Edilizia & Innovazione
La residenza è sociale, sostenibile e tecnologica
Un complesso per anziani e diversamente abili pensato con materiali naturali e componenti prefabbricati e capace di sfruttare fonti rinnovabili
La crisi finanziaria e il cambiamento dello scenario sociale sono tra le cause del continuo aumento del numero di persone interessate dalla cosiddetta “emergenza abitativa”, a fronte del quale il sistema tradizionale delle cooperative sociali non è sufficiente ad arginare la domanda, anche perché in Italia l’offerta pubblica di alloggi è in grado di coprire soltanto lo 0,06% delle richieste in questo senso. Con un milione di abitazioni private ad oggi rimaste sfitte in Italia a causa di proposte immobiliari contraddistinte da standard troppo elevati rispetto a quelli richiesti dalla domanda, si pone sempre di più la necessità di differenziare maggiormente l’offerta abitativa di carattere sociale, oggi indirizzata soprattutto a single, giovani famiglie, anziani ed immigrati, ovvero categorie caratterizzate da un potere d’acquisto che continua a diminuire.
A causa di questa situazione, nel 2008 si è assistito alla elaborazione di un nuovo sistema normativo nazionale che si è prefisso da una parte la stesura di programmi di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile e dall’altra la nascita di una serie di fondi immobiliari etici, entrambi mirati a rispondere al disagio abitativo di coloro che hanno un reddito troppo elevato per poter fruire dell’edilizia sovvenzionata, ma nel contempo non possono permettersi di corrispondere i prezzi richiesti dal libero mercato. Questa legge ha rappresentato una sorta di presa di coscienza della situazione, per cui si sono moltiplicati in questi ultimi anni una serie di concorsi di progettazione volti a elaborare una risposta abitativa adeguata alle esigenze di questa nuova “fascia grigia” della popolazione.
Il bando di concorso per la realizzazione di abitazioni sperimentali a basso impatto ambientale e a forte contenuto innovativo destinate ad anziani e persone affette da disabilità promosso dall’ ATER di Rovigo alla fine del 2008 si inserisce in questo contesto. La proposta progettuale è stata elaborata per l’occasione da un gruppo di giovani architetti rodigini che hanno fornito un esempio di come si possa replicare anche a questo tipo di domanda abitativa con ambienti di vita salubri, confortevoli e poco energivori, costruiti con tecnologie avanzate in modo da ridurre i costi di costruzione e quindi di affitto e di gestione. Il concetto di sostenibilità che sottende il progetto è interpretato in una triplice veste, sociale, ambientale ed economica, in modo da assicurare al progetto un alto livello di qualità globale.
Uniche ma replicabili
Dal punto di vista compositivo il bando richiedeva la progettazione di una serie di unità immobiliari minime che risultassero facilmente replicabili ed aggregabili tra di loro, in modo da ridurre i costi di costruzione attraverso economie di scala e nel contempo garantire alla struttura una certa flessibilità che consentisse di rispondere facilmente alle esigenze differenziate dell’utenza. A questo requisito gli autori del progetto hanno risposto con uno schema modulare basato su una unità abitativa base di 55 mq, composta da un soggiorno integrato da una serra (la quale funziona nel contempo da balcone estivo, cuscinetto termico e camino di areazione), una cucina passante, un bagno ed una camera da letto matrimoniale, a cui è possibile integrare una ulteriore stanza sospendendo un volume esterno alla struttura. Ogni planimetria è strutturata in modo da rendere più agevole la fruizione degli spazi interni da parte di anziani e portatori di handicap, che sono gli utenti ipotizzati per questo intervento. Le aperture verso l’esterno sono state previste esclusivamente sui lati corti delle singole unità immobiliari (ponendo idealmente la zona giorno a Sud e gli spazi di servizio a Nord), in modo da ottenere una buona illuminazione e ventilazione naturale degli ambienti interni e nel contempo avere a disposizione due fronti ciechi su cui posizionare eventuali ampliamenti e gli spazi di distribuzione collettiva.
Questi sono stati risolti a livello del piano terra in una zona passante che consente l’accesso coperto a tutti i vani, sia privati che condominiali, e si crea uno spazio comune collettivo che, assieme al giardino comune, risulta di vitale importanza per alimentare il senso di comunità delle persone che sono chiamate a vivere nel complesso e che moltiplica le occasioni di relazione. Le unità abitative sono state previste sui due livelli superiori e sono tutte accessibili tramite un corpo centrale scale-ascensore in cui è previsto vengano installate anche la maggior parte delle derivazioni impiantistiche, alloggiate in appositi vani ispezionabili a tutta altezza.
La facilità di aggregazione tra i diversi moduli abitativi, ottenuta non solo con un particolare schema distributivo ma anche tramite l’adozione di particolari tecniche di prefabbricazione, consente di realizzare il complesso abitativo anche per fasi successive senza fare lievitare eccessivamente i costi ed evitando di creare particolari disagi agli utenti già insediati.
Materiali naturali e prefabbricazione
Tra gli obiettivi principali del progetto vi è quello di garantire ai futuri occupanti ambienti di vita salubri e a questo scopo i progettisti hanno voluto adottare materiali che non comportino emissioni nocive all’interno degli alloggi. Questa scelta ha interessato non solo le componenti di finitura (intonaci e pavimentazioni), ma anche gli elementi strutturali.
Materiali e strutture rispondono quindi alla logica di ecocompatibilità richiesta dal bando. Ognuno di essi infatti, se non è di origine naturale, presenta comunque un ridotto consumo di materie prime non rinnovabili e di energia durante l’intero ciclo di vita (LCA Life Cycle Assessment).
L’impianto strutturale è stato pensato in funzione delle tecniche di prefabbricazione leggera e combina l’impiego di elementi in calcestruzzo alveolare con pannelli di legno. Sopra ad una fondazione a platea continua è prevista una struttura di attacco in setti di calcestruzzo armato alevolare, che vanno a definire la zona di collegamento ricavata al piano terreno ed ogni nucleo di distribuzione, che contiene le scale, gli ascensori e gli accessi a quattro unità abitative (due per ogni piano) e funziona a livello strutturale come un elemento di controventamento trasversale dell’intero edificio. Lungo gli stessi volumi di collegamento si trovano anche le linee di distribuzione dei diversi impianti tecnologici installati.
I due livelli superiori, che contengono le unità abitative, sono stati previsti con una struttura di pannelli autoportanti prefabbricati in legno, già dotati di isolamento termico in fibra di legno, al quale è previsto venga aggiunto uno strato addizionale in fibra di cellulosa. L’intera struttura andrà rivestita con intonaco bianco. Anche i solai sono costituiti da elementi prefabbicati in legno, come sono previsti nello stesso materiale gli eventuali moduli di espansione delle unità immobiliari, ovvero i volumi che contengono le singole stanze supplementari da agganciare sui fronti ciechi mediante un telaio in acciaio che ne sorregge la struttura a sbalzo. La copertura dell’intero complesso è stata prevista con un sistema a falda rovescia da realizzare con solai prefabbricati in legno, coibentati in stabilimento con fibra di legno rivestiti esternamente con lamiera di zinco.
Prefabbricato perchè sì
L’impiego di sistemi costruttivi prefabbricati è un argomento importante perché consente di ridurre tempi e costi. Il prezzo della struttura prevista nel progetto è stimato in circa 1.150 €/mq di SLP, che salgono a 1.330 €/mq se si considerano anche le spese relative alla sistemazione degli spazi esterni.
Nella relazione di progetto si contempla la proposta di finanziare interamente la parte impiantistica del progetto tramite il coinvolgimento di una ESCO (Energy Service Company), che in genere si occupa anche della installazione, gestione e manutenzione degli impianti, previo contratto di vendita del prodotto energia termica ed elettrica agli utenti residenti. La strategia indicata comporta numerosi vantaggi, tra cui l’ annullamento della quota di investimento iniziale da riservare agli impianti energetici, tariffe più basse per gli utenti e una gestione e una manutenzione ottimale degli impianti.
Un progetto simile a quello di Rovigo verrà presentato per un bando organizzato dal Comune di Milano che, assieme all’ordine degli architetti locale, alla sezione Lombardia di IN/ARCH, ad Assimpredil- Ance e a Federlegno Arredo ha lanciato un “Bando europeo per la formazione di un repertorio di progetti per edifici residenziali ad alte prestazioni e a basso costo”, che per ora è servita a definire una rassegna di validi progetti di social housing.
Impianti efficienti per ridurre le spese
Il presupposto progettuale della parte impiantistica di questo complesso abitativo si è basato sul raggiungimento del “Fattore 4” citato da Ernst Ulrich von Weizsaker, in base al quale gli interventi progettuali sono chiamati a rispettare la regola del “less with more”, dove “meno” significa dimezzare i consumi energetici e “più” significa raddoppiare l’efficienza e la produttività degli edifici in questo senso.
I consumi energetici sono stati ridotti in questo progetto attraverso un buon isolamento termico dell’involucro e tramite la predisposizione di sistemi passivi, quali le serre solari previste a corredo delle zone giorno. Ognuno di questi volumi in buona parte trasparenti si sviluppa su una doppia altezza e affida alla massa dei solai dei due balconi presenti e delle pareti che separano la serra dalle abitazioni il compito di accumulare e distribuire il calore passivo che si produce all’interno per l’azione del sole, in modo da ridurre il fabbisogno di energia termica di ogni singola unità. Durante i giorni più caldi dell’anno la schermatura a brise soleil che contraddistingue le serre contribuisce a fermare parte della radiazione incidente; alcuni dei listelli previsti in sommità di questi volumi risultano apribili in modo da innescare movimenti di ventilazione naturale che consentono di allontanare l’aria calda in eccesso.
È previsto che l’impianto di riscaldamento a bassa temperatura ipotizzato in ogni appartamento funzioni tramite un generatore a pompa di calore di potenza nominale di 22 kW alimentato da sonde geotermiche ad alta temperatura. Il sistema è integrato con un impianto solare termico a circolazione forzata, che fornisce una copertura ottimale del fabbisogno di acqua calda sanitaria. L’energia elettrica prodotta con un impianto fotovoltaico servirà per fare funzionare la pompa di calore, i sistemi di ricircolo dell’impianto di recupero dell’acqua piovana e per fornire l’energia elettrica necessaria ad alimentare la domanda di illuminazione degli spazi condominiali interni ed esterni.
La copertura a falda rovescia è stata studiata per assicurare la massima integrazione architettonica degli impianti solari nell’involucro edilizio, oltre che per consentire una più agevole raccolta delle acque meteoriche finalizzate al riutilizzo per l’irrigazione delle aree verdi.
I progettisti: Fram_menti
Fram_menti è un gruppo di cinque giovani architetti e designer intenzionati a trasformare e coagulare esperienze accademiche e lavorative maturate in Italia e all’estero all’interno di un collettivo che unisce professione e ricerca, coinvolgimento dei portatori di interesse e sostenibilità all’interno di progettualità che sappiano essere sostanzialmente innovative e competitive nel panorama territoriale contemporaneo.
Architettura sostenibile e progettazione partecipata sono due concetti chiave che guidano l’attività del gruppo, puntando sull’eccellenza dei risultati e sulla comunicabilità degli stessi a tutti i portatori d’interesse.
Fram_menti (cioè Anna Agostini, Andrea Bressan, Michele Sarissa, Marco Visentin) sviluppa progetti architettonici ed urbanistici in chiave di sostenibilità, allestimenti ed esposizioni interattive, workshop ed eventi urbani, progetti di partecipazione cittadina nelle trasformazioni territoriali, attività di didattica e di comunicazione ambientale.
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L'autore
Beatrice Spirandelli
Divisa tra le professioni di architetto, ricercatrice e giornalista free lance, Beatrice Spirandelli congiunge queste diverse forme di espressione con un filo verde, la passione sostenibilità. Questa passione arriva dalle sue radici in quanto, nonostante viva a Milano, è nata nella campagna veneta e vanta un padre e un nonno falegnami.
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franca
scrive il 16 agosto 2012 alle ore 14:56
Finalmente qualcuno "all'altezza" della situazione. Complimenti e .....avanti tutta!