Mobilità sostenibile
Agli italiani piace elettrica
Il mercato della auto nell’indagine dell’Osservatorio auto di Findomestic. A confronto con gli altri Paesi europei, che rimangono scettici
Il mercato della auto è crollato del 19,9%, tornando a livelli di oltre trent’anni fa. E gli italiani, se il prezzo della benzina dovesse arrivare ai 2,4 euro al litro, non avrebbero dubbi sul puntare verso le auto elettriche.
A rivelarlo sono i dati dell’Osservatorio Auto di Findomestic: «Il 76% degli automobilisti Italiani si dice assolutamente interessato ai modelli completamente green, che poco a poco le diverse case stanno immettendo sul mercato mentre il 60% manifesta un’intenzione d’acquisto positiva».
È quanto emerge dal Rapporto 2012, focalizzato sul mercato di dieci paesi: Italia, Germania, Belgio, Spagna, Francia, Polonia, Portogallo, Ucraina, Russia e Turchia.
E lo studio entra ancora di più nel dettaglio delle ragioni che spingono i nostri compatrioti a preferire l’elettrico: «La riduzione dell’impatto ambientale (78%) – si legge – , la silenziosità (18%) e, sorpresa, il fatto che queste auto trasmettano un’immagine di modernità (31%), sono i fattori che piacciono maggiormente ai consumatori della Penisola».
Gli Italiani, incredibilmente se pensiamo quanto di solito ci consideriamo conservatori, sono attratti dalla “rivoluzione” elettrica molto più di quanto non sia in altri paesi come la Francia, la Germania o il Regno Unito, dove l’elettrica raccoglie l’interesse, rispettivamente, del 60, del 54 e del 56% dei loro “colleghi”.
Poiché gli italiani sanno che il costo di un auto elettrica dipende in gran parte da quello della batteria, noleggiarla appare la soluzione più ovvia. «Concederla a noleggio – spiega il rapporto – con un forfait mensile consentirebbe di mantenere un prezzo d’acquisto concorrenziale rispetto ai modelli termici equivalenti. Intervistati sull’argomento, gli europei si mostrano perlomeno dubbiosi. Il 63% degli intervistati si dichiara non interessato a questo sistema. Russi e italiani risultano essere i più ricettivi all’idea (47%), mentre polacchi, turchi, spagnoli e francesi mostrano un palese e netto rifiuto».
Possibile che negli altri Paesi siano più ostili a questa soluzione? Le ragioni sono diverse: «Alcune sono strettamente connesse al concetto di proprietà – spiega Findomestic – . Altri asseriscono la mancanza di informazioni, e dunque di trasparenza, sul sistema di noleggio. In maniera più ampia e paradossale, la batteria quale soluzione tecnologica è affetta da una carenza di affidabilità, che penalizza qualsiasi soluzione nel momento in cui è commercialmente isolata».
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L'autore
Marco Gisotti
Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).
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