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Il combustibile alternativo che non ci fa dipendere dalla Russia | Tekneco

Emergenza gas

Il combustibile alternativo che non ci fa dipendere dalla Russia

L'emergenza gas riporta all'attenzione generale l'importanza del biometano: in Italia potrebbe coprire fino al 20% delle forniture totali

Scritto da il 09 febbraio 2012 alle 8:02 | 0 commenti

Il combustibile alternativo che non ci fa dipendere dalla Russia

Photo: Zeta


Essere il più possibile indipendenti dalle forniture in arrivo dalla Russia ed evitare, così, l’emergenza causata in questi giorni dall’ondata di gelo siberiano. La soluzione è in una fonte di riscaldamento alternativa: il biometano. L’Italia è ancora molto indietro in tema di investimenti e incentivi per l’utilizzo di combustibili alternativi. Un errore imperdonabile, secondo l’ultima stima resa nota dal Consorzio italiano biogas, il quale sostiene che “se la normativa lo consentisse, l’Italia potrebbe essere in grado di produrre biometano per soddisfare fra il 10 e il 20 per cento del fabbisogno nazionali attuale”.

Insomma, se il Paese facesse passi avanti verso la diffusione di questo combustibile alternativo, sarebbe possibile immettere nella rete nazionale combustibile utile per alimentare gli stoccaggi, ed essere quindi utilizzato nei momenti di difficoltà. Come questi ultimi giorni, appunto.

Energia pulita e sempre a disposizione

Il biometano altro non è che energia ottenuta dalla depurazione del biogas prodotto a livello locale dai biodigestori. E’ prodotto attraverso un mix di colture dedicate e di integrazione, reflui zootecnici e sottoprodotti agricoli. Secondo recenti dati, questo mix sarebbe in grado di produrre circa il 10 per cento del consumo di gas naturale in Italia. Una percentuale che potrebbe addirittura raddoppiare se crescessero anche tutte le altre fonti di energia rinnovabile.

Nonostante le lentezze del sistema, la produzione di biogas in Italia è comunque in crescita. Tanto che le stime parlano, nel corso del 2012, della realizzazione di 240 impianti in tutto il Paese. Adesso si aspetta che il sistema normativo si evolva, in modo da facilitare gli investimenti e le forme di incentivo che potrebbero non soltanto far crescere l’utilizzo di biometano in Italia, ma anche permettere in futuro di immettere combustibili made in Italy nel sistema europeo.


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L'autore

Daniela Uva

Giornalista pugliese, vive fra Bari e Milano e si occupa di cronaca, tecnologia e temi legati all'ambiente.


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