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L'Eurac festeggia dieci anni di attività

Territorio

Eurac, dieci anni di ricerca e non solo per le rinnovabili

L'Istituto per le energie rinnovabili di Bolzano è diventato uno dei protagonisti dell'avanzata delle rinnovabili in Alto Adige

Scritto da il 10 giugno 2015 alle 14:32 | 0 commenti

Eurac, dieci anni di ricerca e non solo per le rinnovabili

Una delle regioni più avanzate in materia di fonti di rinnovabili ed efficienza energetica è sicuramente il Trentino Alto Adige. Una parte di questo merito va anche all’Istituto per le Energie Rinnovabili, l’EURAC, che ha recentemente festeggiato i suoi dieci anni di vita. Un decennio in cui lo sviluppo del settore energetico in Alto Adige e la ricerca sulle energie rinnovabili hanno camminato di pari passo. Nel 2005 gli impianti fotovoltaici installati in Alto Adige raggiungevano una potenza di appena 650 chilowatt, la Provincia gettava le basi per fondare l’Agenzia Casa Clima e l’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC muoveva i primi passi con tre collaboratori e una sala riunioni provvisoriamente adibita a ufficio. Oggi gli impianti fotovoltaici altoatesini hanno una potenza di oltre 230 MW, Casa Clima ha all’attivo la certificazione di più di 5000 edifici e l’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC conta 70 collaboratori impegnati in 30 progetti di ricerca a livello locale e internazionale con un budget complessivo di oltre 60 milioni di euro.

Nell’arco dei dieci anni, la partecipazione a questi progetti ha permesso all’Istituto di acquisire oltre 24 milioni di euro da diversi programmi di ricerca Europei. Questi fondi sono stati utilizzati in parte per le attività di ricerca dirette dell’istituto, ma sono anche stati redistribuiti sul territorio: oltre 8 milioni di euro sono confluiti verso partner altoatesini e oltre 6 verso partner dell’Euregio.

Dopo dieci anni di attività, anche lo stesso scopo dell’Eurac è cambiato: “Mentre nei primi anni il nostro scopo era quello di dimostrare che le energie rinnovabili potevano essere una soluzione valida, oggi questo non è più necessario. Ora la sfida è quella di sviluppare nuove applicazioni e di individuare il mix di tecnologie che permettano di gestire al meglio sistemi energetici in cui una parte sostanziale dell’energia deriva da fonti rinnovabili”, spiegano Wolfram Sparber e Alexandra Troi, rispettivamente direttore e vice-direttrice dell’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC.

“Il rapporto con il territorio e con la città contraddistingue molti dei nostri progetti di ricerca. È il caso di Sinfonia, un progetto che portiamo avanti con diversi partner come il Comune di Bolzano e l’IPES e che prevede, tra l’altro, il risanamento energetico di 400 appartamenti in modo da dimezzarne il consumo energetico”, concludono i due dirigenti.


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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