruito con una struttura portante in legno massello interamente isolata (dal piano terra alla copertura) con Natural Beton, mentre il secondo è un edificio a due piani fuori terra che ha impiegato lo stesso prodotto per realizzare tamponamenti spessi 38 centimetri inseriti in una struttura in legno: la miscela è stata gettata all’interno di una struttura di rivestimento composta da una anima di montanti in ferro zincato, lastre esterne in magnesite e pannelli interni in gesso-fibra.
Ci si augura che i numerosi esempi di applicazione di questo genere di materiali innovativi possano aiutare a vincere la diffidenza di progettisti, imprese di costruzione e direttori lavori, che spesso si riversa poi sui clienti finali.
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L'autore
Beatrice Spirandelli
Divisa tra le professioni di architetto, ricercatrice e giornalista free lance, Beatrice Spirandelli congiunge queste diverse forme di espressione con un filo verde, la passione sostenibilità. Questa passione arriva dalle sue radici in quanto, nonostante viva a Milano, è nata nella campagna veneta e vanta un padre e un nonno falegnami.
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Biagio Filippi architetto
scrive il 26 giugno 2013 alle ore 13:19
Gentile Beatrice Sperandelli, noto in ritardo rispetto a quando lo ha scritto il suo contributo sulla bioedilizia. Le scrivo perchè sto cercando da vario tempo di poter stabilire quali (e perchè, in base a quali normative) siano i materiali che possano definirsi tali. Questo poichè mi sembra utile poter stabilire i preventivi al riguardo come finora si è fatto per i materiali "normali". E non mi riferisco ovviamente solo ai materiali innovativi, come quelli che Lei indica. Bensì al fatto che per molti materiali i produttori indicano la dizione bio oppure eco. Mi farebbe piacere uno scambio di opinioni con Lei, tramite una Sua mail personale. Grazie dell'attenzione e cordiali saluti Biagio Filippi