Nasce a Brindisi un impianto fotovoltaico innovativo
Inaugurato in provincia di Brindisi uno dei maggiori impianti fotovoltaici al tellururo di cadmio.
Ad Erchie (Brindisi), presso la sede di Athena Sud srl, è stato inaugurato uno dei più grandi impianti fotovoltaici a film sottile al tellururo di cadmio in Italia. A realizzarlo è stata CMD Energie Rinnovabili che ha utilizzato 3.824 pannelli a film sottile da 75 Watt ciascuno. L’impianto sviluppa una potenza di 145,2 Kilowatt prodotti dai pannelli a terra e 141,6 provenienti dai moduli installati sul tetto dello stabilimento, per una potenza totale di 286,8 Kilowatt di picco.
La tecnologia basata sui sistemi fotovoltaici al tellururo di cadmio presenta notevoli vantaggi rispetto ai moduli solari convenzionali. Infatti, avendo una corrispondenza quasi perfetta con lo spettro solare, questi impianti sono in grado di assorbire una quantità maggiore di energia luminosa e di convertirla in energia elettrica anche in caso di cielo coperto e in condizioni di luminosità diffusa (all’alba o al crepuscolo).
In più, l’utilizzo di questo materiale consente di semplificare la progettazione dei dispositivi e i processi produttivi, agevolando la produzione in serie e a basso costo di moduli ad elevata efficienza energetica. Inoltre, al pari di altre tecnologie fotovoltaiche, tali sistemi richiedono un consumo energetico ridotto per la realizzazione di moduli cui si va ad associare il minor impatto ambientale: generano energia elettrica senza emettere scarichi nell’atmosfera, produrre rifiuti o utilizzare risorse idriche.
Da un punto di vista più generale, questa tecnologia è sicuramente più economica ed efficiente rispetto ai tradizionali pannelli fotovoltaici. Probabilmente l’unico neo è che il cadmio è riconosciuto come un elemento tossico, anche se, secondo Nuove Tecnologie Energetiche «è un composto stabile, che non evapora a temperatura ambiente e che non è solubile in niente delle cose con cui potrebbe ragionevolmente venire a contatto quando si trova in forma di cella solare. L’unico scenario in cui ci potrebbero essere dei problemi è l’incendio dell’edificio sul cui tetto si trovano i pannelli al CdTe». Ma è tutto studiato nel dettaglio: «in caso di incendio, il vetro fonde molto prima che il CdTe evapori, incapsulandolo e neutralizzando il rischio». E considerando la rarità degli incendi, le quantità di cadmio che potrebbero evaporare nell’ambiente sono infinitesimali.
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L'autore
Gabriella Longo
E' laureata in comunicazione e multimedialità. Si occupa di ambienti multimediali per l'apprendimento. Segue l'evoluzione della tecnologia, in particolare nel suo rapporto con la divulgazione e con il racconto del mutamento della nostra società.
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fabio
scrive il 01 luglio 2010 alle ore 19:57
ad onor del vero a trinitapoli ne esiste uno di oltre 13.000 pannelli in tellururo di cadmio realizzato dalla Effepi Solar
Tekneco
scrive il 05 luglio 2010 alle ore 10:06
Grazie per la segnalazione Fabio!
Alessandro Longo
scrive il 05 luglio 2010 alle ore 18:12
Già, questo di Brindisi infatti non è il maggiore, ma abbiamo scritto "uno dei maggiori"