green port
Matrìca: la ricetta sarda verso la chimica verde
Con l'approvazione del Tavolo tecnico, in Regione può decollare il progetto di chimica verde per rilanciare il polo di Porto Torres
Il tavolo tecnico adesso c’è. C’è voluto molto tempo e fatica ma finalmente la Regione Sardegna è riuscita ad approvare questo organismo fondamentale, che avrà sede presso l’assessorato dell’Agricoltura e di cui faranno parte esperti nominati dalla stessa Regione e dalle Università di Cagliari e Sassari, dal Cnr e da Matrìca, la società a cui partecipano Eni Versalis e Novamont.
Si tratta di un passo fondamentale verso quel progetto “Chimica verde” che dovrebbe offrire a Porto Torres, uno dei siti industriali più inquinati d’Italia, un’opportunità per uno sviluppo industriale ecologicamente sostenibile. Nel nuovo polo si produrranno monomeri, polimeri e intermedi chimici utilizzando fonti rinnovabili e materie prime di origine vegetale.
Proprio agli inizi di settembre, infatti, è stata diffusa la notizia che era cominciata la raccolta dei cardi da cui estrarre gli olii vegetali necessari per questi biomateriali. Circa 13 ettari di terreni marginali che, almeno nelle intenzioni, non leveranno nulla all’agricoltura locale ma che anzi permetteranno di mettere a frutto un territorio messo da parte.
Nonostante un fermo subito nei mesi scorsi, il progetto dunque riparte con l’obiettivo di diventare il primo polo chimico verde nazionale: un miliardo di investimenti, 550 dipendenti attuali che dopo la trasformazione dovrebbero arrivare a 685, 100 dei quali occupati nel centro di ricerca collegato alle università, con la capacità di sfornare 350.000 tonnellate all’anno di prodotti biodegradabili di origine vegetale (intermedi, plastiche, lubrificanti, additivi ecc.), usando come materia prima le coltivazioni locali, in primis, appunto, il cardo.
Del miliardo d’investimento, 500 milioni, a carico del gruppo Eni, saranno utilizzati per la bonifica dell’area e altri 300 per la realizzazione da parte di EniPower di una centrale a biomassa che utilizzerà i residui vegetali della lavorazione. Saranno costruiti sette nuovi impianti – si prevede che il primo entrerà in produzione all’inizio del 2014, l’ultimo nel 2016, in sostituzione della vecchia struttura industriale, con una spesa di altri 250 milioni.
Condividi
Tag
L'autore
Marco Gisotti
Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).
Ultimi articoli
Più letti della settimana
- Come scegliere una stufa a pellet : Consumi, costi e dati tecnici sono i parametri riportati sull’etichetta dell’apparecchio e le caratteristiche della stan...
- NovaSomor vince la prima edizione del Klimahouse Startup Award : La startup di Rimini ha ideato un motore solare termodinamico a bassa temperatura applicato al sollevamento delle acque...
- Tutti gli studi : ...
- Amianto, quando la minaccia si nasconde in casa : Chi chiamare se sospettiamo di avere manufatti o coperture in cemento-amianto a casa nostra...
- Pellet di qualità, istruzioni per l’acquisto : Quali sono i parametri utili per il consumatore all’acquisto del pellet? Qualità, innanzitutto, ma anche la lettura dell...
Commenti
È stato inserito 1 commento.