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Clima

Clima: non ci siamo

Dagli Stati generali del clima non è emersa una strategia precisa da parte dell'Italia. Ora ci sono sei mesi per aggiustare il tiro

Scritto da il 22 giugno 2015 alle 17:41 | 0 commenti

Clima: non ci siamo

Le politiche climatiche hanno bisogno di un approccio di sistema, cosa che non è emersa dagli Stati Generali del Clima che si sono svolti a Roma. Nella mattinata, infatti, si sono susseguiti una serie d’interventi da parte d’esponenti governativi, caratterizzati da un eccesso di specificità legate alle competenze che troppo spesso assunte a carattere generale. Tre gli interventi che hanno alzato il livello della discussione sul clima. Francesco Rutelli ha avuto un approccio di visione sul medio periodo, il cardinale Peter Turkson, coordinatore della recente enciclica papale sull’ambiente e il ministro per lo sviluppo sostenibile, l’ecologia e l’energia francese Ségolène Royal. E proprio con l’intervento della ministra si è notata la differenza tra l’approccio francese e quello italiano in materia di clima. «La Francia ha una responsabilità storica da cogliere, ce la stiamo mettendo tutta per riuscire. – ha detto Ségolène Royal, ministro francese dell’Ecologia e dello Sviluppo sostenibile parlando dell’appuntamento del Cop 21 previsto a dicembre a Parigi – A livello finanziario – ha detto la Royal – siamo impegnati a mobilitare 100 miliardi di fondi. C’è poi una Agenda delle soluzioni basata su ciò che deve cambiare nelle politiche come tutta la questione degli oceani e delle biodiversità; dei cittadini e delle imprese e che coinvolge quindi l’impegno della società civile».E poi ha proseguito: «Noi dobbiamo realizzare la terza rivoluzione industriale che è la rivoluzione verso l’economia verde. L’Europa – ha aggiunto la Royal – è e deve restare all’avanguardia per l’economia verde fatta anche attraverso l’innovazione tecnologica». Ed effettivamente la Francia si presenterà all’appuntamento di Parigi a fine anno con una road map nazionale precisa, basata sull’edilizia sostenibile, sulla mobilità pulita, sulle rinnovabili, sull’economia circolare, sulla semplificazione delle procedure e sull’ottimizzazione della sicurezza nucleare e sul’informazione al pubblico in materia. E la ministra anche sulle politiche europee ha avuto qualcosa da dire. «È vero che l’Europa rischia di aver fatto da start up per le tecnologie a basso consumo e rinnovabili e ora potrebbe perdere la leadership scientifica e tecnologica», ha detto la Royal davanti ai microfoni di Teckenco. «Ma non giudico insufficienti gli obiettivi europei al 2030, mentre sulle direttive come quelle sull’economia circolare e sulla qualità dell’aria (che sono state ritirate durante il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea N.d.R.) si tratta di dispositivi che possono essere ripresi. Comunque è vero che l’Europa non ha posto in essere le politiche industriali necessarie».

Di tutt’altro tenore l’intervento del presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha chiuso la mattinata. «Ci deve essere la capacitá di prendere atto di un dato di realtà, e cioè che oggi il nostro nemico è il carbone. – ha affermato Matteo Renzi – In futuro dovremo andare oltre la semplice lotta contro il carbone, ma finchè oggi abbiamo una serie di partite aperte che non riusciamo a sbloccare per colpa della burocrazia italiana dobbiamo anche essere capaci di dire le cose come stanno, e cioè che anche se le rinnovabili sono, in alcuni settori, una straordinaria forza del nostro Paese, specialmente una parte del solare, soprattutto resta il fatto che da qui a domani mattina non finisce il petrolio nel nostro Pianeta, non finisce il gas, che forse è una sfida ancora piú interessante». Sulla definizione dei campi d’azione italiani in materia di clima Renzi ha aggiunto: «Ci sono tre campi di azione – ha detto Renzi – internazionale, europeo ed italiano. Su questi tre campi di azione dobbiamo decidere come posizionarci partendo dai risultati ottenuti in questi anni, che non sono banali ma ancora non sufficienti. Bisogna ottenere risultati che siano capaci di incidere in profondità. Il tempo – ha continuato – in questo contesto è centrale, non è un signore distratto, il tempo è un elemento chiave, una variabile fondamentale». Su questo piano Ségolène Royal, però non ha dubbi. «La questione climatica è una questione di sicurezza globale. Dobbiamo salvaguardare il clima, ce lo ricorda anche il Papa. Ma c’è una presa di coscienza che va nella giusta direzione tutti hanno capito che nessuno è risparmiato dal dissesto climatico, la siccità colpisce a qualsiasi latitudine. Negli Stati Uniti ci sono ancora molti clima-scettici e bisogna continuare a “sconvolgere” questi scettici, perchè avremo e abbiamo giá conflitti dovuti allo spostamento delle popolazioni per la siccitá, per l’acqua e l’accesso alle risorse naturali in generale. Abbiamo guerre per la pesca dopo il deterioramento delle risorse ittiche. Per questo dobbiamo agire – conclude il ministro francese- l’inazione climatica costa piú dell’azione, i rapporti economici lo hanno dimostrato».

Se però guardiamo al di fuori dell’area di Governo anche l’Italia ha le idee un poco più chiare. «L’Italia può coprire l’intero fabbisogno energetico lavorando su efficienza energetica e energie rinnovabili e anche pensando all’energia non come variabile indipendente ma al servizio dell’industria e dei cittadini. Sarebbe importante far nascere le industrie giá decarbonizzate e bisognerebbe pensare a incentivi in questo senso», questo è stato il pensiero di Catia Bastioli, presidente di Terna. Insomma per le sfide climatiche serve un approccio radicale, convinto e nuovo. Approccio che, per ora, da parte del Governo italiano si è solo intravisto in alcuni dettagli. La strada verso Parigi da Roma è ancora lunga.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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