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Illuminazione: all'eco-supermercato la luce è naturale | Tekneco

Tekneco #13 - Eco-supermercato

Illuminazione: all’eco-supermercato la luce è naturale

Torniamo a parlare del supermercato “green” di Conselice per gli aspetti di illuminotecnica: la qualità della luce naturale è capace di influenzare la propensione all’acquisto

Scritto da il 05 dicembre 2013 alle 8:30 | 0 commenti

Illuminazione: all’eco-supermercato la luce è naturale

L’illuminazione generale contribuisce a creare un’atmosfera rassicurante per il cliente, ma si è scoperto che le persone tendono a stazionare più a lungo e a comprare più prodotti nell’area illuminata naturalmente, a dimostrazione del fatto che la qualità della luce naturale è capace di influenzare la propensione all’acquisto. Su Tekneco torniamo a parlare del supermercato “green” di Conselice per gli aspetti di illuminotecnica che sembrano seguire proprio questa filosofia.

L’illuminazione, al pari del riscaldamento, del raffrescamento e della ventilazione, è uno dei parametri di comfort fondamentali per gli ambienti confinati e rappresenta una importante voce di spesa nella gestione degli immobili, soprattutto per quelli di natura commerciale. L’U.S. Energy Information Administration ha calcolato che il consumo elettrico per l’illuminazione di un supermercato rappresenta una quota che si aggira attorno al 23%. In altri generi di immobili commerciali la quota di energia elettrica associata all’illuminazione aumenta in quanto non ci sono necessità di conservazione dei cibi in forni o frigoriferi, e impegna quote che vanno dal 35 al 50%, senza contare il calore che spesso gli apparecchi illuminanti producono e che deve essere smaltito tramite l’impianto di condizionamento.

La voce di consumo legata all’illuminazione può essere ridotta tramite diverse strategie: la più semplice è quella di utilizzare corpi illuminanti tecnologicamente avanzati in grado di illuminare correttamente i prodotti e nel contempo abbattere la domanda di energia elettrica, come quelli a Led. Ma si può certamente fare di più, soprattutto quando ci si trova davanti ad un edificio da costruire ex novo od oggetto di una pesante ristrutturazione: si può ricorrere alla luce naturale, almeno nelle ore centrali del giorno. Una corretta integrazione tra illuminazione naturale ed artificiale può comportare una ulteriore riduzione di questa voce di spesa negli edifici commerciali che può arrivare al 30%.

La riduzione dei consumi non deve mai influire sulla qualità dell’illuminazione, che in supermercati e negozi non rappresenta soltanto una componente fondamentale in termini di comfort, ma soprattutto è un fattore importate perché capace di influenzare la disposizione all’acquisto del cliente. La luce non serve solo a illuminare correttamente i prodotti, evidenziandone la presenza e la bellezza, ma anche a creare diverse atmosfere capaci di influenzare gli stati d’animo.

Negli ambienti commerciali si distingue così tra illuminazione direzionale e illuminazione generale: la prima serve ad evidenziare il prodotto, ed è sempre realizzata con corpi illuminanti, mentre la seconda illumina i percorsi e gli spazi di servizio e può essere risolta in modo soddisfacente anche tramite sorgenti di luce naturale. L’illuminazione generale contribuisce a creare un’atmosfera rassicurante per il cliente, oltre che un ambiente sicuro per coloro che lavorano nei negozi.

Qualche anno fa la catena americana di supermercati Wallmart ha realizzato un nuovo punto vendita illuminando metà superficie in modo tradizionale, ovvero soltanto con luce artificiale, mentre nell’altra metà sono stati previsti una serie di lucernari in copertura che provvedevano alla illuminazione generale in modo naturale. Dopo qualche mese dall’apertura del negozio si è scoperto che i clienti tendevano a stazionare più a lungo e a comprare più prodotti nell’area illuminata naturalmente, a dimostrazione del fatto che la qualità della luce naturale è capace di influenzare la propensione all’acquisto.

L’illuminazione naturale è spesso una componente sottovalutata nell’ambito di un progetto, oltre che molto difficile da trattare, sia perché variabile nel tempo sia in quanto è strettamente collegata con altre voci di comfort legate al risparmio energetico. Ogni qualvolta si pensa ad una porzione di involucro trasparente non si deve dimenticare che essa, oltre alla luce, porta con sé anche una serie di effetti talvolta indesiderabili, come abbagliamento, dispersioni o guadagni termici. Ciò è evidente nei piccoli negozi, dove anche se la luce naturale arriva copiosa dalle vetrine, diventa spesso un elemento difficile da controllare, e può provocare problemi di abbagliamento e di distorsione visiva.

Nei supermercati e nei centri commerciali si ha in genere a che fare con edifici più profondi, ideali per l’installazione di lucernari in copertura che, adeguatamente orientati, possono fornire una luce costante lungo l’intero arco della giornata. Adottando questa soluzione il risparmio in bolletta diventa effettivo solo se si prevede un impianto di illuminazione artificiale capace di regolare automaticamente l’intensità delle lampade in funzione della quantità di luce naturale a disposizione in ogni momento. Se gli stessi lucernari sono apribili automaticamente, possono anche contribuire alla ventilazione naturale degli ambienti, riducendone il carico di raffrescamento a favore di un ulteriore risparmio energetico. Una soluzione alternativa, utilizzata soprattutto nei magazzini e negli spazi di servizio, sono i camini di luce, elementi tubolari riflettenti che catturano la luce del sole e la conducono dove c’è bisogno, terminando in una plafoniera simile a un corpo illuminante tradizionale.

Un progetto precursore in questo senso è quello del supermercato Sainsbury a Londra nel quartiere di Greenwich, progettato da Paul Hinkin and Ann Gibson e realizzato nel 1999, nel quale per la prima volta si è cercato di coniugare in modo efficiente illuminazione naturale ed artificiale. Sempre nei pressi di Londra, la catena di grandi magazzini Marks & Spencer ha aperto di recente un nuovo punto vendita su progetto dello studio di architettura Aukett Fitzroy Robinson (AFR), che si è guadagnato il livello di eccellenza nell’ambito del famoso sistema di valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici Breaam anche grazie al sistema di illuminazione, che ha previsto un elevato contributo della componente naturale. Sui fronti dell’edificio è stato previsto un rivestimento in brise-soleil di legno che permette alla luce di permeare in modo indiretto all’interno dello spazio commerciale, mentre la copertura in legno è stata sagomata ed orientata in modo da captare la luce da Nord e distribuirla in maniera uniforme sui 18.000 mq dell’edificio.

Anche in Italia, la luce naturale ha finalmente cominciato ad illuminare alcuni supermercati e centri commerciali. Uno dei progetti più significativi in questo senso è il supermercato Coop Adriatica di Conselice, in provincia di Ravenna, progettato dallo studio Ricerca e Progetto – Galassi, Mingozzi e associati di Bologna e inaugurato nel 2011 (se ne è parlato anche su Tekneco n.9/2012). Si tratta di un edificio veramente “ecologico”, ovvero realizzato con materiali ecosostenibili, nel quale il concetto di comfort ambientale è stato razionalizzato dal punto di vista dei consumi, sfruttando il più possibile le risorse naturali relative a tutti i parametri di comfort, illuminazione compresa.

L’illuminazione generale del supermercato è stata ottenuta principalmente attraverso camini di luce naturale che illuminano in modo uniforme tutta l’area di vendita, mentre l’illuminazione specifica dei prodotti è ottenuta con corpi a led e fluorescenti lineari ad alta efficienza, la cui intensità luminosa è regolata in modo automatico in funzione della quantità di luce naturale disponibile; la stessa cosa avviene per i corpi illuminanti che assicurano l’illuminazione generale la sera. Un ulteriore accorgimento per ridurre i consumi elettrici legati a questa voce è stato l’installazione di sensori di presenza negli spazi di servizio, per ridurre i tempi di accensione dei corpi illuminanti allo stretto necessario. Lo studio di progettazione ha calcolato che la sinergia di questi diversi accorgimenti progettuali comporterà una riduzione della domanda di energia elettrica per l’illuminazione del 46%, rispetto a quella di edifici analoghi costruiti nello stesso periodo; un risultato ottenuto soprattutto grazie alla integrazione del progetto illuminotecnico con quelli relativi alle altre componenti energetiche.

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L'autore

Beatrice Spirandelli

Divisa tra le professioni di architetto, ricercatrice e giornalista free lance, Beatrice Spirandelli congiunge queste diverse forme di espressione con un filo verde, la passione sostenibilità. Questa passione arriva dalle sue radici in quanto, nonostante viva a Milano, è nata nella campagna veneta e vanta un padre e un nonno falegnami.


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