natale green
10 cose (green) da sapere sul tuo Albero di Natale
Meglio l'abete vero o finto? Dopo le feste cosa ci faccio? Come lo addobbo in maniera naturale? Ecco le risposte per realizzare un Albero di Natale ecosostenibile
L’Albero di Natale è una tradizione che è andata affermandosi in Italia negli ultimi decenni. Che sia vero o finto, è un piccolo gioiello d’arte nelle case e nei locali commerciali o lavorativi di molti italiani. Ecco dieci cose da sapere affinché sia anche green.
1) È più ecosostenibile quello vero o l’artificiale? La credenza “popolare” che riteneva essere più green gli alberi finti riutilizzabili è stata smentita negli ultimi anni dalle analisi sulle materie prime utilizzate per la loro realizzazione (di origine petrolchimica), i luoghi di produzione (normalmente in Cina) e i tempi di biodegradazione (di circa 200 anni). Nel caso in cui si possegga un albero artificiale, il consiglio green è di riutilizzarlo il più possibile per ammortizzare i circa 23 kg di CO2 emessi per la sua produzione. Se si calcolano cinquecentomila alberi di Natale artificiali la stima è di circa 115 mila tonnellate di CO2 prodotta (l’equivalente di 6 milioni di km percorsi da un’auto). La coltivazione di un abete vero, al contrario, “cattura” una quantità di CO2 pari, in media, a 47 grammi per albero che – se moltiplicati per i 5 milioni di acquisti medi annui – si traducono nella cattura di 235 tonnellate di CO2. Sono inoltre alberi che aiutano la stabilità idrogeologica del territorio.
2) Per far sì che i benefici ambientali dell’albero “ricadano” direttamente su di noi sarà opportuno scegliere una pianta autoctona italiana, anche per evitare l’inutile spreco ricollegabile al trasporto da paesi lontani.
3) In alternativa all’albero vero e proprio con le radici, si può acquistare il “cimale” ovvero il tronco in vaso senza radici. In tal caso, sottolineano dalla Guardia Forestale, si dovrà fare ancora più attenzione all’origine: vivaio o frutto di diradamenti forestali ad hoc.
4) Come indicato dal vademecum di Coldiretti, all’acquisto è meglio far scuotere l’albero al vivaio per evitare (o ridurre fortemente) la perdita di aghi in casa.
5) Qualora venisse utilizzano in spazi esterni, prima di addobbarlo è opportuno lasciarlo adattare qualche giorno in casa. Attenzione poi alla location: gli abeti amano la luce, stare in luoghi freschi ma al riparo da correnti d’aria e lontano da fonti di calore come termosifoni o caminetti. La terra in vaso dovrà essere umida ma non bagnata.
6) Passiamo agli addobbi in armonia con la nostra pianta: sono da evitare quelli pesanti perché potrebbero spezzare i rami ed è fortemente sconsigliata la neve finta o l’uso di coloranti che possono far male alla pianta.
7) Se si evita di posizionare luci o altri impianti elettrici sui rami, potrete irrorare, attraverso l’utilizzo di un nebulizzatore, i rami con grande giovamento per l’abete.
8) Volete decorazioni 100% naturali? Le opzioni sono davvero tante. Un “ritorno al passato” e alle origini è possibile con l’uso degli agrumi: è facile, ad esempio, utilizzarli per creare ghirlande e, se si fa passare il filo al centro dove non c’è la polpa, i nostri limoni, arance e clementini dureranno a lungo senza marcire. Potrete poi proseguire con i peperoncini da far seccare sull’albero o con noci e nocciole a cui attaccare dei gancetti o, in alternativa, ricorrere all’aiuto dei più piccoli per dipingere le pigne.
9) Che fare una volta finite le feste? Potrete piantare l’abete in giardino. Attenzione, perché può crescere di 15 o 20 metri e si adatta ad alture di almeno 1000 metri. È invece sconsigliabile tenerlo in vaso.
10) Se, non avete un giardino o comunque non sapete dove ripiantare l’albero, potrete riconsegnarlo ai centri di raccolta indicati dai vivaisti o dai Comuni che provvederanno al recupero della pianta. Quelli non ripiantabili verranno riutilizzati come legno, mentre le piante che si trovano in migliori condizioni vegetative vengono trasportate e trapiantate in luoghi idonei al loro attecchimento.
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L'autore
Letizia Palmisano
Giornalista dal 2009, esperta di tematiche ambientali e “green” e social media manager. Collabora con alcune delle principali testate eco e scrive sul suo blog letiziapalmisano.it. È consulente sulla comunicazione 2.0 di aziende ed eventi green e docente di social media marketing. In 3 aggettivi: ecologista, netizen e locavora (quando si può).
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