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Sistri, test con minaccia di boicottaggio e richieste di risarcimenti in arrivo | Tekneco

Sistri, test con minaccia di boicottaggio e richieste di risarcimenti in arrivo

Dopo i ripetuti rinvii, le aziende interessate si preparano a chiedere 150 milioni di euro al Governo per i danni subiti

Scritto da il 31 ottobre 2011 alle 8:55 | 0 commenti

Sistri, test con minaccia di boicottaggio e richieste di risarcimenti in arrivo

Photo: Edgeplot


Le aziende del settore rifiuti dicono basta e iniziano la guerra contro il Sistri. Boicottaggio dei test di prova sulla funzionalità del sistema e richiesta di rimborsi per gli oneri sostenuti.

Una strada senza uscita

Dopo il ripristino del Sistri, sistema di controllo digitale dei rifiuti, nulla è cambiato. Mancano pochi mesi alla partenza fissata per il 9 febbraio 2012 e il clima è diventato rovente. “Prevedo un periodo di grande confusione e conflitti, ove ognuno di noi dovrà continuare a lavorare cercando di usare la massima ragionevolezza e professionalità possibile, in mancanza di norme chiare”, Spiega a Tekneco il gestore di un impianto di trattamento rifiuti-  L’attuale Sistri, non partirà mai poiché le aziende sono stufe di perdere tempo e soldi dietro a una chimera. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il diagramma di utilizzo del Sistri è piatto, come il cervello di chi lo ha voluto e progettato”. 

Test di prova e boicottaggio

Sembrano parole al vento, quelle della Prestigiacomo che in una nota di metà mese aveva annunciato “Dal 24 ottobre in poi si svolgeranno 4 test su specifici aspetti, entro il 10 novembre un grande test con le aziende con oltre 50 dipendenti cui ne seguirà, entro novembre, un altro per le aziende da 11 a 50 dipendenti”, al fine di testare tutti gli utenti sottoposti al sistri da febbraio.

Di fatto sta andando tutto storto. Le aziende di trasporto aderenti ad Asstri Conftrasporto si sono rifiutate di testare il sistema. Nonostante siano “state le prime a offrire collaborazione al Mattm per la semplificazione delle funzionalità del Sistri (peraltro prevista per legge dall’ultima finanziaria di agosto) e hanno visto del tutto disattese e ignorate le loro proposte”, afferma I.S., responsabile tecnico di un nutrito gruppo di aziende operanti nel settore ambientale. Ci svelt, inoltre, uno strambo dietro le quinte. “Dei test nessuno sa nulla non è stata data alcuna informazione istituzionale. Il ministero si è limitato ad affermare che avrebbe selezionato un campione rappresentativo di operatori (i soliti 3 o 4) per testare funzionalità specifiche”.

Le proteste

I dati statistici presenti sul sito ufficiale del Sistri, parlano chiaro: nessuno sta usando in via virtuale il sistema di controllo digitale. Il traffico delle movimentazioni periodiche effettuate non sono superiori al 5-7 per cento dei reali movimenti di rifiuti che quotidianamente avvengono in Italia. Ma se il Governo non sembra dar peso a una ribellione di massa, noi abbiamo voluto capirne le ragioni.  I perché li sintetizza I.S., chiarendo che: “I test sono organizzati per scaglioni, praticamente a inviti, e non potranno mai realisticamente riprodurre le reali condizioni di utilizzo. Inoltre il ministero non ha provveduto né a testare la funzionalità di software e hardware, né a semplificare il sistema, insistendo nel riproporre il Sistri tal quale”. Dulcis in fundo non sono state accolte le offerte di collaborazione che fin dall’inizio sono pervenute dagli operatori, principalmente i trasportatori.

Venti di protesta a Ecomondo

Dal 9 al 12 novembre si svolgerà a Rimini Ecomondo, fiera internazionale sull’ambiente che dovrebbe essere inaugurata dal ministro Prestigiacomo, se rispetterà gli impegni presi.  Appurato che il Sistri continua a far acqua da tutte le parti, gli operatori del settore sono impazienti di un confronto diretto. Il gestore dell’impianto di trattamento rifiuti intervistato da Tekneco, afferma: “Non credo che il ministro possa inaugurare una manifestazione di settore senza essere contestata”.

Richiesta di risarcimento

Il Sistri è un cerchio che non si riesce a chiudere. La Confcommercio nei prossimi giorni presenterà la richiesta di risarcimento al ministero dell’Ambiente per il mancato funzionamento del sistema di controllo digitale: un totale di circa 150 milioni di euro. Ma perché si è aspettato tanto?

Il nostro intervistato non fa sconti a nessuno e commenta: “Le associazioni di categoria probabilmente sono state costrette dagli stessi associati a far sentire la propria voce, e dal momento che il business per loro è sfumato, non hanno altre alternative che quella della richiesta di quanto già pagato dalle aziende”.

Mentre il responsabile tecnico del gruppo di aziende, conclude: “Al Governo nessuno davvero conosce il Sistri (nel senso di funzionalità, costi e ricadute sugli operatori) e non si fa nulla per cercare di capire di cosa si sta parlando. Se non fosse intervenuta l’inchiesta della Procura di Napoli (peraltro limitata ad ipotesi di truffa per l’affidamento dell’appalto Selex), l’argomento sarebbe rimasto estraneo persino alla commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. La disinformazione in materia è massima, soprattutto nei confronti dell’opinione pubblica”. Le scommesse su un Milleproproghe salvifico, per prorogare ulteriormente il Sistri, magari fino al prossimo Governo, sono aperte.


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L'autore

Anna Simone

Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.


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