Questione di sagoma

«Con il ripristino, rispetto allo stop deciso nelle commissioni, della norma di semplificazione per gli interventi che cambiano la sagoma degli edifici, fermo restando, così come auspicavamo, l’esclusione dei centri storici, l’Aula del Senato ha dimostrato di voler procedere verso la strada della rigenerazione urbana sostenibile che ha come suo primo obiettivo la valorizzazione delle nostre città, del territorio, lo stop al consumo del suolo, la riduzione e l’efficienza dei consumi energetici. – afferma Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, paesaggisti, pianificatori e conservatori – L’approvazione di questo provvedimento così come di quelli che prevedono l’obbligatorietà dell’anticipo del 10% nei lavori pubblici e la cancellazione del Durt rappresenta un segnale indubbiamente importante per la ripresa dell’edilizia e la consapevolezza, da parte del Parlamento, che l’uscita dalla crisi passa necessariamente attraverso il sostegno a un settore trainante, come quello delle costruzioni».

Gli architetti auspicano che «si apra una stagione nuova per quanto riguarda l’edilizia, il paesaggio, l’ambiente, i territori e, di conseguenza, l’architettura» e si aspettano che sia dato il via a un serio progetto nazionale di riqualificazione urbana, per incidere sulle zone a grave criticità ambientale e sociale, basate sulle analisi condotte dal Consiglio in collaborazione con Ance, Confcommercio e Legambiente.

La validità del provvedimento era stata messa in dubbio dallo stesso Freyrie quando pochi giorni prima dell’approvazione era stata levata la possibilità di modificare la sagoma degli edifici, cosa che avrebbe, secondo il presidente del Consiglio nazionale degli architetti, impedito la realizzazione della rigenerazione urbana sostenibile.