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I dieci comandamenti per l'efficienza | Tekneco

Risparmio energetico

I dieci comandamenti per l’efficienza

Dai tavoli preparatori degli Stati Generali della Green Economy - a Rimini il 7 e l’8 novembre - arriva la road map per l'efficienza

Scritto da il 08 agosto 2012 alle 9:00 | 0 commenti

I dieci comandamenti per l’efficienza

“Con importazioni energetiche che costano al nostro Paese ben 64 miliardi l’anno, una riduzione del 20% dei consumi, grazie all’efficienza energetica consentirebbe all’Italia di risparmiare qualcosa come 12,8 miliardi di euro, solo di bolletta al netto dei benefici ambientali e per il sistema paese, ogni anno, quasi un punto di Pil”.

Questa la premessa all’ordine del giorno dell’Assemblea programmatica su Efficienza e Risparmio energetico, il secondo degli appuntamenti preparatori degli Stati Generali della Green Economy che si svolgeranno a Rimini, il 7 e 8 novembre prossimi, nell’ambito di Ecomondo, organizzati dal ministero dell’Ambiente e dal Comitato organizzatore che comprende 39 associazioni di imprese impegnate sul fronte della Green Economy. Il “tavolo programmatico” ha stilato un elenco di dieci punti per avviare una road map che porti l’Italia verso l’efficienza energetica. Eccoli.

  1. Incrementare e razionalizzare gli investimenti e gli incentivi. Gli investimenti nel campo dell’efficienza coinvolgono decine di migliaia di imprese nazionali e portano un beneficio complessivo dal 50 al 500% più elevato rispetto agli oneri sostenuti dallo Stato. (In Germania è stato valutato un rapporto da 1 a 5 tra incentivi ed entrate).
  2. Avviare un forte raccordo organizzativo tra tutte le associazioni delle rinnovabili e dell’efficienza al fine di dialogare con maggiore efficacia con il Governo.
  3. Tenere conto, a livello normativo e delle incentivazioni, delle sinergie tra rinnovabili ed efficienza energetica destinate a rafforzarsi in settori come la nuova edilizia ad alte prestazioni energetiche, le smart grids e le riqualificazioni edilizie.
  4. Applicare la nuova Direttiva sull’efficienza energetica che prevede, tra l’altro, una road map al 2050 per la riqualificazione del parco edilizio e definisce l’obbligo di intervenire sul 3% dell’edilizia governativa ogni anno (l’edilizia pubblica spende 5 miliardi/a di energia con consumi elevatissimi). L’obiettivo del 3% potrebbe essere esteso al proprio patrimonio dalle Province e dalle Regioni più avanzate; vanno fatti partire 10 cantieri “esemplari”.
  5. Definire, a partire dal 2015, per i nuovi edifici e le ristrutturazioni, nuove soglie di consumo massimo del 20% inferiori rispetto a quanto previsto dalle norme attuali per preparare il comparto dell’edilizia alla scadenza del 2021, quando tutte le nuove costruzioni dovranno essere “nearly zero energy”.
  6. Garantire certezza nel tempo agli strumenti di incentivazione come le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche – ripristinando il 55% – e la prosecuzione al 2020 dei certificati bianchi, la principale arma per l’efficienza che potrà consentire un risparmio annuo, al 2020, di 11-13 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.
  7. Ridare forza, a partire da seri controlli, alla certificazione energetica degli edifici, uno strumento in grado di trasformare il mercato come è avvenuto per gli elettrodomestici nell’ultimo decennio.
  8. Sostenere le piccole industrie non sottoposte alla Direttiva emission trading, che hanno difficoltà a identificare i vantaggi ottenibili con interventi di efficienza, attraverso incentivi per avviare Audit energetici.
  9. Migliorare l’efficienza degli usi elettrici che presentano un doppio dividendo: a quello diretto si somma quello derivante dalla riduzione della necessità di costruire nuove centrali. In Europa con interventi spinti sul fronte dell’illuminazione si potrebbero risparmiare 28 miliardi ed evitare la costruzione di decine di nuove centrali.
  10. Stimolare soluzioni innovative per finanziare gli interventi di efficienza (deroghe al patto di stabilità per gli enti locali che si impegnano in questo percorso, finanziamento tramite terzi, fondi di rotazione, Energy performance contract, valorizzazione Esco etc).

Si tratta di punti per la verità in parte già noti, con una serie di buone pratiche assolutamente di “buon senso” che però non si inseriscono. al momento, in un quadro energetico fatto di resistenze e veti incrociati che si oppongono con tenacia al cambiamento. La stroncatura delle rinnovabili a favore dei cicli combinati dell’ultimo periodo, lo sviluppo delle prospezioni petrolifere off shor al largo delle nostre coste e il capacity payment per gli impianti fossili, ossia la remunerazione in base alla potenza messa a disposizione e non alla produzione.

Cosa che dovrebbe “mettere al sicuro” investimenti, forse sbagliati visto che siamo da tempo in over supply, per 25 miliardi di euro. E se il settore dei fossili è, secondo alcuni suoi sostenitori “too big to fail” è chiaro che l’efficienza energetica che potrebbe diminuire i consumi aumentando l’over supply, è con ogni probabilità il prossimo nemico.ri


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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