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temporary housing

Soluzioni sostenibili per l’abitare temporaneo

E’ giunta alle premiazioni l’edizione 2012 del concorso Instant House, dedicata al progetto di un “campus sostenibile” per il Politecnico di Milano

Scritto da il 30 ottobre 2012 alle 12:17 | 0 commenti

Soluzioni sostenibili per l’abitare temporaneo

Photo: Andrea Di Marino


Si è conclusa in questi giorni la quarta edizione del  concorso Instant House, promosso da Federlegno Arredo in collaborazione con il Politecnico di Milano per individuare soluzioni abitative innovative capaci di rispondere alle esigenze della nuova popolazione urbana, destinata a crescere di giorno in giorno e responsabile di nuove forme di domanda a cui il mercato immobiliare è chiamato a rispondere.

Il tema proposto per quest’anno è stato il temporary housing, una particolare forma di social housing espressa dal bisogno abitativo degli utenti caratterizzati da una elevata mobilità territoriale legata a questioni di studio e di lavoro i quali  non riescono a trovare una adeguata risposta nel mercato immobiliare tradizionale.

Su questo tema sono stati chiamati ad avanzare nuove proposte studenti e neolaureati italiani e stranieri provenienti da facoltà di Architettura, Ingegneria e di Industrial Design. I 418 giovani che hanno risposto all’appello si sono confrontati con un’area di progetto reale, il campus Città Studi  ello stesso Politecnico di Milano, che attualmente è oggetto di un programma di rinnovamento denominato “campus sostenibile”.

Il concorso è stato dedicato specificatamente a questa situazione per raccogliere nuovi stimoli ed idee funzionali alla realizzazione di un nuovo centro di ospitalità temporanea destinato all’ampia comunità scientifica che ruota attorno al polo di formazione milanese, che va necessariamente pensato nel rispetto delle peculiarità del territorio metropolitano in cui si va ad inserire, oltre che con la massima attenzione a questioni quali salubrità e benessere, qualità della vita, sostenibilità, troppo spesso tralasciate nel progetto dell’abitare temporaneo.

Tra le ulteriori richieste inserite nel bando di concorso vi erano quindi la definizione di un dialogo tra la comunità “temporanea” che l’edificio andrà a costituire e la città circostante, una forma di arricchimento che si può ottenere solo  prevedendo spazi capaci di offrire nuove occasioni di socialità.

Altri presupposti irrinunciabili erano la massima qualità progettuale e costruttiva che contemplasse l’impiego di materiali sostenibili (privilegiando l’uso del legno), di tecniche che consentissero una realizzazione rapida, semplice e sicura e un contenimento dei costi che ne garantisse la fattibilità economica.

I vincitori

I primi tre premiati  corrispondono inaspettatamente a tre studenti non appartenenti  alla comunità del Politecnico a cui il progetto è destinato,  i quali sono stati capaci di rispondere in modo adeguato al bando nonostante non conoscessero da vicino la realtà territoriale.

Il primo premio è stato assegnato ad Andrea Di Marino della Facoltà di Architettura Luigi Vanvitelli di Aversa (Italia), che ha proposto una serie di abitazioni allineate lungo una “promenade”, ovvero una passeggiata sospesa rispetto alla strada che riprende il tema del ballatoio tipico dell’architettura urbana milanese, restituendogli una dimensione pubblica che favorisce una maggiore socialità.

Il secondo premio è andato alle tedesche Julia Jordan e Margitta Wagner della Università di Scienze applicate di Wurzburg-Schweinfurt, che hanno presentato un progetto capace di creare una nuova area verde nella maglia urbana in cui si inserisce.

Il terzo posto se l’è aggiudicato l’idea, proposta da  Linfan Liu della  State University of New York at Buffalo e Gregory Serweta  della Cornell University,  di realizzare una nuova piazza a doppia altezza caratterizzata da diverse gerarchie di spazi pubblici e giardini, ritenuta interessante dalla giuria sia dal  punto di vista morfologico che energetico.


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L'autore

Beatrice Spirandelli

Divisa tra le professioni di architetto, ricercatrice e giornalista free lance, Beatrice Spirandelli congiunge queste diverse forme di espressione con un filo verde, la passione sostenibilità. Questa passione arriva dalle sue radici in quanto, nonostante viva a Milano, è nata nella campagna veneta e vanta un padre e un nonno falegnami.


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