Sistri, quello che non va proprio giù agli operatori del settore
Il provvedimento continua a creare malumore
Non si placano le polemiche dopo il ripristino del Sistri, che a questo punto partirà il 9 febbraio 2012: cinque mesi di tempo per risolvere tutti i guasti del sistema di controllo digitale dei rifiuti e 360 mila aziende che devono mandare giù un boccone che non piace. Le considerazioni di tre operatori del settore a confronto.
Partenza Sistri prime contraddizioni
La misura adottata dal Parlamento concede ai produttori di rifiuti pericolosi fino a 10 dipendenti un avvio in differita, che sarà deciso con decreto ministeriale. I consorzi per il recupero potranno essere delegati per gli adempimenti del Sistri, mentre tutti quei rifiuti che non hanno “criticità ambientali” rimarranno con controllo cartaceo.
Questo si pone in contrasto con quanto affermato dalla Prestigiacomo il 7 settembre, in audizione presso la Commissione bicamerale d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.«Forse avremmo dovuto accogliere fin dall’inizio le richieste che ci suggerivano di far partire il Sistri in maniera graduale, visto che abbiamo a che fare con un settore, quello dei trasporti e dei rifiuti, che non ha dimestichezza con i mezzi informatici». Al di là dell’offesa che ha rivolto a un’ intera categoria di imprenditori, «pensando che il settore del trasporto dei rifiuti non sia informatizzato, dimostra di non conoscere minimamente un mondo di cui è ministro» sottolinea Gianpaolo Nadalini, consulente ambientale. Prosegue commentando che: «Febbraio è il mese di Carnevale, il 9 febbraio mi sembra una “carnevalata”». Sorprende, infatti, la data scelta per la partenza. Nel testo 1 dell’emendamento in questione si faceva riferimento al 1° marzo (inizio mese), mentre nel testo 2, al 9 gennaio (un lunedì), infine in quello definitivo, testo numero 3, al 9 febbraio 2012 che è un semplice giovedì.
Finti cambiamenti tecnici
Da qui al prossimo 9 febbraio, secondo gli operatori del settore, non migliorerà nulla del sistema Sistri attualmente poco funzionante. «Cercheranno di fare delle modifiche ma complicheranno le cose, quindi la soluzione migliore, e parlo da ex-informatico, è quella di riscrivere tutto daccapo. E’ meno oneroso e più facile da realizzare, se faranno tesoro dell’esperienza passata», afferma il titolare di un impianto di trattamento rifiuti.
Di avviso simile, il titolare di una ditta di trasporto rifiuti: «Se la riesumazione del Sistri consisterà nel mantenere la stessa forma attuale, meglio ucciderlo subito. Mentre se viene riveduto tutto l’impianto di questo sistema,velocizzato e applicato correttamente alle varie fattispecie del settore rifiuti, sarebbe la cosa esatta da fare. Mi auguro che vengono interpellati anche i soggetti direttamente interessati, cioè noi. Non si può pensare di imporre un sistema uguale per tutti senza considerare le svariate realtà che operano nel mondo rifiuti». Una sorta di pessimistico realismo, emerge anche da quanto afferma Nadalini «Sembra che Sistri, così come è strutturato oggi, non venga pesantemente modificato, sia nel software che nell’ hardware, ovvero nulla di diverso da quanto operatori del settore, associazioni di categoria, vanno predicando ormai da mesi. Giudico assurdo, che in un’ottica di tracciabilità di rifiuti, alcuni di essi o determinate categorie di produttori possano esserne esentate mentre altre no».
Gli investimenti rimandati
Le continue proroghe e gli aggiornamenti del Sistri hanno provocato incertezze, forti dubbi, carenza lavorative e aumento dei costi. E’ intuibile che in questo clima si rimandino gli investimenti. Lasciano l’amaro in bocca le parole del titolare della ditta di trasporto rifiuti, emerse durante l’intervista: «Preferisco aspettare, non assumo personale, non ristrutturo il parco veicoli prendendo mezzi a minor impatto ambientale o con consumi inferiori, evito l’acquisto di macchinari che permettono la riduzione dei volumi dei rifiuti, non faccio leasing o prestiti perché non ho una visione stabile e certa del settore rifiuti. Come pagherei un leasing se ci viene impossibilitato di lavorare o se per un capriccio di un ministro ci viene imposta qualche assurdità?».
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L'autore
Anna Simone
Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.
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