Rifiuti elettrici ed elettronici
RAEE: l’Italia ne raccoglie troppo pochi
Maglia nera per il nostro Paese che finisce fra i peggiori nella classifica europea. Secondo gli esperti potremmo raccoglierne almeno quattro volte di più
Cosa fare del nostro vecchio cellulare, che poi, a guardarlo bene, tanto vecchio non è? Quanto avrà sei mesi, un anno? Certo gli smartphone hanno mediamente un ciclo di vita più lungo, anche per quel che costano, ma liberarsene, quando sono diventati inutilizzabili, sembra facile salvo scoprire che non lo è. Almeno non in Italia.
Così, in meno di una settimana, ci siamo presi le bacchettate sia degli Amici della Terra Europa, sia del WeeeForum, l’organizzazione che riunisce 39 consorzi che si occupano di recupero e di riciclo in tutta Europa.
Secondo gli Amici della Terra l’Italia sarebbe il fanalino di coda dei Paesi dell’Unione europea in fatto di raccolta e riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici, i cosiddetti RAEE: 4 Kg a testa recuperati all’anno contro i 18,3 Kg immessi nel Paese.
Il WeeeForum, da parte sua, entra più nel dettaglio: se nel 2011 in Italia sono stati recuperati appena poco più di quattro chili pro capite fra grandi e piccoli elettrodomestici, al pari di greci, polacchi e sloveni, peggio di noi solo i romeni (1 kg), lettoni (2) e gli spagnoli (3 kg). Meglio dell’Italia hanno fatto portoghesi e cechi (5 kg), francesi e tedeschi (7 kg), olandesi, britannici e irlandesi (8 kg), austriaci (9 kg), insieme a belgi e lussemburghesi (10 kg), danesi (14 kg), svizzeri e svedesi (17 kg), fino ai più virtuosi, i norvegesi, con 30 kg a testa.
Secondo Ecodom, uno dei consorzi leader in Italia per il recupero di questi materiali, il nostro Paese raccoglie ancora troppo poco, circa un quarto del potenziale. Ci sarebbero infatti almeno 7 kg “smarriti”, in gran parte composti da piccoli elettrodomestici, come tostapane, bollitori o condizionatori che vengono tenuti in soffitta inutilizzati perché rotti oppure obsoleti, e da tastiere di pc, vecchi computer, lettori mp3 e mouse che per le stesse ragioni talvolta finiscono persino nella spazzatura ordinaria.
Nel corso del 2012, solo Ecodom ha trattato, in tutta Italia, circa 71.800 tonnellate tra frigoriferi, condizionatori, scalda-acqua, lavatrici, lavastoviglie, forni e cappe, da cui ha ricavato 46.468 tonnellate di ferro, 1.722 tonnellate di alluminio, 1.328 tonnellate di rame e 5.892 tonnellate di plastica. E si è evitata l’immissione in atmosfera di oltre 1.200.000 tonnellate di CO2, il dannosissimo gas a effetto serra.
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L'autore
Marco Gisotti
Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).
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