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La crisi dell'edilizia non frena il boom delle case in legno | Tekneco

La crisi dell’edilizia non frena il boom delle case in legno

La quota dell'1-2% sul totale delle abitazioni vendute è destinata a crescere rapidamente nei prossimi anni

Scritto da il 10 giugno 2011 alle 8:46 | 2 Commenti

La crisi dell’edilizia non frena il boom delle case in legno

Nel panorama attuale dell’edilizia, le case in legno rappresentano una quota relativamente bassa rispetto alle costruzioni tradizionali. Questa tipologia sconta alcuni pregiudizi di fondo: riguardo alla sua durabilità, la sua resistenza al fuoco ma è stata finora soprattutto la radicata preferenza culturale dell’italiano per il mattone a frenare la diffusione di questa soluzione abitativa. E il fatto che edifici di legno anche molto antichi si siano conservati intatti fino a noi, non è stato considerato finora più di tanto.

Un terremoto nel settore

I riflettori su questo mercato, con una conseguente spinta al suo sviluppo, li ha accesi l’utilizzo di edifici con struttura in legno per la ricostruzione delle zone in Abruzzo che hanno subito il terremoto di due anni fa, così come è stata un’altra e più recente catastrofe, il terremoto in Giappone (paese all’avanguardia nelle costruzioni antisismiche) a riaccenderli. In queste occasioni l’opinione pubblica è venuta a conoscenza di quello che progettisti e addetti ai lavori ben dovrebbero sapere, cioè che il legno strutturale è in grado più di qualsiasi altro materiale di assorbire le spinte dei movimenti tellurici, che gli edifici in legno si costruiscono in tempi brevi e definiti perché c’è una forte componente di prefabbricazione svolta in azienda (ma ogni casa può essere super-personalizzata), e che garantiscono un grado di isolamento molto alto. In una costruzione moderna di legno, poi, in cui le pareti sono realizzate con struttura a telaio di legno oppure in legno massiccio, gli elementi strutturali sono protetti dalle finiture esterne dell’edificio, escludendone il degrado biologico. E l’estetica delle costruzioni in legno, che all’esterno possono essere coibentate con qualsiasi altro materiale, dalla pietra all’intonato, si rivela flessibile e creativa, allontanandosi dall’immagine dello chalet di montagna cui è da sempre collegata nell’immaginario collettivo. Oggi comunque, al settore delle case in legno si pongono una serie di sfide per aumentare la competitività, nonostante l’indubbio trend in ascesa che sta vivendo: nel 2010 sono state costruite in Italia circa 6.000 case in legno, contro le 1.000 del 2005. La crisi edilizia, figlia della congiuntura nazionale e internazionale che erode il potere di acquisto della popolazione, sta paralizzando investimenti e progetti, ma i punti a favore di questa scelta sono decisivi: la qualità di vita che una casa con struttura in legno garantisce e soprattutto la maggiore efficienza energetica che, riducendo la dispersione termica, comporta un notevole risparmio economico, hanno un forte impatto sul cliente.

Un comparto produttivo giovane

Come si configura questo segmento produttivo? L’80% delle imprese del settore ha sede in Trentino/Alto Adige, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. La crescita dell’attenzione per la costruzione in legno degli ultimi anni ha fatto sì che un grande numero di imprese si siano orientate verso questo settore. In molti casi si tratta di iniziative imprenditoriali “giovani”, con poca tradizione ed esperienza in questa tipologia di  costruzione, con risorse limitate e che spesso realizzano soltanto qualche progetto all’anno. Nel 2008 circa il 50% dei produttori di case in legno infatti non è andato oltre le otto case costruite. Il dato è tratto da una ricerca effettuata nel 2009 dallo studio Ideas & Solutions In Marketing di Merano, nel cuore di questo piccolo e oggi più agguerrito comparto produttivo. Le costruzioni in legno infatti sono relativamente diffuse nel Nord italia (con una concentrazione nell’arco alpino del Nord Est) e al centro, mentre la loro diffusione segna un po’ il passo nel sud, anche se non mancano gli argomenti  a favore di questa scelta: se costruite a regola d’arte,  le case in legno sono perfette, per esempio, per il clima marino.

A Werner Volgger, direttore marketing di Rubner Holding, un gruppo storico del settore della lavorazione del legno in edilizia composto da una galassia di aziende che vanno dal trattamento della materia prima al prodotto edilizio chiavi in mano, abbiamo chiesto una valutazione dello stato dell’arte del settore. “Tutta la filiera tiene bene, anche se il comparto edile si muove lentamente, soprattutto per quanto riguarda le opere pubbliche. D’altra parte il settore degli edifici in legno è in crescita, non solo in Trentino Alto Adige dove godiamo anche dell’opera di diffusione culturale svolta dall’agenzia Casa Clima. Da qualche anno stiamo facendo promozione, cercando di far conoscere le caratteristiche positive delle costruzioni in legno strutturale e la conoscenza da parte di progettisti e utenti in Italia sta crescendo, anche se siamo lontani dalle cifre dell’Austria, dove si costruisce in legno il 15-18% delle nuove costruzioni, mentre in Italia siamo all’1-2%. Noi scontiamo anche la mancanza di una cultura approfondita in questo campo che dovrebbe arrivare dalla scuola, ma mancano le cattedre e l’insegnamento della tecnologia del legno nelle nostre università è ancora carente. Io credo che nell’immediato futuro si debba puntare sul social housing e sugli edifici multipiano, ambiti sui quali Rubner sta investendo molto”.


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L'autore

Paola Pianzola

Paola Pianzola, giornalista freelance, vive a Milano. Ha curato la realizzazione editoriale di alcuni libri e diretto periodici specializzati nel settore dell’architettura, dell’industrial design e del legno come materia prima; collabora con pubblicazioni rivolte all’utente finale occupandosi di progettazione, materiali e prodotti edilizi ecosostenibili.


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