Il riscaldamento arriva dalla porta
Le nuove soluzioni eco che combinano aspetto estetico e necessità di non impattare sull'ambiente
Sono la nuova frontiera del riscaldamento domestico. Efficienti e allo stesso tempo gradevoli dal punto di vista estetico. Si tratta dei radiatori di ultimissima generazione che trasformano le porte di casa in fonti di calore a bassissimo impatto. Ci sono voluti oltre due anni di intense ricerche e continui perfezionamenti per progettare queste porte per interni costruite in legno, e parzialmente rivestite di ceramica di maiolica, che all’interno della propria struttura nascondono un sistema in grado di generare calore in soli venti minuti e di conservarlo per più di due ore. Per chi voglia riscaldare la propria abitazione senza ricorrere ai tradizionali caloriferi a muro aumenta, così, il ventaglio di possibilità. Che comprende anche i più “tradizionali”, ma non per questo meno efficienti, pavimenti riscaldanti.
Tanti vantaggi a basso consumo
Questi ultimi, da opzione per pochi, sono sempre più spesso utilizzati nella progettazione di edifici che si ispirano ai principi della bioedilizia e dell’architettura sostenibile. Le porte con radiatore integrato si apprestano così a diventare una delle novità più importanti della prossima stagione. Per il momento funzionano soltanto attraverso la corrente elettrica, e per questo sono particolarmente indicate nelle case dotate di sistemi a basso impatto energetico, e quindi di impianti fotovoltaici o pannelli solari. Ma allo studio c’è già una variante più evoluta, che dovrebbe funzionare con l’acqua: calda in inverno e fredda d’estate. Gli esperti assicurano che i vantaggi sono numerosi, perché le porte generano calore in meno di mezz’ora e lo conservano per quasi tre ore senza alcun pericolo di ustioni, visto che la temperatura in superficie si mantiene al di sotto dei 55 gradi. Inoltre, il riscaldamento prodotto è pulitissimo – vista la totale assenza di emissioni di Co2 e la completa eliminazione della fastidiosa polvere generata dal riscaldamento tradizionale – e particolarmente duraturo. Decisamente più collaudato è il riscaldamento irradiato dal pavimento, presente ormai in moltissime abitazioni. Un sistema “inventato” oltre duemila anni fa dagli antichi romani e poi reinterpretato con le più moderne tecnologie. Anche in questo caso la parola d’ordine è sostenibilità ambientale. Dal momento che l’impianto utilizza esclusivamente l’acqua che scorre nei tubi nascosti nella soletta della pavimentazione. “Oltre che aumentare in comfort abitativo, questi impianti consentono un risparmio medio energetico superiore al 20 per cento rispetto ai sistemi tradizionali – spiega Paolo Canavese, esperto e titolare di un’azienda di termoidraulica – La minor spesa dipende dal fatto che l’elevata superficie scambiante costituita dal pavimento fa si che si possa riscaldare la casa con acqua a temperature inferiori ai 40 gradi, mentre negli impianti tradizionali l’acqua nei radiatori circola a circa 80 gradi”. I vantaggi sono quindi numerosi. Questo sistema consente, infatti, di avere la temperatura ripartita in modo omogeneo sulla superficie del pavimento. Inoltre, il calore viene rilasciato tramite irraggiamento, la forma più naturale e quindi più gradevole all’uomo. In modo da regalare il miglior benessere possibile all’ambiente e alle persone che lo occupano.
Il sistema è compatibile con qualunque rivestimento
Le virtù continuano sul piano energetico, dal momento che la particolare distribuzione della temperatura, vicina ai valori ideali, permette una gestione dei costi molto bassa. Il sistema è poi compatibile con qualsiasi tipo di rivestimento: dalla ceramica al parquet, dal marmo al cotto. Inoltre è invisibile, così consente grande libertà nell’arredare gli ambienti, lasciando la possibilità di sfruttare al meglio tutti gli spazi disponibili. Unico neo i costi, che sono particolarmente alti nel caso in cui si voglia introdurre questa tecnologia in una casa già esistente. Per una villetta di circa 150 metri quadrati di pavimento, il costo è di circa 80 euro al metro quadro. Ai quali vanno aggiunti altri 4mila euro fra caldaia a condensazione e termostato. Per un totale di 15mila euro. Inoltre, la presenza dell’impianto può far lievitare lo spessore del pavimento anche di 10 centimetri, il che richiede la modifica di porte e infissi. Ultimo limite, la difficoltà di procedere alla manutenzione. In caso di guasto bisogna, infatti, rimuovere la parte di pavimento interessata.
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L'autore
Daniela Uva
Giornalista pugliese, vive fra Bari e Milano e si occupa di cronaca, tecnologia e temi legati all'ambiente.
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