Riciclo
In quelle piastrelle c’è un po’ di TV
Un progetto del consorzio ReMedia riutilizza il vetro derivante dal riciclo di Tv a tubo catodico per produrre piastrelle in gres porcellanato
Photo: photo ReMedia
Il vecchio tubo catodico ‘rivive’ nelle case degli italiani con una veste tutta nuova, quella di complemento d’arredo. Con il progetto “Glass Plus”, infatti, il vetro ricavato dal riciclo di monitor e Tv a tecnologia Crt (Cathode-Ray Tube), ormai soppiantati dalla diffusione delle Tv Lcd e al plasma, viene trasformato in piastrelle in gres porcellanato. E’ l’idea che ha avuto ReMedia, Consorzio nazionale per la gestione eco-sostenibile di tutti i Raee, delle pile e degli accumulatori esausti, per salvare dalla discarica questo materiale avviandolo a un riciclo sostenibile.
I vantaggi economici ed ambientali
I televisori rientrano tra i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche o Elettroniche (Raee), che devono essere smaltiti secondo procedimenti particolari perché contengono sostanze altamente inquinanti e tossiche. Questi prodotti vanno trattati in centri specializzati che oltre alla messa in sicurezza provvedono a recuperare i materiali di cui sono composti. “I Raee sono altamente riciclabili. Stereo, computer, cellulari, lampadine, elettrodomestici contengono acciaio, alluminio, rame, metalli preziosi, terre rare, plastica, gomma e tanto altro”, spiega Danilo Bonato, direttore generale di ReMedia. “La maggior parte di questi materiali è molto richiesta sul mercato e viene riutilizzata in nuovi prodotti mentre altri vanno a finire in discarica. Uno di questi è proprio il vetro delle Tv”.
Le frazioni vetrose sono le più numerose nei televisori Crt ed equivalgono a quasi la metà del peso del prodotto. Cosa farne allora? Per riutilizzare anche questa parte ‘bistrattata’ dei vecchi schermi ReMedia ha pensato bene di collaborare con il Gruppo Concorde di Sassuolo che produce piastrelle. Così è nato nel 2010 il progetto Glass Plus, esempio virtuoso di collaborazione tra due filiere diverse, inserito nel programma europeo Eco-innovation. Le Tv raccolte vengono inviate agli impianti di riciclo dove il vetro viene reso molto pulito e piccolo. Questo materiale viene poi spedito nelle fabbriche del Gruppo Concorde e inserito in una percentuale del 20% nell’impasto delle piastrelle. “I vantaggi sono sia economici che ambientali. Si risparmia sulla materia prima e si riducono dell’80% le emissioni di CO2 dando vita a un materiale del tutto conforme ai requisiti LEED”, aggiunge Bonato, che fa una previsione: “Per il 2012 si stima una raccolta di circa 75 mila tonnellate di Tv e monitor, pari a circa 25 mila tonnellate di vetro pannello. Se l’intero quantitativo venisse utilizzato nel progetto potremmo rivestire 83 mila appartamenti”.
La raccolta e il riciclo dei Raee
Secondo la stima del Centro di Coordinamento Raee, nel 2011 sono state raccolte 260 mila tonnellate di e-waste. Un dato in crescita rispetto al 2010 (circa 100 mila tonnellate) e destinato ad aumentare ulteriormente con le nuove norme della Direttiva Ue, aggiornate questo gennaio, che alzano i livelli di raccolta per ogni stato ponendo l’obiettivo dell’85% entro il 2019. “C’è ancora molto da fare se si pensa che due terzi dei Raee non arrivano agli impianti di trattamento. Perché l’Italia non rimanga indietro e non rischi di incorrere in sanzioni è necessario l’impegno di tutta la società, a partire dal Governo fino ai cittadini”, conclude Bonato.
Una mano in questo senso può arrivare dalla ricerca, sempre più orientata allo sviluppo di tecnologie efficienti per il riciclo delle componenti prive di mercato, come appunto il vetro usato in “Glass Plus”, e il recupero delle materie prime preziose presenti in piccole concentrazioni.
La Stena Electronics Recycling, parte del Gruppo Stena Metall e leader europeo nel riciclo dei Raee, per esempio, utilizza la parte posteriore del vetro Crt, schermata al piombo, per creare lastre per applicazioni mediche mentre il vetro pannello riciclato viene usato per fare nuovi materiali abrasivi. Un’azienda italiana, la Relight di Rho (Mi), invece, ha sviluppato un processo che permette di estrarre in maniera sicura l’ittrio e l’indio delle sorgenti luminose, due metalli preziosi che attualmente vanno perduti.
Per stare al passo con l’evoluzione del mercato ReMedia ha dato vita al Laboratorio del riciclo E-waste Lab 2.0 in collaborazione con il Politecnico di Milano, regione Lombardia, Assolombarda, gruppo Stena e Ministero dello sviluppo economico. La sfida per il recupero totale dei Raee è aperta.
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L'autore
Roberta Pizzolante
Giornalista pubblicista dal 2005 e scrive di scienza, ambiente, energia, diritti umani e questioni etiche e sociali. Salentina di nascita, romana d’adozione, è laureata in Sociologia e ha un master in “Le scienze della vita nel giornalismo e nei rapporti politico-istituzionali” conseguito alla Sapienza. Fa parte della redazione di Galileo e Sapere e collabora con Le Scienze, Mente & Cervello, Terre di Mezzo street Magazine.
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