latte alla spina
Provalo crudo
Il successo dei distributori alla spina per il latte a chilometri quasi zero. Ricordarsi, però, di bollirlo prima del consumo
Il latte è uno degli alimenti più diffusi nella dieta degli italiani a ogni età. I produttori sono presenti in tutta la Penisola e ciò consente, a chi lo voglia, di rifornirsi con prodotti a km zero. A partire dalla metà degli anni 2000, poi, la diffusione di apposite macchine erogatrici (fisse o mobili) ha reso possibile la vendita anche di un prodotto particolare: il latte crudo, solitamente sfuso e quindi acquistabile alla spina anche utilizzando i propri contenitori. Riprendendo le parole del dossier del ministero della Salute, “Latte crudo, una scelta consapevole”, per latte crudo si intende il latte appena munto, refrigerato a temperature non superiori a 4°C e non sottoposto ad alcun trattamento termico. La possibilità di acquistare latte “appena munto”, magari biologico, a km zero e alla spina, ha attratto molti consumatori che godono anche della convenienza economica, sottolineata dal dossier ministeriale, “sia per il produttore sia per il consumatore attraverso l’abbattimento dei costi connessi alla raccolta e al trattamento termico in centrale e alla distribuzione nel circuito commerciale”. Secondo il censimento 2011 delle Asl, si stima che le macchine erogatrici self-service alla spina distribuite sull’intero territorio nazionale ammontano a 1.400 circa. Dal punto di vista nutrizionale, il consumo di latte crudo viene frequentemente associato ad un maggior contenuto di enzimi, vitamine del gruppo B e C, acido folico e a un minor rischio di fenomeni allergici in età pediatrica, anche se, in base a quanto diffuso dal Ministero, solo quest’ultimo aspetto è stato confermato da studi scientifici. Tra i motivi che hanno rischiato di limitarne la diffusione, sussiste la potenziale nocività nel caso in cui sia ingerito senza prima essere stato bollito. Sottolineano, infatti, dal Ministero che il latte crudo, “pur contenendo un certo numero di batteri ‘buoni’, i lattobacilli, presenti anche nel latte pastorizzato, (…) può accidentalmente veicolare anche tossine e germi patogeni per l’uomo”. La normativa ha quindi recentemente previsto l’obbligo di indicazione della bollitura prima dell’utilizzo.
Articolo a firma di Letizia Palmisano
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