Mobilità sostenibile
Auto: se la città è smart, la salute ci guadagna
Mentre l'Europa si preoccupa della nostra salute, la Fondazione Filippo Caracciolo dell'Aci presenta i dati sulla mobilità del futuro
Nei giorni scorsi l’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (Aea) ha messo sotto accusa il “sistema trasporti” dell’Unione dei 27. Il traffico, denuncia il documento, continua a rappresentare un pericolo per la salute del sistema cardiovascolare, dei polmoni, del fegato, della milza e del sangue. Senza calcolare gli ulteriori danni provocati dall’inquinamento acustico.
L’Agenzia mette sul banco degli imputati la crescita del trasporto merci e la carenza di veicoli “alternativi” in circolazione nell’Unione europea (appena il 4% nel 2010) rispetto a quelli alimentati con combustibili tradizionali.
Una possibile risposta è quindi arrivata dallo studio “Smart Mobility in Smart Cities”, realizzato dalla Fondazione Filippo Caracciolo di ACI e presentato a Roma in occasione della sessantasettesima Conferenza del Traffico e della Circolazione.
Muoversi in maniera più intelligente, più “smart”, può infatti diventare una risorsa per le nostre città. Secondo lo studio, infatti, le nuove tecnologie e i nuovi sistemi di progettazione potrebbero aumentare del 20% l‘efficienza energetica dei sistemi di trasporto locale, ridurre del 15% la congestione veicolare e del 30% gli incidenti stradali.
«Nel nostro Paese – si legge nel documento – i ritardi infrastrutturali si fanno sentire soprattutto in ambito urbano: il 70% degli spostamenti quotidiani è inferiore ai 10 km e il 50% avviene all’interno di un solo Comune; in città la velocità media dei veicoli è di appena 7 km/h e i livelli di inquinamento superano troppo spesso i limiti consentiti. Risultato: più di 14 milioni di persone si spostano ogni giorno dalla periferia verso il centro con il proprio mezzo a causa di un sistema di trasporto pubblico inefficiente, che comporta alle famiglie italiane uno “spread” nella spesa per i trasporti rispetto agli altri europei di più di 1.500 euro».
Il futuro è nella tecnologia: il primo elemento per la smart mobility, sostiene la Fondazione, è rappresentato dalle tecnologie ITS la cui estensione a tutte le realtà urbane sarebbe possibile in 10 anni a costi sostenibili, soprattutto in un Paese come il nostro che vanta una penetrazione di telefonia mobile superiore alla media europea. Più che investire in nuova tecnologia, va diffusa quella oggi disponibile che permetterebbe già una forte razionalizzazione dell’uso delle infrastrutture locali.
E, spiegano dalla Fondazione Filippo Caracciolo, «altro fondamentale elemento per la mobilità smart è la diffusione di veicoli pubblici e privati ad alta sostenibilità economica oltre che ambientale. Le vetture elettriche sono oggi la soluzione più idonea in ambito urbano, al punto che l’amministrazione comunale di Firenze permetterà dal 2016 la circolazione in centro solo a questa tipologia di veicoli».
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L'autore
Marco Gisotti
Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).
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