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Trashware, rigenerare il pc per non buttarlo | Tekneco

Trashware, rigenerare il pc per non buttarlo

Ecco come un computer datato si può rendere di nuovo funzionante e utile

Scritto da il 07 ottobre 2011 alle 9:12 | 4 Commenti

Trashware, rigenerare il pc per non buttarlo

Un vecchio computer non è necessariamente un rifiuto. Con il trashware, aziende e cooperative del settore rendono di nuovo funzionanti pc, utilizzando materiali di recupero e software freeware al fine di destinarli alla vendita a un prezzo inferiore. Tekneco ne ha intervistato un paio, per saperne di più.

Cos’è il trashware

E’ la pratica di recuperare personal computer mal funzionanti destinati allo smaltimento. Mettendo insieme anche pezzi di computer diversi se ne può ricavare uno completamente funzionante. Riflettendo non esiste il concetto assoluto di pc lento o veloce, dipende dal compito che deve svolgere. Le prestazioni possono risultare, infatti, sovradimensionate per qualcuno o inadeguate per altri.

Marco Gialdi titolare della Rigeneriamoci, azienda che si occupa di ricondizionare computer, stampati e cartucce, spiega che rigenerare:”Significa evitare che finiscano stipati in container e spediti nei Paesi in via di sviluppo. Significa ridurre la quantità di rifiuti da smaltire e significa allungarne la vita svincolandosi dalle regole che vogliono un mercato usa e getta”.

Cosa si rigenera

Per i computer non funzionanti, in generale è solo uno dei componenti a essere rotto. Per la parte hardware nel peggiore dei casi il pc può essere disassemblato per eseguire dei test sui componenti che andranno a riparare o potenziare altri pc non funzionanti. Per il software si installa un sistema operativo open source, libero e gratuito.  Tutti i dati che conteneva il vecchio pc saranno definitivamente cancellati, insieme a scritte, adesivi, etichette e segni vari.

A chi rivolgersi per rigenerare

Nicolas Denis socio della Cooperativa Binario Etico, che si occupa di rigenerare pc, spiega “Se il cittadino vuole donare un veccio pc dovrebbe verificare che i requisiti del computer corrispondano ad hardware effettivamente riutilizzabile (tipicamente, computer o componenti vecchi di 7 anni o meno) e poi può portarlo presso la nostra sede di via del Forte Tiburtino a Roma. Le aziende con stock di materiale disomogeneo possono mandare un inventario, anche approssimativo. Se all’interno dello stock ci sono componenti riutilizzabili sufficienti per coprire il costo dello smaltimento degli scarti, Binario Etico organizza il ritiro a proprie spese”. Una procedura simile si ha nell’Attività di Marco Gialdi, presente su tutto il territorio nazionale :“L’Azienda può contattarci e insieme valuteremo il parco macchine per capire come è meglio procedere”.  Anche loro si rivolgono ai privati: “Quando è nato il progetto pensavamo che il nostro target fossero i privati e le associazioni. Ci siamo dovuti ricredere quando a fine 2009, analizzando le vendite, abbiamo visto che molte aziende preferivano i computer ricondizionati a quelli nuovi. L’aspetto economico è un dettaglio importante”.

Cosa consegnare

“Purtroppo non si può rigenerare ogni cosa – sottolinea Gialdi- ma prendiamo tutto. Di solito i ritiri vengono fatti a grandi imprese che decidono di rinnovare il parco macchine. Interveniamo offrendo un pacchetto di servizi che va dal ritiro porta a porta, alla cancellazione certificata dei dati sugli hard disk”. Nella sua azienda l’80 per cento delle macchine che arrivano vengono rigenerate e rimesse sul mercato, mentre del restante 10- 15 per cento vengono prese solo le parti di ricambio e, infine, quello che rimane viene disassemblato e inviato in un centro di recupero.

La Cooperativa BinarioEtico, spiega Denis “Accetta solo materiale riutilizzabile perché è un’azienda che tratta beni usati. Se fossero inutilizzabili, sarebbero rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici (raee), per lo smaltimento dei quali la cooperativa pagherebbe costosi servizi di smaltimento”. Sono presenti sul mercato dal 2007 e ogni anno le percentuali di recupero aumentano rispetto all’anno precedente.

Caratteristiche dei pc rigenerati

Con la rigenerazione si raddoppia il periodo di utilizzo del computer, si dimezza la quantità di raee prodotta e i pc sono venduti a prezzo ridotto rispetto ai nuovi. “Oggi è difficile dire quanto costano in meno, – afferma Marco Gialdi- la situazione del mercato spesso impone ai venditori di fare promozioni assurde. Per questo preferisco dire che un computer Rigeneriamoci costa tra i 100 e 300 €, in base al modello e alla tipologia”.

Nicolas Dennis li definisce prezzi molto popolari “Tutto il materiale che viene messo in vendita, viene prima testato in modo approfondito. Per questa ragione Binario Etico fornisce sei mesi di garanzia dalla data di acquisto per tutti i componenti o assemblati che
vende”.


Commenti

Ci sono 4 commenti.

  • Paolo Montevecchi
    scrive il 04 novembre 2011 alle ore 10:51

    Vi volevo sengalare un interessante servizio di un'associazione di Studenti dell'UNIBO http://www.trashwarecesena.it/

  • Anna Simone
    scrive il 04 novembre 2011 alle ore 11:05

    Buongiorno Paolo, grazie per la segnalazione. I nostri lettori di Cesena e dintorni la troveranno molto utile. Buona giornata Anna Simone

  • Rosario
    scrive il 07 ottobre 2014 alle ore 20:01

    Ciao, andavo presso l'isola ecologica a cercare pezzi di ricambio x i pc che aggiustavo, spesso è l'unico modo per riparare vecchi pc. Un bel giorno però mi hanno proibito l'accesso dicendo che era pericoloso e loro non sono tenuti a fare accedere personale estraneo. E' vera questa cosa ? La gente butta di tutto e tutti possono trovare tutto in un'isola ecologica, ma se il personale non fa accedere non è uno spreco ?

  • Massimiliano
    scrive il 12 agosto 2015 alle ore 13:14

    Tra le varie opportunità c'è anche Progetto Nuova Vita che dal 2010 si occupa di trashware ;-) www.progettonuovavita.it

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L'autore

Anna Simone

Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.


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